giovedì 17 novembre 2016

giovedì 17 novembre 2016

Caro signor Sindaco di Racalmuto, sbagli e sbagli grossolanmente a ridurre in bagarre la spinosa iniziativa della stamaggioranza della tua maggioranza che esasperata è giunta all'atto estremo di sfiduciarti. Può darsi che con vetuste astuzie paesane tu abbia in serbo una bella cenetta con TORTELLINO IO TI AMO e irriderai a quegli otto tapini che hanno osato dissociarsi dalla tua politica del non vedo non sento non parlo. Quelli non ce l'hanno assolutamente con te. Ce l'hanno con i tuoi silenzi accidiosi. E non è vero che la tua amministrazione è un modello di ascolto pubblico. Io ho ancira in ttesa di risposta otto post che ho inviato nel tuo sito istituzionale. Attendono da anni risposta. Forse non sono il massimo della significatività ma una semplice presa d'atto era doverosa. Non ti dico quanto sono stato molesto con il mio milionario sito CONTRA OMNA RACALMUTO oppure quo in FB. Tutto finito nella tua sonnolenta palude del silenzio. Hai poi un assessore alla cultura giammai repereribile per telefono, anche quando potevo essere di grande utilità vuoi per fare finanziare con 50 mila euro la affondanda FONDAZIONE e vuoi adesso in cui forse avrei la pedina salvifica per la riapertura dl magnifico e apprezzato in tutto il mondo Teatro Regina Margherità. Ma tu hai fatto finire nel macero persino le tante tantissime missive che ti ho inviato per il tramite legale della tua segreteria comunale. E' un tuo costume di vita, una tua sagacia politica. Pazienza! Ti abbiamo votato ti dobbiamo sopportare. Ma se possiamo mandarti a casa non devi prendertla, non è una faccenda personale: è una necessità politica, un dovere civico. Cambia e saremo tutti felici di metterci al tuo servzio se divenuto alacre nel servio pubblico cui devi soprintendere. Calogero Taverna
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6 settembre
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la politica non ha costi, come i pretesi benefici sono imbecillità di incompetenti. Ho aggredito il compagno comunista Visco che voleva giustificarmi la chiusura della strategica filiale della Banca d'Italia di Rieti con il ciarpame mitteleuropeo dei costi/benefici. Quanto costò il Colosseo? Quanti benefici stiamo tuttora incassando a Roma. I costi per investimenti non sono gli scialacqui delle spese fisse quelle ad esempio sprecate per i LSU o i COCOCO o altre ridevoli sigle del Comune di Racalmuto. Soldi sprecati in inesistenti uscieri dell'inesistente museo Chiaramontano, o in guitti che magari staccano i fili del gasolone per andare a fare altro quando toccherebbe a loro raccogliere la monnezza differenziata davanti le case. Ricordo, una improvvida imposizione della Banca d'Italia circa una tradizionale tenuta della contabilità in cambi a saldi chiusi delle aziende di credito che finiva col crociare iva dovuta con iva relativa determinando sconquassi tributari nazionali e trattandosi di ìva anche comunitari. Esposta la questione a Formica, questi astuto andò in brodo di giuggiole, Avrei determinato uno sconquasso bancario di proporzioni oceaniche. Dalla sera alla mattina esce sulla gazzetta ufficiale una legge salva banche. E' stato facile raccogliere il voto segreto di una pletora non so se solo di deputati o di deputati e senatori. Rendete asfittico e ischeletrito il Parlamento e vi accorgerete come le così dette lobby internazionali ne fanno un boccone. Io vorrei diecimila deputati alla camera e ventimila senatori a Palazzo Madama e dar loro questa carta a iosa che se non lo sapete costa nulla. Molte più intelligenze al servizio del paese molto più difficile direi ostativo l'asservimento della parlamentare sede del potere. Già, la stanza dei bottoni della buon'anima di Nenni! Etc.... Se votare sì vuol dire smungere gli investimenti in politica (posta patrimoniale e non reddituale) io corro a votare NO!! Calogero Taverna
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Caro Silvano, intanto deciditi a pubblicare il tuo romanzo che se magari non dà la cronaca esatta di Girolamo del Carretto ne illustra il contesto politico sociale civile e persino giudiziario che Sciascia nella Parrocchie pasticciò miserevolmente. Tutti a dire che Sciascia scrisse quel libro "neo realista" come imponeva Lukacs e l'inventato gramscianesimo, mentre era troppo analfabeta per capire di queste cose. Era un divoratore di cose stampate che dal rondismo passa allo stile ipotattico come gli rimproverò Pasolini. Invero Sciascia passava dalla giovanile incoscienza fascista (basta leggere le cartoline postali inviate a don Piddruzzu ove nell'esaltare le adunate di Trieste spasimava per le prosperose minne di chi non dico). Dalla lettura spasmodica traslò alla scrittura ripiccata e calligrafica. Ma senza concetto. Un solo intimo tormento: il suicidio del fratello su cui mentì sin sulla soglia della tomba in Fuoco all'Anima. Mi svelò il segreto un cultore di cose solfifere. Pensa alla mia rabbia nel vedere il mio glorioso Circolo Unione prostituirsi per i quattro soldi sborsati dal Corrierone per pubblicità surrettizia. Ho visto il Presidente . che a me ha negato il convegno colto su Messana.- stravaccato sulla mistificata poltrona su cui anche lui sta lasciando una affossatura di abominevole ignavia. Aveva una faccia spiritata (sapeva cosa l'attendeva, cosa l'attenderà); il giornale che gli era stato messo in mano dai due baldi giovincelli ossequiosi ipocritamente, l'aveva lasciato cadere spiegazzato mentre Ovadia e compagni si facevano fotografare qua e là con quella pubblicità sconcia: mi ha fatto senso. Caro Silvano a te ora il compito di scrivere tu la novella cronaca del Circolo della Discordia. Lascia che i morti seppelliscano i morti. Sciascia è morto, Albertazzi pure e a noi non ce ne cale nulla. Calogero Taverna
24 maggio
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La minoranza ha divulgato un attacco duro inflessibile fondato impressionante. E allora? mi chiedo!
Io a mia volta l'ho propagandato in mezzo mondo. Il mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO senza trucchi e senza inganni sta raggiungendo il milione di visitazioni.
Approvo e magari avrei altre stroncature da aggiungere.
Ma detto questo quali fatti fan seguire questi signori della Minoranza? Hanno l'arma delle interrogazioni. Un conto è fare critiche generiche che risultano alla fine evasive ed elusive, un altro chiedere conto su indebiti amministrativi precisi e documentati.
Ad esempio: mia moglie ha subito per bel due volte l'ira tassaiola di Vittorio Lauricella. Codesto direttore responsabile per due volte ha proceduto a fare accertamenti di evasione a carico di mia moglie; per due volte mia moglie aveva regolarmente pagato l'imposta a questo nostro Comune.
La prima volta, terrorizzato sono andato a pagare seduta stante quanto mi imponeva di assolvere il Lauricella, pena il raddoppio.
Acclarato dopo che avevo assolto il tributo nei tempi nei termini e con il modulo fornito dallo stesso comune, mi reco all'Ufficio Tributi. Rappresentato il caso mi sento rimbrottare dalla LSU in veste di ufficiale impositore: ma lei perché ha pagato? E' stato lei a sbagliare.
Rispondo: perché mi sono avvalso del solve et repete.
Ma quella il latino non lo sa. Mi fa firmare una sgrammaticata dichiarazione e mi regala lo sgravio per l'anno successivo.
Senonché mia moglie l'anno seguente non aveva nulla da pagare e quei soldi si sono dispersi magari per spese di lusso come le tende comunali dell'anno scorso.
La seconda volta: tale e quale. Solo che stavolta non pagai. Mando una rappresentazione del fatto per indurre il Comune all'autotutela. Manco per niente. Siccome si trattava di mia moglie, allora invio mio fratello con la documentazione. Il funzionario consulta il computer e trova che già quel saldo IMU era stato regolarmente assolto.
Allora per salvare capre e cavoli rilascia attestato in base al quale cambia i termini dell'accertamento e e specifica che non il saldo ma l'acconto era stato per errore comunale omesso e chiude il contenzioso.
Ho da segnalare simili abusi. Nessuno se ne dà carico: né il segretario comunale, né il sindaco. Certo prima o poi finiremo in tribunale e là vorrò vedere se non vi è pervicace culpa in vigilando, oltre alle fattispecie come falso in atto pubblici, abuso di potere di chi eventualmente li ha commessi.
Ma cosa costa alla minoranza chiedere in base a questa mia pubblica lagnanza come veramente sono andate le cose, quali responsabilità dovessero emergere, quale andazzo o superficialità è da stroncare.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro. Ma lo so: la minoranza fingerà di manco averla letta questa mia pubblica rimostranza. Dovrebbe passare dal faceto al serio. C'è il pericolo di andare tutti a casa. Figuratevi. Tutto come prima peggio di prima.
Calogero Taverna
22 maggio
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Lillo Taverna
24 min ·
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Ora sono 99 anni e a mio nonno nulla. Hanno trasformato il gran portone del Monte in portone chiuso che si apre solo per un anno, l'anno della misericordia, del giubileo condito in casa. Ma per mio nonno nessuna misericordia; per i 32 'dispersi in guerra' nel '15-18', nessuna misericordia. Il sindaco la fascia la usa solo per festeggiare la incultura storica e politica delle Parrocchie di Regalpetra. Vorrei un giubileo laico dell'ira popolare, della rivolta sociale. Vorrei la gogna per tutti codesti neghittosi in tricolore, per tutti questi rifacitori di assurde venute di Madonne del discrimine, Niente Castronovo, accasamento razzista e inamovibile sul cocuzzolo del Monte a Racalmuto.
Commenti
Lillo Taverna
Lillo Taverna
22 maggio 2014 · Roma ·
97 anni fa il 24 maggio qui periva mio nonno, mio omonimo per il padre per la madre per i fratelli per i conoscenti di Racalmuto era poco graziosamente, cacofonicamente Caliddru Taverna maritatu cu Giovannina la Fanci. Moriva trentasettenne in questa straniera terra Hudi Log in Slovenia, lui siciliano di antica generazione. per nulla interessato a redimere Trento e Trieste. Aveva comprato una mula; aveva cinque figli da allevare e a quei tempi era arduo per un contadino assicurare un minimo di decenza alla propria famiglia. Lo Stato, Cadorna, fatti falcidiare tanti bravi figli di famiglia, per rifornire le sue carnarie di morte in trincea ricorre ora ai veterani al mio povero nonno. Quasi trenta giorni in dolina. Non si sa più che farci. Ritirata. I cecchini austriaci sono bene appostati. Un colpo di moschetto fredda mio nonno mentre gli altri scappano. Lo lasciano là. Nessuna tomba nessuna annotazione di merito. Poi la calda estate e quindi l'inverno d'alta montagna e di mio nonno neppure si recupera la mostrina. Cinicamente lo Stato Maggiore l'annota come disperso in guerra. Ignominiosamente tutti questi amministratori del mio paese non dedicano neppure una lapide collettiva a questa trentina di suoi ignobili figli che stanno negli archivi come dispersi di guerra. hanno tempo per altre cose chiassose per altri monumenti sovrafatturati; ma per mio nonno e per i suoi infelici compagni dispersi in guerra nulla, neppure una menzione al camposanto. Peggio degli immigrati di colore morti in mare e sepolti qui in collina anonimamente.
Lillo Taverna
22 maggio 2014 · Roma ·
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97 anni fa il 24 maggio qui periva mio nonno, mio omonimo per il padre per la madre per i fratelli per i conoscenti di Racalmuto era poco graziosamente, cacofonicamente Caliddru Taverna maritatu cu Giovannina la Fanci. Moriva trentasettenne in questa straniera terra Hudi Log in Slovenia, lui siciliano di antica generazione. per nulla interessato a redimere Trento e Trieste. Aveva comprato una mula; aveva cinque figli da allevare e a quei tempi era arduo per un contadino assicurare un minimo di decenza alla propria famiglia. Lo Stato, Cadorna, fatti falcidiare tanti bravi figli di famiglia, per rifornire le sue carnarie di morte in trincea ricorre ora ai veterani al mio povero nonno. Quasi trenta giorni in dolina. Non si sa più che farci. Ritirata. I cecchini austriaci sono bene appostati. Un colpo di moschetto fredda mio nonno mentre gli altri scappano. Lo lasciano là. Nessuna tomba nessuna annotazione di merito. Poi la calda estate e quindi l'inverno d'alta montagna e di mio nonno neppure si recupera la mostrina. Cinicamente lo Stato Maggiore l'annota come disperso in guerra. Ignominiosamente tutti questi amministratori del mio paese non dedicano neppure una lapide collettiva a questa trentina di suoi ignobili figli che stanno negli archivi come dispersi di guerra. hanno tempo per altre cose chiassose per altri monumenti sovrafatturati; ma per mio nonno e per i suoi infelici compagni dispersi in guerra nulla, neppure una menzione al camposanto. Peggio degli immigrati di colore morti in mare e sepolti qui in collina anonimamente.
Lillo Taverna
Lillo Taverna Ora sono 99 anni e a mio nonno nulla. Hanno trasformato il gran portone del Monte in portone chiuso che si apre solo per un anno, l'anno della misericordia, del giubileo condito in casa. Ma per mio nonno nessuna misericordia; per i 32 'dispersi in guerra' nel '15-18', nessuna misericordia. Il sindaco la fascia la usa solo per festeggiare la incultura storica e politica delle Parrocchie di Regalpetra. Vorrei un giubileo laico dell'ira popolare, della rivolta sociale. Vorrei la gogna per tutti codesti neghittosi in tricolore, per tutti questi rifacitori di assurde venute di Madonne del discrimine, Niente Castronovo, accasamento razzista e inamovibile sul cocuzzolo del Monte a Racalmuto.
27 marzo · Roma
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Buona Pasqua cara donna Giovanna Messana. Non praevalebunt. Ho tante di quelle frecce al mio arco da farne tanti san sebastianini da strapazzo. Ma occorre caparbietà. Vanno perseguiti ai sensi di legge. Di una cosa comunque mi vanto: prima in Internet appena si digitava il nome dell'immenso Capo della Polizia Siciliana veniva fuori un mare di fango e di ignominie. Ora il mio blog in difesa di Messana e in attacco dei suoi calunniatori giganteggia. Io non desisterò. Ettore Messana nacque a Racalmuto nel 1884 (e non nel 1888 causa di tanti sviamenti) è un titano al servizio dello Stato (qualsiasi sia stato il colore dei suoi governanti e merita onore e gloria nella terra che lo generò. Nessuno mi fermerà. E' una lotta per la verità la giustizia il dovuto tributo d'onore a chi davvero nobilitò il natio spazio vitale e non certo con qualche sillaba bene azzeccata. Ettore Messana mi appartiene; è mio concittadino, è del mio tesso paese. Anche a tentarono di calunniarmi mentre Cosa Nostra aveva deciso la mi esecuzione per averla colpita nel portafoglio bancario. (Meglio la morte per loro). Quindi lotto per Messana perché lotto per il mio onore. MaIgrado tutto i calunniatori vanno sbugiardati e impiccati moralmente. Per un cippo a spese UE sovvertono la storia e infangano eroi dell'ordine pubblico. In tre anni di ricerca ho acquisito testimonianze conoscenze riconoscimenti al cui confronto gli ignbili detrattori infami e neppure informati devono scadere nella gogna dell'imbecillità e della grettezza etica e culturale. Calogero Taverna.
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Carissimo Luciano, complimenti per lo studio che hai pubblicato nella rivista sotto l'egida del bravo prof. Di Francesco. Ml rivolgo a te perché ti so abile e solerte. Dal 5 al 21 Aprile c.a. sarò a Racalmuto. Mi pacerebbe fare, ma a modo mio, l'incontro che la volta scorsa è fallito per intralci del Presidente. (Non li ho resi noti ma ci stanno). Questo pomeriggio ho avuto un lungo conversare con Federico Martorana, persona saggia colta e ponderata. Insieme potremmo dialogare al Circolo Unione sulla veridica storia del nostro paese dopo il 16 luglio 1043, entrata degli americani di cui alla Kermesse di Leonardo Sciascia. Federico guarderebbe gli aspetti politici, io tenterei quelli storici ancorandoli alla figura del Messana che per tanti versi riflette l'evoluzione culturale politica e sociale dal primo dopoguerra del '15-'18 alla vera liberazione della Sicilia dagli Americani dopo il 1950. Illuminante sarebbe la partecipazione di Pippo Di Falco per capire qualcosa sugli orientamenti a sinistra che coinvolsero lo stesso Sciascia e magari di Tano Savatteri con cui mi piacerebbe un dibattito sull'esecuzione del sindaco Tinebra di cui al suo fortunato romanzo IL SILENZIO DEI LOQUACI:
Mi attendo una tua favorevole risposta. Auguri di buone feste pasquali.
Calogero Taverna
28 dicembre 2015
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Signor Ministro (anzi ministra) della guerra d'Italia,
signor direttore massimo di quel ministero
( cui non si riesce a dialogare),
signora incomprensibile
struttura militare di una Repubblica
che per Costituzione repubblicana antifascista
RIPUDIA la guerra,
da tempo batto sul chiodo di mio nonno ucciso da Cadorna di HUDI LOG un secolo fa ed ancora il vostro Ministero non sa decidersi se questo trentasettenne villico di Racalmuto, morì per la patria o fu un vile diertore.
Si chiamaca CALOGERO TAVERNA come me, era mio omonimo, era mio natonno, classe 1880-
Dopo due notti di adedstramento militare per la guerriglia in alta montagna nella pianeggiante Adernò, privato della giovane moglie, della costosa mula e di ben cinque pargoletti tra cui mio padre, fu intruppato nella famigerata brigata Catanzaro quella appunto dei grandi misfatti fratricidi che persino un D'Annunzio destrorso e guerrafondaio sin nel profondo del suo midollo spinale, detestò, fulminò, pianse (a dire il vero da par suo).
Voglio ora dopo un secolo notizie vere, d'archivio. non censurate. Ci stanno codeste maledette carte: FATEMELE VEDERE, controllare riscontrare. Apritemi i vostri forzieri archivistici delle vostre sconce guerre antiche.
So bazzicare negli archivi. Mi hanno ammesso anche in quelli SEGRETI del Vaticano, tutte in latino ed in onciale: perché PRECLUDERMI I VOSTRI DI ARCHIVI di appena un secolo fa, in volgare eloquio?
VOGLIO RISPOSTA
e vi bombarderò con lettere e post e diari e blog sino a che non mi rispondete.
Sinora avete fatto orecchie da mercante.
Ora mi sono stufato
Calogero Taverna
Ho in mano questa dichiarazione di irreperibilità che il comandante Gaetano Fortunato con una velata prudenza dichiara mio nonno Calogero Taverna del 142° Reggimento Fanteria, n. 10.434 di matricola ancora vivente a quota 238; ma dopo egli "scomparve e non venne riconosciuto tra i militari morti o e che risultino fra i militari prigionieri".
E dopo tre anni forse avevano ancora dubbi che sul fronte a quota 238 nell’infausto 24 maggio 1917 davvero potesse essere ancora vivo.
Bontà loro, il Fortunato firma la formula di rito: viene legalmente riconosciuta la morte,
Eugenio Napoleone Messana affastella mio nonno con altri 31 (in ultimo incorre in una duplicazione, disperso più disperso meno che importanza poteva avere.)
In questo elenco che proviene dall'Ufficio Leva di Racalmuto (finché ci fu) mio nomìmo è il 28°, il fratello di mia nonna Falci Calogero l'11°.
A scorrere quei nomi non ne trovate uno ci quelli che a suo tempo erano i ìfigli dei galantuomini, E il motivo? erano riuscito alla leva di farsi dichiarare dai loro parenti medici militari manco rivedibili ma riformati anche se si era fusti, alti e nerboruti (a dire il vero piuttosto rari con quei coniugi tra parenti).
Mio nonno nato nell'aprile del 1880 e morto il 24 maggio del 1917 aveva oltre 37 anni. Era militare da un paio di mesi. Non doveva andarci, ma Cadorna necessitava di carne umana per quella sua strana guerra fratricida (si dice che oltre 600.000 soldati italiani ci misero la pelle per i mitrai del carabinieri che aravano a chi osava tentare di disertare.
Mio zio Calogero Falci aveva solo 20 anni, credo che di lui neppure questa sconce dichiarazioni insinuanti un tentativo di fuga esiste. I genitori non avevano bisogno di pensione di guerra o non gliel'hanno accordata.
Mio nonno dal fronte in quei 24 giorni che vi dimorò scrisse dalle luride trincee tragiche lettere alla moglie perché pregasse sua madre a farlo ritornare a casa: era anziano, aveva cinque figli, tre fratelli in guerra ed un paio già morti.
Invece non solo lo chiamarono a 37 anni alla guerra ma lo intrupparono nella brigata Catanzaro, una tragica brigata, e fatto un fugace addestramento ad Adernò lo spedirono a morire in Slovenia, visto che si doveva liberare Trento e Trieste. La brigata Catanzaro doveva essere di complemento , vi dovevano essere militari addetti alla sussistenza e alla sanità. Ma Cadorna doveva riempire le famigerate doline di Hudi Log e là finì (e morì) mio nonno. Come? impallinato da qualche cecchino austriaco. Una foto austriaca immortala quella ripresa delle doline di Hudi Log come nel foglio che riportiamo. Nessun assalto. Gli italiani si erano dati alla ritirata precipitosa quel 24 maggio del 1917. Mio nonno non era un montanaro, era inceppato da quella lurida divisa, era goffo, sarà stato un divertimento per quegli addestrati soldati austriaci mirarlo centrarlo colpirlo. E i suoi commilitoni lì lo lasciarono in montagna e lì vi rimase non seppellito sotto coltri di neve invernali e forse in pasto di lupi e di cani. Il burocrate in divisa manco legge la formula di rito. Vi era pure il dubbio che mio nonno avesse disertato. Chissà come faceva tra quei monti dopo quasi un mese acquattato in quelle disumane doline.
Eppure ogni sera mio nonno, analfabeta, dal prete cappellano o da commilitone che sapeva scrivere dettava le sue sgangherate strazianti lettere alla moglie. Erano invero cartoline postali militari. Ora le ho io. Le vado pubblicando a dileggio di tutto questo apparato militare italiano che trattava i soldati come spregevoli numeri matricola. Quella matricola n.° 10.439 che mio nonno portava al collo e che mani pietose mai raccolseroe sulle radure delle doline slovene.
E dopo morto mio nonno ancora deve avere una lapide o una via o un cippo che lo ricordi assieme ai suoi 31 sfortunati commilitoni trucidati dalla incapacità di Cadorna in quei morti di là persino da Trento e Trieste.
Forse ora il Sindaco Messana si è deciso di ricordare quei suoi concittadini che secondo l'ancor trionfale retorica hanno dato la Vita per la Patria, che si è scordata persino di assicurarne un corretto sia pur disadorno ricordo.
Mio zio Falci Calogero perse la vita non so dove il 5/12/1915 a neppure 20 anni e undici mesi, nello stesso anno in cui l'Italia dichiarava guerra.
Quanto agli altri 30 racalmutesi, evidenti figli del popolino non so nulla. Avevo sollecitato che si cercassero almeno i fogli matricolari. Mi hanno corbellato dicendomi che non li fornivano se non ai parenti stretti, ormai dopo cento anni tutti in paradiso. Avevo domandato che cosa era avvenuto nei registri di Leva. Spariti anche quelli con la scusa che dopo più di un secolo devono mantenere il rispetto della rodotesca privacy. Invece avevano avuto soldi e destro per celebrare fascistamente per la par conditio in quel di Racalmuto gli inesistenti caduti della patria, l'eroismo di chi andò a trucidare italiani in Sagna per conto di Franco e poi poté tornare integro con buona pensione e gratificato da un lavoro in 000patria ben retribuito, ogni onore e gloria..
Per costoro strade ed onore addirittura da amministrazioni comuniste, neppure il più vago ricordo; per mio nonno, per mio zio, per questi altri 30 "dispersi" nel 15-18 neppure un ricordo, una citazione, figurarsi un avello, uno stelo.
Pare però che il Sindaco Emilio Messana voglia ora riparare. Sia benedetto.
3 agosto 2014 · Roma
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Santo Petruzzella è pungente assai e sa il fatto suo. Credo che sappia che la sua verrà trattata come pretestuosa provocazione e mai gli verrà data risposta alcuna. Del resto la situazione è talmente intricata che manco se vengono i grandi maestri del diritto amministrativo del Consiglio di Stato che pur conosco, saprebbero dare risposte acconce. Sono trent'anni che ci fottono a noi racalmutesi quanto a monnezza e dobbiamo a loro modo di pensare continuare a penderla in quel posto e tacere. Se staremo buoni uno "sconticino" sulla spesa ce lo accordano; mai mi sarei aspettato da un uomo di sinistra (sì, dell'estrema sinistra rossa) un siffatto cinismo.
Santo si chiede quante sono le unità tassate! Ho sottomano due elenchi pubblicati nell'ALBO PRETORIO del 5 maggio del 2012 (entravano i nuovi commissari): 568 soggetti venivano denunciati come "evasori catastali". Non so se hanno aggiustato il contenzioso catastale, sono certo che quello conseguenziale dei connessi tributi locali sta lì ancora in attesa di venire sanato con gravi omissioni degli organi comunali, dai dirigenti responsabili per la legge Bassanini ai redattori dei bilanci di questo triennio ai commissari ed ora al nuovo sindaco..
Non so se mi spiego?
Ho messo varie volte sull'avviso e quello che me ne viene è uno sprezzante sogghigno fatto circolare in paese come se io fossi un alienato di mente. Mi costringeranno a dimostrare che non lo sono.
Santo parla di regolamento TARI approvati notte tempo. Dovrò cercarlo e studiarmelo. Intanto a Commissari licenziati io e Cicciu Marchisi un paio di mesi fa ci siamo adoperati per sapere quale regolamentazione è in atto operante circa la tassa della monnezza, comunque la si voglia chiamare. Cicciu va in Comune, chiede con precisione e il bon ton che lo distingue spiegazioni in proposito. Gli dicono che il regolamento c'è ed è pubblicato nell'Albo Pretorio. In effetti lì un bel regolamento c'è. Non è pubblicato chi e con quale autorità ha stabilito che venga pubblicato: ma il Regolamento è tutto sciorinato. Io l'acquisisco e lo confronto con quello fattomi avere dall'avvocato Brucculeri un anno fa: identici. Vige quel regolamento anche per l'anno in corso? Tutta la tassazione sulla monnezza è illegittima per palese contrasto con l'art. 1 del regolamento. Le pretese del Comune sono a primo avviso una sorta di malversazione. Tutti gli avvisi con simulati F24 annessi a dir poco una tentata estorsione. Colpevoli chi? L'Ufficio Tributi del Comune, l'Ufficio ragioneria, i Commissari ed ora il sindaco e uffici collegati? E questo Comune, questa nuova amministrazione che fa? approva il bilancio consuntivo con quel criminale imputazione del costo per smaltimenti dei rifiuti di 440 mila euro che è palese costo non inerente, a dir poco? Si assumono questi ragazzotti della maggioranza e della minoranza le conseguenti responsabilità di indole penale? Incolti come sono non se ne accorgerebbero neppure. E mi dicono che quanto a costi non inerenti monnezzari quest'anno saliamo ad oltre 700 mila euro.
E ci riempiono di ciarle, di articoli di giornali, di notizie sulle giustificazioni del non assenso della minoranza che si lamenta solo che gli sconti dovrebbero essere maggiori. Ma che siamo nel mercato delle vacche?
Occorre solo giustizia equità tributaria, correttezza massima e controlli efficaci. Il patrimonio racalmutese è talmente vasto che basterebbe un concordato ravvedimento operoso (ieri leggevo che il Fisco sta mandando lettere a certi contribuenti per dir loro che risultano spese esorbitanti rispetto a redditi dichiarati esigui per il 2012: vogliono utilizzare l'istituto del "ravvedimento operoso"? : qualcosa del genere perché non lo fa il Comune di Racalmuto? altro che sconti verrebbero fuori: non ce ne sarebbe bisogno! E con quell'esubero di personale tutto si potrebbe conseguire agevolmente e con i maggiori proventi pagare magari gli straordinari e qualche premio di rendimento agi impiegati, oggi spesso fannulloni non per colpa loro).
Se quel Regolamento è nullo (e tutto lo fa pensare) allora abbiamo avuto tassazione precorsa ed anche attuale senza regolamento, in totale illegalità. Quello che oggi è il vice presidente del consiglio e che si sente un cattedratico al riguardo ci vorrà dare un qualche ragguaglio in proposito?

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