sabato 7 maggio 2016

Che io sia un "involontario" di tutto è ormai cosa assodata in quel lembo di terra rimbecillito che mi diede i natali. Basta sentire Terrana o leggere colpi di spillo. Ora persino "megalomane" a dire di una gran signora e se volete "vitando" virtuale per scomunica latae sententae di accademici dei vermi o di pingui sacerdotesse delle scuole canicattinesi.
Mi ritrovo "involontario" persino a proposito di un libro del Falconcini. Il testo mi era volontariamente familiare per come si può evincere dalle mie puntuali e antisciasciane ricostruzioni storiche della Racalmuto preda garibaldina.
Il libro invero - diciamola tutta - ha tutta l'aria di essere stato preda di Sciascia cleptomane dei volumi senatoriali in quel periodo in cui fu ingrato senatore pannelliano.
Attenzionato con merito dal Vassallo che se ne serve per un suo sapido racconto della rivolta del '62 in quel bruciamento dell'archivio comunale che genitrici assessoriali lasciano amputato.
Una piccola nota morale è concessa? Se non si ha rispetto per gli altri nelle satiariasi di propria esaltazione non si può pretendere poi religioso rispetto da chi non si rispetta.
Calogero Taverna
archivio e pensamenti
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sabato 7 maggio 2016
IL FALCONCINI RITROVATO (E RIPUBBLICATO). Quelle telefonate di Enzo Sellerio
https://books.google.it/books?id=skmmTsVMIVsC&redir_esc=y
Ora Google ci ha abituati ad avere a disposizione, anche se in versione digitalizzata, libri antichi e libri rari, ma una vota non era così. Ogni singola copia aveva la sua storia e poteva animare un'epopea. Posso portare un esempio.
Enzo Sellerio, che frequentai con una certa familiarità negli Anni Novanta del secolo scorso, prima di ripubblicarla, diverse volte mi telefonò credendo di averla prestata a me, la copia del Falconcini: me ne fa ricordare ora involontariamente Calogero Taverna che, veramente, ne ha scritto tempo fa, ma soltanto ora faccio mente locale:
"domenica 13 gennaio 2013
Il 1862 a Racalmuto secondo una nostra ricognizione di una diecina di anni fa *
Una quindicina di anni fa andammo in cerca del libro del Falconcini; risultava irreperibile. La copia al senato, smarrita. Finalmente in una biblioteca specializzata di Roma quel libro lo trovammo; a mano ne trascrivemmo delle pagine. Credevamo di avere l'esclusiva: dopo a Racalmuto la introvabile copia venne fuori, pare per disponibilità del Sindaco Petrotto che pare l'abbia avuta dallo Sciascia. Ne fu fatta pubblicazione."
http://contraomniaracalmuto.blogspot.it/2016/03/domenica-13-gennaio-2013-il-1862.html
Non solo in generale ma c'era un motivo in particolare per cui il libro pubblicato dall'ex Prefetto Enrico Falconcini poteva interessare i racalmutesi: il capitolo sui "Vandalici fatti consumati a Racalmuto".
In effetti il libro verrà citato diverse volte da Sciascia. I fatti narrati offrono spunti.
Ricordo il compiacimento di Enzo nel mostrare a me e a Nicolò D'Alessandro, dispiegandola con delicatezza, la tavola con l'illustrazione delle gallerie scavate in carcere dai 127 detenuti evasi dalle "prigioni centrali di Girgenti" la notte tra il 24 e 25 dicembre del 1862.
Dispiegamenti di tavole illustrative e riferimenti racalmutesi a parte, ricordo che quando venne pubblicato, anzi ripubblicato, me ne rallegrai. Prima della pubblicazione infatti mi inquietò qualche richiesta telefonica.
Di quelle telefonate ho un ricordo vivo.
- Pronto. Chi è?
- Sono Enzo Sellerio. Sai, la copia del Falconcini che ti avevo prestato... volevo chiederti...
- Ma non l'hai prestata a me.
- Pensavo di avertela prestata, l'altro giorno, quando l'abbiamo guardata insieme...
- No, Enzo, l'avrai prestata a un altro, a me, no.
- Credevo di averla prestata a te.
- No, Enzo, assolutamente.
Queste le battute del dialogo telefonico: tra inquietudine e disagio ne ero ogni volta dispiaciuto anche perché dal tono della voce coglievo un pungente rammarico animato dal desiderio di riavere indietro quella copia per vari motivi. E lo capisco, Enzo era un bibliofilo; inoltre, da editore ricercato qual era poteva progettarne la riedizione, come in effetti da lì a qualche anno sarebbe avvenuto e del libro con prefazione del Camilleri e arricchito con parecchie foto, dove con piacere lessi del ringraziamento dei racalmutesi Giovanni Di Falco, Giuseppe Di Falco, Pietro Tulumello e Salvatore Restivo Pantalone, me ne fece anche dono.
Questa, confesso, è l'unica copia che ho.
P. C.

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