lunedì 27 giugno 2016

Il teatro REGINA MARGHERITA di Racalmuto

Quanto mi piacerebbe assistere al Regina Margherita (riaperto) alla demoniaca teatralità della divina Masi che recita - metto l'indicativo amando certezze e tediandomi con le ipotesi - in monologhi i passi salienti della Medea euripidea (a me il teatro di Seneca sia pure sotto la regia di Ovadia non mi penetra: sono di agnazione graca discendo dalla Magna Grecia con Racalmuto tutta ad onta dell'apocrifo lemma patronimico). Essendo poi noi vetusti ellenici anche triviaii (amiamo l'agorà) e di schietto Eros popolano gradiremmo le sollecitazioni di quella magnifica orchestrina dell'Orologio atta a far danzare cantare ed anche recitare l'esotica poliedrica Ornella. Potremmo intenderci intanto per svegliare l'apatico sindaco di questi tempi: gli inceppi burocratici e le picciole crisi di liquidità saprei risolverli in un fiat. (Come ho già scritto). Racalmuto nasconde 15 milioni di euro di crediti certi liquidi ed esigibili quali soprvvenuenze attive. Basterebbe riesumarli e farli riscontare sotto fascia magari dalla stessa Filiale CSRPBI della BI di Agrigento (e se lo dico io credo che mi si debba credere). La signora Masi potrebbe invitare il ministro dello spettacolo (ce n'è uno?) a vigilare sugli intotterabili ostacolili dell'incutura buroctatica agrigentina (quante infiltrazioni mafiose?) e in un fiat gli impedimnti ostativi addotti si squaglierebbero come neve al sole. Contesto infine una doglianza riproposta dalla stessa signora Masi: è il teatro che muore per colpa del PD o è il PD va morendo per colpa del teatro oggi abulico consuetudinario senza fantasia senza geniale creatività aduso a vivacchiare per le provvidenze governative? All'Orologio la divina Masi dopo le affabili reminiscenze di una Roma marchettara sia pure in rispettabilissimo avanpettacolo ecco calarsi demoniacamente in una erinnica ira arcigna gorgonica caravaggesca. Mi annichilì. Io son greco! Calogero Taverna

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