venerdì 17 giugno 2016

Macaluso dopo la fece pagare a don Peppino: questi fu costretto, perché non ripresentato da Emmanuele, a scappare nottetempo, scadutogli il mandato parlmentare . ed a nascondersi in una casa di montagna a Vallo della Lucania, casa del dirigente BI ma anche sindacalista rosso, Angelo De Mattia. Che dopo ne ebbe merito.

Scrivevo in Soldi Truccati (pg. 142): "Nel settembre del 1979 il quotidiano 'Lotta Continua' pubblica il fitto elenco di enti pubblici che hanno depositato soldi presso lo sportello di via Veneto della Banca Privata Finanziaria, già sede del Credicomin, l'azienda di credito in liquidazione coatta di cui era presidente il principe nero Junio Valerio Borghese."

A San Macuto, dopo, - e questo libro molto vi concorse - si celebrò l'inchiesta parlamentare sul caso Sindona, Vice presidente il comunista Emmauele Macaluso.


Testimone il sottoscritto, don Peppino D'Alema, il padre di Massimo, di concerto on me, voleva farmi chiarire questo passaggio inquietante. Salta su tutte le furie Emmanuele Macaluso: del caso Borghese non si doveva parlare. Fui intinato a tacere. Perché? Ancora non so. E dire che si arrivava alla tragicommedia del colpo di stato tentato dalla Forestale d Cittaducale. O forse per questo. Macaluso dopo la fece pagare a don Peppino: questi fu  costretto, perché non ripresentato da Emmanuele, a scappare nottetempo, scadutogli il mandato parlmentare . ed a nascondersi in una casa di montagna a Vallo della Lucania, casa del dirigente BI ma anche sindacalista rosso, Angelo De Mattia. Che dopo ne ebbe merito.
Calogero Taverna

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