lunedì 4 gennaio 2016

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Cea Niscemi Onlus
1 h
Niscemi. Vachellia karroo (Hayne) Banfi & Galasso [= Acacia karoo Hayne]. Mimosacea sudafricana dalle spine candide e lunghe, adatta per realizzare siepi impenetrabili.
Piace a Assunta Russo.
Commenti
Lillo Taverna Tra queste mimosacee ed i corbezzoli che differenza passa? Icorbezzoli di mia cooenza che l'ing. Cutaia coltiva in siepi accanto alla mia Bovo mi pare che sian solo grigi.
Lillo Taverna All’archivio di stato di Agrigento permane il carteggio sull’eroicomico gesto dei Matrona su cui in definitiva quel colonnello citato da Sciascia poggia i grandi meriti di lotta alla mafia di quella celebrata famiglia. Siamo nel novembre del 1873. L’intera corte familiare di quegli ottimati se ne sta ancora in “campagna”, in quella villa cioè esaltata da Sciascia per almeno due volte: nella citata prefazione al libro del Tinebra e nella recente pubblicazione - a spese della comunità comunale provinciale e regionale - “gli amici della Noce”. Nella prefazione (pag. 13) abbiamo questa ammaliata descrizione «Mentre scrivo, nella mia casa di campagna di contrada Noce, ho di fronte - da una collina all’altra - la settecentesca casa di villeggiatura dei Matrona, grande ed armoniosa .. E ancora negli anni della mia infanzia era luogo di meraviglia, di delizia. C’erano palme e magnolie, siepi di rose e d’oleandro, alberi qui rari come i corbezzoli, i giuggioli; e giganteschi pini di fitta ombra e odorosi. C’era pure una grotta che nelle pareti e nella volta era stata rivestita di cristallini, splendenti schisti di zolfo e di salgemma, di stalattiti. C’erano le due fontane: una rettangolare, ad abbeverarvi i cavalli; l’altra rotonda, grande, in mezzo una colonna con sopra un vaso traboccante di capelvenere - e il fresco suono dell’acqua.» E la suggestione si accende di erotismo - insolito in Sciascia - ne “Gli amici della Noce” [pag. 7]: «E delle villeggiature di quella grande famiglia è rimosto favoloso ricordo: delle feste; delle colazioni sull’erba in cui tra i lini e gli argenti, nel profumo delle magnolie, e luminose e profumate come magnolie, donne di mai più vista bellezza splendevano; delle carrozze dorate e stemmate; dei cavalli, dei cavalieri, dei lacché, degli stallieri, dei cuochi.» E l’Autore squarcia il suo usuale velo pudico [pag. 11]: «Dal punto in cui ho l’abitudine di sedere ogni sera, - confida - alla stessa ora, vedo un paesaggio in tutto simile a quello che fa da sfondo all’Amor sacro e all’Amor profano del Tiziano: e la sera trascorre in esso come una delle tizianesche donne serene e opulente. Poi di colpo, come un ventaglio, quella visione si chiude: ed è la notte col suo pergolato di stelle e con la luna così vicina che sembra la si possa colpire e far vibrare come un gong.»

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