martedì 14 febbraio 2017

martedì 19 gennaio 2016

STRUGGENTE SERENATA DI UN GRANDE TENORE. Luigi Infantino e il dialettologo Salvatore Trovato

Il tenore racalmutese Luigi Infantino nel gotha della lirica

celebrato anche sui rotocalchi anglofoni


ma sempre col dialetto del paese natio nel cuore.



Serenata a Mariuzza

Sugnu darriè la porta, Mariuzza,
nun sacciu si tu duormi o si viglianti.

Du uri ca t'aspettu ccà davanti
e tu crudeli nun t'affacci mai.

Affaccia, Mariuzza, ca nun pozzu stari cchiù
siddru stanotti iu muoru la càmia si tu.

Affaccia, Mariuzza, ca un pozzu stari cchiù.
Siddru stanotti iu muoru la càmia si tu.

Luigi Infantino

Mia traduzione (non alla lettera):

Sono dietro la porta, Mariuzza,
non so se dormi o se vegli.

Da due ore che attendo proprio qui
ma tu, crudele, non ti affacci mai.

Affaccia, Mariuzza, ché non resisto più,
s'io stanotte muoio, causa ne sarai tu.   




Il prof. Salvatore Trovato (a sinistra) con il prof. Salvatore Di Marco
al convegno su Meli tenutosi a Palazzo Steri nel dicembre scorso.


Nota

A proposito di dialetto, forse nella parola "Càmia" della serenata, cantata dal racalmutese doc Luigi Infantino nel secolo scorso, sta la risposta alla domanda che il prof. Salvatore Trovato venne a rivolgere agli anziani di Racalmuto qualche tempo fa. 

Con più cospicua probabilità, se la parola càmia risulta imparentata con  famiàri o camiàri (come ancora dicono a Cianciana) che significa "riscaldare il forno" facendolo infuocare fino a farne diventare il "cielo" (la calotta) bianco. 
Da qui forse l'analogia di dire "cotto" qualcuno quando è innamorato. 
Ma nella suddetta indagine linguistica più che al senso si cercava un riscontro al suono della parola: favi o havi? cafè o cahè? Havi e hafè come hàmia
In caso negativo, non fa nulla. Godiamoci senz'altri pensieri e riscontri linguistici la dolce serenata  cantata con "grazia" dal tenore Infantino. Anche il prof. Trovato, per la sensibilità e grande umanità che gli riconosco, non dissentirà.

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