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"Siamo impegnati a far vincere Micari, ci mancherebbe. Ma sul piano politico il progetto che avevamo in mente non è riuscito". Lo afferma a "Repubblica" Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, che aggiunge: i dirigenti locali del Pd "hanno ostacolato il cambiamento".

"A Palermo - spiega Orlando - alle ultime amministrative, si è assistito a un esempio di buona politica legata agli interessi della città. Tutti i partiti del centrosinistra, da Rifondazione ad Ap, si sono riconosciuti in un programma e hanno accettato di mettere da parte le bandierine. Quell'iniziativa vincente di civismo politico abbiamo tentato di importarla a livello regionale, attorno a un nome qualificato come quello del rettore. Dobbiamo partire da lì per capire, anzi per capire poco, cosa è successo dopo".

"Avevano detto tutti sì - continua - anche Si e Mdp, a quel progetto. Poi hanno prevalso altre logiche che nulla hanno a che vedere con la Sicilia. E ha subito un duro colpo quella che doveva essere un'iniziativa innovativa. Risultato: in Sicilia ci troviamo con quattro poli anziché tre. E questa divisione, dal primo momento, ha avvantaggiato la destra e M5S". Orlando punta il
 dito contro "i gruppi dirigenti locali del Pd, che non mi hanno consentito di fare liste aperte, legate al territorio.
Molti candidati che avevo già trovato sono stati scoraggiati a correre con me dagli alleati. Il tutto per il timore di qualche notabile di perdere consensi da far valere dopo il 5 novembre per avere un seggio alle Politiche. Ciò che è successo, al momento della formazione delle liste, ha impedito il realizzarsi di un progetto di cambiamento"