lunedì 27 giugno 2016

Bolero Patrizia Masi ecco a voi davanti a questa pubblica piazza una pubblica donna .... ahahahahaaahahahaaaaa
Lillo Taverna che vi sberleffa danzando. L'ho vista inobliabile all'Oeologio di Roma.
Lillo Taverna incantevole, soave, erinnica, colloquiante, rievcatrice inibente, ammiccante erudita femminea creatura d'alto ingegno. Ovvio in PUBBLICO su tavole più larghe dell'intera platea, Oh com la vorrei insieme ad Ornella nel teatrino di Sciascia il Regina Margherita di Racalmuto.
Lillo Taverna E là davvero ammalierebbe mettiamo con Medea di Euripide
Lillo Taverna Come mi pacerebbe sentirla declamare: Ahimè, ahimè! Non ora per la prima volta ma spesso o Creonte, la fama mi ha danneggiato e mi ha causato grandi mali. Chiunque sia per natura sensato non deve mai far istruire i figli in modo che diventino otre misura sapienti. Oltre ad avere la reputazione di ignavia, si procura un'invidia malevola da parte dei cittadini. Infatti se porgi agli stolti un nuovo sapere, sembrerai persona incapace, certo non sapiente. Se, invece, sarai ritenuto superiore a coloro che hanno fama di possedere una cultura brillante, in città apparirari persona molesta. E io stessa ondivido questa sorte: io che sono sapiente, ad alcuni sono odiosa, per altri incapace di iniziativa, per altri il carattere opposto, per altri ancora ostile: cioè non sono veramente sapiente. Tu dunque hai paura di me: credi tu che ti toccherà subire qualcosa di sconveniente da parte mia? Non sono certo in grado - non tremare di fronte a me, Creonte - di commettere qualche offesa contro tiranni. Tu del resto, che torto mi hai fatto? Hai dato in sposa tua figlia a colui al quale ti portava il cuore. Ma è mio marito che odio; tu anzi io credo. ti sei comportato da persona assennata- E non provo invidua per il fatto che le cose ti vanno bene, Godetevi pure le nozze, siate felici; ma questa terra lasciate che io l'abiti.Anche se ho subito un'ingiustzia, saprò tacere, cedendo a chi è più potente.
Lillo Taverna Quanto ascolto attonito ed annuente avrebbe tra quei modesti uditori di dimesse fattezze, gente della terra di Sciascia, la terra del sale e dello zolfo e del caciummo ma che viene da lontano dalla stessa Grecia di Euripide e che intanto vice quell'anatema: ha istruito i figli in modo che diventssero oltre misura sapienti. E vive adeso lo sherno degli altri: la reputazione d'ignavia e l'invidia malevola dei propri concittadini.

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