venerdì 1 luglio 2016

Anchusa azurea

Anchusa azurea

Da Lidiazitara @LidiaZitara
Anchusa azurea
Non ricordo se i grandi poeti dellle erbe spontanee, nomadi, pioniere, vagabonde, ciclabili, urbane, guerrigliere, ferroviere, e a propulsione anemofila abbiano detto qualcosa sull’Anchusa azurea.
Probabilmente sì, e io non lo ricordo, forse non sarà stato memorabile. Preparatevi perché non sarà memorabile neanche quello che ho da dirvi io: mi piace immensamente il suo colore azzurro in fiori piccoli, radi, dai petali tondi, come quelli che disegnano i bambini. Sì, proprio un fiore da ora di disegno alle elementari, non fosse per la sua peluria spinosa, per il suo tomento e le foglie setolose, e tutti quegli accidenti botanici dai nomi ispidi che i bambini attribuiscono alle erbacce perché nessuno gli insegna il contrario.
A volte è di un noioso viola tendente al blu, ma quando è blu, è vero “blu klein”, e i fiori radi, il portamento aperto, ne fanno una di quelle piante così difficili da usare bene, in un bordo misto. Sarebbe facile sparpagliarla un po’ ovunque, vicino alle rose, al posto delle Nepeta, per non correre il rischio di apparire ovvi e scegliere sempre i soliti fiori blu “d’accompagnamento” ( Perovskia, lavanda, Salvia farinacea, Penstemon, lupini, Delphiunium, e tutta la compagnia delle spighe azzurre/malva/indaco/viola/violetto/violino e violoncello), ma allora apparirebbe troppo “erbaccia”, perché la sua bellezza non accompagna quella di fiori grassi e tronfi come quelli delle rose.
Una bustina di semi di Anchusa costa circa tre o quattro euro, alla fine siam tutti buoni a seminarla e farla crescere, ma a farne risaltare il deciso, eppur timido blu? Un blu puntuale, non invadente ma ben definito. Un blu che non deve coprire ma scoprire, e che non deve essere coperto, altrimenti sparirebbe.
Forse meglio lasciarla ai campi, dove il verde delle erbe le fa da sfondo, o ai margini delle strade, tra il grigio del cemento e il grigio più scuro dell’asfalto?
Non saprei.
Penso che meriterebbe di più in giardino, e non solo in quel tipo di giardino à la Oudolf, con graminacee, Allium e fiori che transitano dal reame delle erbacce a quello delle ornamentali, e viceversa.
Sarebbe bello sapere cosa ne pensano plantsman e plantswoman d’Italia.

Archiviato in:fiori, Foto e immagini Tagged: anchusa azurea, wildflowers

Da Lidiazitara @LidiaZitara
Anchusa azurea
Non ricordo se i grandi poeti dellle erbe spontanee, nomadi, pioniere, vagabonde, ciclabili, urbane, guerrigliere, ferroviere, e a propulsione anemofila abbiano detto qualcosa sull’Anchusa azurea.
Probabilmente sì, e io non lo ricordo, forse non sarà stato memorabile. Preparatevi perché non sarà memorabile neanche quello che ho da dirvi io: mi piace immensamente il suo colore azzurro in fiori piccoli, radi, dai petali tondi, come quelli che disegnano i bambini. Sì, proprio un fiore da ora di disegno alle elementari, non fosse per la sua peluria spinosa, per il suo tomento e le foglie setolose, e tutti quegli accidenti botanici dai nomi ispidi che i bambini attribuiscono alle erbacce perché nessuno gli insegna il contrario.
A volte è di un noioso viola tendente al blu, ma quando è blu, è vero “blu klein”, e i fiori radi, il portamento aperto, ne fanno una di quelle piante così difficili da usare bene, in un bordo misto. Sarebbe facile sparpagliarla un po’ ovunque, vicino alle rose, al posto delle Nepeta, per non correre il rischio di apparire ovvi e scegliere sempre i soliti fiori blu “d’accompagnamento” ( Perovskia, lavanda, Salvia farinacea, Penstemon, lupini, Delphiunium, e tutta la compagnia delle spighe azzurre/malva/indaco/viola/violetto/violino e violoncello), ma allora apparirebbe troppo “erbaccia”, perché la sua bellezza non accompagna quella di fiori grassi e tronfi come quelli delle rose.
Una bustina di semi di Anchusa costa circa tre o quattro euro, alla fine siam tutti buoni a seminarla e farla crescere, ma a farne risaltare il deciso, eppur timido blu? Un blu puntuale, non invadente ma ben definito. Un blu che non deve coprire ma scoprire, e che non deve essere coperto, altrimenti sparirebbe.
Forse meglio lasciarla ai campi, dove il verde delle erbe le fa da sfondo, o ai margini delle strade, tra il grigio del cemento e il grigio più scuro dell’asfalto?
Non saprei.
Penso che meriterebbe di più in giardino, e non solo in quel tipo di giardino à la Oudolf, con graminacee, Allium e fiori che transitano dal reame delle erbacce a quello delle ornamentali, e viceversa.
Sarebbe bello sapere cosa ne pensano plantsman e plantswoman d’Italia.

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