lunedì 18 aprile 2016


La cultura di Castelluccio
 

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LA CULTURA DI CASTELLUCCIO NEL TERRITORIO DI AGRIGENTO

Luigi Bernabò Brea La Sicilia prima dei Greci, 1958
Serraferlicchio

La Sicilia in questo periodo presenta un aspetto molto diverso da quello delle isole Eolie e soprattutto non possiede una cultura unitaria. Al contrario ci appare divisa in diverse province culturali, ciascuna delle quali presentante caratteri propri. La più conosciuta delle culture siciliane di questa età è la cultura di Castelluccio, di cui l'Orsi aveva definito i caratteri fin dal 1890, considerandola come tipico esponente del suo «primo periodo siculo». La cultura di Castelluccio si estende su tutta la parte sud-orientale e meridionale della Sicilia. Essa prende il nome dal villaggio di Castelluccio, sito a una ventina di Km da Noto, dal quale proviene uno dei maggiori complessi di materiali di questa età.
La civiltà di Castelluccio è caratterizzata da una ceramica dipinta con linee brune o nerastre su un fondo giallino o rossastro, rare volte con ritocchi biancastri, le cui forme e i cui motivi decorativi presentano scarsa varietà e si ripetono con grande frequenza
Anche nel territorio di Agrigento la civiltà castellucciana presenta caratteri propri assai differenziati.
In realtà piuttosto che di una facies unica dovremmo parlare di due facies distinte, che rappresentano senza dubbio due momenti dell'evoluzione culturale di questa regione. Ad un primo momento dovremmo assegnare le necropoli di tombe rupestri di Naro presso Agrigento e di Partanna presso Selinunte.
I vasi di queste necropoli, sia nelle forme che nei motivi della decorazione dipinta, per quanto in qualche caso già arieggianti i tipi castellucciani, sembrano però nel complesso ancora molto vicini stilisticamente a quelli di Sant'Ippolito.
Sembrerebbero quindi corrispondere a un momento precastellucciano o meglio forse protocastellucciano.
Alcune delle forme, come le anfore a corpo depresso e i bicchieri a colletto si possono considerare come derivazioni lievemente modificate di prototipi dell'orizzonte ceramico di Sant'Ippolito e trovano soprattutto stringenti confronti nelle forme della ceramica della Conca d'Oro, che da Sant'Ippolito è fortemente influenzata.
Nelle decorazioni prevale il motivo dei fasci di linee verticali scendenti da una linea orizzontale (che accentua in genere una delle linee costruttive del vaso come la base del collo o il massimo diametro) e prolungantisi fino al fondo o arrestantisi poco prima di esso. Motivo che è uno dei più tipici dello stile di Sant'Ippolito.
Invece sono una particolarità locale, che non si trova a Sant'Ippolito, sia le fasce verticali di fine reticolato, sia e più la frequente decorazione a fasce orizzontali degli alti colli dei vasi.
In realtà lo stile di Naro e di Partanna, pur essendo ancora legato a forme e a elementi decorativi propri della facies di Sant'Ippolito, presenta però in confronto ad essa alcune forme e tipi nuovi e soprattutto una decorazione molto più pesante e complessa.
Altre necropoli della stessa regione, come quelle di Montedoro, di Monteaperto, di Monserrato a pochi Km da Agrigento e quella di monte Sara presso Cattolica Eraclea, presentano invece ceramiche dipinte in uno stile molto diverso da quello di Naro e di Partanna e in certo modo più vicino di esso ai tipi del castellucciano orientale.
Ma la decorazione è molto più minuta che quella di Castelluccio e ricopre uniformemente tutta la superficie del vaso, spesso però ripartita entro riquadrature metopali. Anche le forme sono sovente diverse. Per esempio il bicchiere a clepsidra, così frequente nella Sicilia orientale, qui non si ritrova mai. Invece è molto comune un bicchiere biconico, talvolta elevato su un alto piede, che a Castelluccio era assente, e che, notiamolo per inciso, trova ancor più strette somiglianze che i tipi del castellucciano orientale nella ceramica "cappadocia" dell'Anatolia centrale. Gli elementi che ricordavano Sant'Ippolito sono ormai tutti scomparsi nello stile di Monserrato-Montedoro. Abbiamo quindi l'impressione di trovarci in un momento più evoluto di quello rappresentato da Naro e Partanna e quindi ormai in un momento di piena fioritura della civiltà castellucciana.
Due tombe trovate a Torrebigini presso Partanna, agli estremi limiti occidentali dell'area di diffusione di questa cultura, sono straordinariamente interessanti per le correlazioni che ci mostrano fra le diverse culture siciliane di questa età e fra esse e le culture dell'Europa occidentale.
In entrambe queste tombe infatti si trovarono frammenti dipinti dello stile di Monserrato-Montedoro, associati con ceramiche molto più abbondanti tipiche dello stile della Moarda, e con alcuni frammenti di bicchieri campaniformi.
Siamo qui in una zona di confine fra l'area di espansione della cultura castellucciana occidentale e quella della cultura tipo Conca d'Oro. Questa associazione di ceramiche castellucciane occidentali e della Moarda sembra dimostrare la contemporaneità almeno parziale della fioritura di queste due culture.
 
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