mercoledì 21 settembre 2016

Lillo Taverna ha condiviso la foto di Gianni Pettenati.
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Lillo Taverna L'ho preso da te, Orne'!!!
Lillo Taverna Chissà che insieme non mettete su un bel recital canoro- recitativo, regia della Masi, al Mandrione del CASC della Banca d'Italia? Mandrione

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Coordinate: 41.87592°N 12.536731°E (Mappa) Il Mandrione è un'area urbana del Municipio Roma VII di Roma Capitale. Fa parte della zona urbanistica 9B Tuscolano Sud, nel quartiere Q. VIII Tuscolano.
È posto alla destra del tratto iniziale della via Casilina.

Prende il nome dalla via che la attraversa, da via Casilina (altezza Pigneto) a via Tuscolana (altezza Porta Furba), la quale a sua volta si rifà all'antica usanza di portare nei prati di allora mandrie a pascolare.[senza fonte]

Via Casilina Vecchia

Indice [nascondi]
1 Storia
2 Progetti artistico-culturali sul Mandrione
3 Dal degrado all'integrazione
4 Zone limitrofe
5 Collegamenti
6 Note
7 Bibliografia
8 Collegamenti esterni

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La ferrovia dal ponte di via Casilina Vecchia
La zona fu inizialmente occupata dagli sfollati del bombardamento di San Lorenzo del 1943, che vi costruirono delle baracche sotto gli archi dell'acquedotto Felice. Successivamente, dagli anni '50, divenne famosa come zona di zingari e prostitute.[senza fonte]

Il Mandrione è citato in diverse opere letterarie e cinematografiche, fra tutte quelle di Pier Paolo Pasolini che è stato anche spesso ritratto mentre passeggiava per via del Mandrione e nei suoi dintorni.

Nonostante l'intento politico e culturale volto a riqualificare l'area, via del Mandrione rimase fortemente degradata fino alla seconda metà degli anni '70, quando il lavoro svolto dal 1975 al 1984 da Angelina Linda Zammataro, nota anche come Linda Fusco - psicologa e pedagogista, fondatrice del metodo della psicoanimazione - riuscì a dare una svolta risolutiva, tanto che, negli anni successivi, il Mandrione è diventato una zona residenziale dalla viva attività artigianale, dove, affiancati all'acquedotto, si alternano esercizi commerciali, anche di una certa eleganza,[senza fonte] palazzine, officine, botteghe di artigiani, treni (almeno 3 linee ferroviarie si snodano intorno alla via principale).

Progetti artistico-culturali sul Mandrione[modifica | modifica wikitesto]

Via Casilina vecchia (1982)
Di grande interesse l'inchiesta svolta nell'aprile del 1956 dall'antropologo Franco Cagnetta e dal fotografo Franco Pinna (1925-1978). Supportata dall'editore Giangiacomo Feltrinelli, fu seguita da vicino da importanti personaggi della cultura come Elsa Morante, Goffredo Parise e Pier Paolo Pasolini.[senza fonte]

Partiva, con la visita al Mandrione, un ampio progetto sulle borgate romane e si innestava su una ricerca di Giorgio Nataletti e Diego Carpitella sulle usanze coreutico-musicali degli zingari residenti nelle vicinanze della via Casilina. Le danze e le musiche rom furono perciò oggetto di una documentazione integrata, che associava le fotografie di Pinna alle registrazioni sonore.[senza fonte]

Il progetto proseguì con la visita della zona delle prostitute, verso la via Tuscolana, giungendo fino alle baracche dell'Acquedotto Felice. La documentazione fotografica realizzata da Pinna in questo frangente viene ritenuta fra le più importanti di tutta la fotografia neorealistica.[senza fonte]

Dal degrado all'integrazione[modifica | modifica wikitesto]

Linda Zammataro sale al Campidoglio con la zingara Maria
Linda Zammataro, durante la sua sperimentazione nella scuola elementare "G. Cagliero" nel quartiere Appio-Tuscolano di Roma, si trovò ad affrontare il problema dell'integrazione degli zingari nella scuola. La scientificità del suo metodo la portò a prendere visione dell'ambiente famigliare dei bambini della comunità ROM del vicino vicolo del Mandrione. Le condizioni di vita erano inaccettabili: roulotte e baracche erano immerse nel fango e mancava l'acqua corrente. Non era possibile pensare all'inserimento nella scuola - presupposto essenziale per l'integrazione nella società - senza prima risolvere degnamente il problema abitativo.

Così iniziò una lunga operazione politico-culturale che portò alla creazione di una coscienza civica negli zingari lì residenti. Dopo una lunga mobilitazione, che ha visto la realizzazione per la RAI di due documentari dal titolo Al margine e Essere zingari al Mandrione - regia di Gianni Serra - la produzione delle mostre Crescere zingaro al Mandrione e Zingaro a tre anni presentata al Continente Infanzia, Angelina Linda Zammataro riuscì a fare assegnare dal Comune di Roma agli zingari e ai baraccati di via del Mandrione degli alloggi popolari a Spinaceto[1], periferia sud di Roma.

L'abbandono del Mandrione da parte dei suoi ‘‘abitanti coincise con l'abbattimento delle baracche per impedire che le stesse venissero occupate da altri disperati. Da quel momento ha avuto inizio il processo di riqualificazione e di recupero del territorio.

Gli zingari del Mandrione traslocano dalle loro baracche sotto la supervisione di Linda Zammataro
Zone limitrofe[modifica | modifica wikitesto]
Arco di Travertino
Pigneto
Torpignattara
Villa Lais

Collegamenti[modifica | modifica wikitesto]

Ferrovia Roma-Giardinetti.svg
È raggiungibile dalla stazione Villini.

Note[modifica | modifica wikitesto]
1.^ C. Di Rienzo, M. Cappellani (a cura di), ‘‘A scuola con il mondo, Roma, Castelvecchi, 2010, p. 127 e p. 281.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Invito al Mandrione, in Invito a..., Roma, Palombi Editori, novembre 2002, ISBN 978-88-7621-279-6.
Caterina Di Rienzo e Massimo Cappellani (a cura di), Angelina Linda Zammataro: A scuola con il mondo. Un'esperienza modello, un modello di esperienza, Roma, Castelvecchi, 2010, ISBN 978-88-7615-509-3.
Alessandro Giangrande e Adriana Goni Mazzitelli (a cura di), Mandrione metropolitano. Pratiche e strategie di riappropriazione della città. Il caso di via Casilina vecchia e via del Mandrione a Roma, Roma, Aracne Editrice, 2011, ISBN 978-88-548-4351-6.
Angelina Linda Fusco Zammataro, Crescere zingaro, in Lacio Drom, nº 2, Roma, Centro Studi Zingari, 1980, pp. 25-31.
Angelina Linda Fusco Zammataro, Relazione su Teodoro, in Lacio Drom, nº 1, Roma, Centro Studi Zingari, 1984, pp. 41–45.
Romeo Martinez e Bryn Campbell (a cura di), Franco Pinna, in I grandi fotografi, Milano, Fabbri Editori, 1982.

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