Notizie

Lillo Taverna
Lillo Taverna Questo l'insegnamento accademico: la realtà altra; la poetica opposta, la didattica noiosa, la linguistica poderosa. Diciamolo senza pudori o remore riverenziali: ogni parola è un mondo unico non intercambiale.-Non esistono due parole che abbian lo stesso significato. Posso accedere ad una teorica che ammetta la tautologia: dire cone diverse parole l'identica cosa. Arduo poi a concepirla nel concreto. Già colocare una parola in punti diversi di un periodo camba senso e musicalità. Il parlare come lo scrivere è precipuamente musica. Musica di varia rilevanza,. dal romantico al dodecafonco, dalla sinfonia alla melodia e al monodico salmodiare del divino canto gregoriano. Arriviamo alla prosa di Ornella Pennacchioni. Un critico serio che all'epoca si diceva "commediografo e scrittore", Alessio Patti di Sicilia, uomo rigoroso di tosta cultura, pretendeva che in Ornella Pennacchioni "i contenuti non sono asserviti alle parole, ma sono le parole a venir dietro ai contenuti" arditezze maliarde ma a mio avviso non convincenti. . Se restiamo nella teoriaca catoniana del "rem tene, verba sequentur", Ornella è bruciata. Non ha "res" alcuna da proporre o imporre o deporre o supporre. Lei ha solo l'imperativo categorico del dire per dire ma con eleganza, in modo barocco persino e spesso rococò. Lei vuol solo apparire.E' narcisista: si ammira e si sdilingua. E non le basta nè la paratassi e neppure l'ipotassi. Il suo dire esplosivo, poetico, avviluppato, concorde nella totale discordia è il suo eros, la sua femminilità concupiscente, il suo gioco amoroso, il suo mefistofelico diniego. Il suo perdersi e il suo ritrovarsi. Maniaca e saggia, giocanda e triste. Secondo Alessio Ornella impudenteente, altezzossamente amandosi e in fondo disprezzandoci direbbe "imparate a sapermi".
Mi piace · Rispondi · 44 min
..
Lillo Taverna
Lillo Taverna Quindi deduzione inelittabile? Sotto il vestito il nulla, come sotto l'estrosità cretiva dei grandi abiti degli stilisti d'italico ingegno le silfidi che quegli abiti mostrano ondeggianto in lubriche passerelle non hanno nulla sotto? E no! Sotto gli abiti alla moda degli stilemi scrittori della Pennacchioni, c'è lei con la sua anima, con il suo corpo, con i suoi amori (se mai ne ha avuti), i suoi silenzi espressivi le sue rabbie esistenziali, il suo mondo piccolo borghese, la sua terra periferica, le sue ambizioni tradite, il suo teatro mancato, le sue estasi incompiute, il suo novecentesco secolo senza grandi gioie, senza grandi passioni, senza perdizioni depravanti, tutto disciplinato pur nell'indisciplina nell'andare fuori riga nei balletti della Masi, con le sue belle cosce affusolate, appetitose, invitanti al peccato, ma solo quello di pensiero, con il suo atterrirsi per l'occaso incombente, il suo intenerirsi per la figlia, per i due nipotini, per l'amico di tetatro che muore anzitempo, con il suo dover tornare a casa ad accudire allo sposo o compagno che sia. E lei grida, ciarla, colloquia, sperduta ma compunta non capendo non tollerando avendo ripulsa della avvilente quitidianità.