TRA STORIA E LEGGENDA: L’APOSTOLO PIETRO E LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO NEL CICOLANO

Stando alla testimonianza di Papa Innocenzo I (Pontefice dal 401 al 417), l’apostolo Pietro e i suoi discepoli avrebbero fondato tutte le comunità cristiane d’Occidente.
La leggenda vuole che San Pietro si accompagnasse ai trentamila schiavi che venivano avviati al lago del Fùcino per i lavori di scavo dell’emissario Claudiano e che presero parte al finto combattimento navale (naumachia) svoltosi nell’anfiteatro di Alba Fucens per iniziativa dell’imperatore Claudio, evento dall’esito apocalittico riportato anche dallo storico Svetonio.
In queste circostanze il Principe degli Apostoli avrebbe evangelizzato Carseoli (oggi Carsoli, antica città equa) e gettato i semi della fede in varie località del territorio (la predicazione si svolse dunque tra il Paese Equo e quello Marso!).
Di ritorno dal Fùcino Pietro si sarebbe fermato per parecchi giorni presso il centurione Cornelio, da lui convertito e battezzato a Cesarea di Palestina (stando alla narrazione degli Atti degli Apostoli), che possedeva un podere nella piana di Carsoli.
La Ecclesia Aequiculorum e la Ecclesia Marsorum vantano dunque una tradizione petrina: fu infatti un discepolo di San Pietro, Marco di Galilea, nel 46 d. C., ad aver annunciato il Vangelo agli Equicoli e ai Marsi, divenendone il primo vescovo!
Vantano tradizione petrina anche la Chiesa di Rieti (nella figura di San Prosdocimo) e la Chiesa Sabina.
Risulta tuttavia improbabile la tesi che pone la cristianizzazione dell’Abruzzo tra la metà del I secolo e i primi decenni del II ad opera degli schiavi cristiani giunti nel Fùcino da Roma, date le condizioni operative difficili per l’evangelizzazione (Giorgio Otranto).
Probabilmente quest’ultima è dovuta agli operatori dei traffici e dei commerci e ai viaggiatori occasionali.
E’ nel III secolo che troviamo comunità cristiane stabilmente organizzate in Abruzzo e anche in Campania, Sicilia e Sardegna, ed è sempre in questo secolo (durante la persecuzione scatenata dall’imperatore Decio) che nel villaggio romano – equicolo di Tiora Matiene subisce il martirio a causa della sua fede in Gesù la giovane Anatolia Anicia. Tuttavia, ancora non si è stabilita con certezza l’ubicazione di Tiora, contesa dalle attuali Santa Anatolia e Torano di Borgorose e Castel di Tora.
Rintracciare le origini paleocristiane del Cicolano è per lo storico un compito davvero arduo: la mancanza di fonti letterarie e la quasi totale assenza di indagini archeologiche di scavo rendono il lavoro proibitivo.
Qualche decennio fa Andrea Rosario Staffa riportava a Collorso (frazione di Borgorose) la presenza di una iscrizione funeraria per la quale, indagini successive, hanno potuto permettere un’attenta analisi. L’epigrafe venne recuperata nella metà del XX secolo durante i lavori di rifacimento del piccolo cimitero del paese (in località Pian di Vezze). Oggi si trova murata all’interno della Chiesa di San Bartolomeo nel paesello.
Si tratta di una piccola lastra di marmo bianco spezzata e ricomposta (cm 24 x cm 31 x cm 2) incisa su due righe: Vincentia in pace, con il Chi – Rho, monogramma greco di Cristo, e la colomba con un ramoscello di ulivo. Questi segni cristiani fanno decisamente propendere per una datazione dell’iscrizione dopo la pace della Chiesa e dunque sicuramente per il IV secolo.
Ricordiamo che il territorio di Torano è situato nelle vicinanze di città italico – romane come Nersae (l’attuale Civitella di Nesce, frazione di Pescorocchiano) ed Alba Fucens: in ogni città dell’Impero Romano, grande o piccola, vi erano persone che per motivi commerciali provenivano da esperienze culturali e religiose diverse e avevano tra loro frequenti contatti e scambi. Medesima situazione per i soldati, originari di ogni parte dell’Impero e adoratori di diverse divinità.
Nersae, centro principale della Res Publica Aequiculorum (le cui ultime testimonanze archeologiche risalgono al 375, durante il regno dell’ariano Valente), erano praticati anche culti provenienti dall’Oriente come quello di Mitra (di origine iranica, concorrente di quello cristiano), quello di Iside (di origine egizia) e quello di Serapide (di origine greco – egizia). Si può dunque inserire in questo contesto socio – religioso (tra II e  III secolo) l’ingresso del Cristianesimo nelle nostre terre.
Con la pax constantiniana, sancita nel 313 con l’Editto di Tolleranza promulgato a Milano, il Cicolano vede svilupparsi il Cristianesimo come avveniva contemporaneamente in tutta l’Italia centrale, a dispetto della sua presunta “posizione isolata”.
A piantare stabilmente la Chiesa nel Cicolano (territorio saldamente legato al Paganesimo italico – romano nonostante l’affermarsi anche violento della religione cristiana fra IV e VI secolo) ci penseranno a partire dal VII secolo (epoca longobarda) i monaci Benedettini.