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1 minuto fa
Carmelo Antinoro
55 minuti fa
il barone Mendola in uno dei tanti suoi pungenti pettegolezzi confidati ai suoi diari “intimi”.
Scriveva il barone: “In casa di mia sorella, prima per bocca di Chiodo e poi del De Vecchi, Mulè, etc., ho inteso una storiella scandalosa. Peppina, figlia di Stefano Dulcetta e di Pipituna era maritata con Giuseppe Gibbiino, bastardo di don Piddu Vita che fu ucciso nel 1899. La notte del 24 dicembre 1900, come solennità di gozzoviglia ed anche per recare conforto all’afflitta vedovella, Stefano, suo padre, accompagnato dalla Pipituna e dall’altra figlia e genero, si recarono in casa della Peppina. Stefano bussò alla porta, con sorpresa e dispiacere di non vederla aprire, così la figlia rispondeva: <<non posso aprire>>. <<Come, non puoi aprire a tuo padre e tua madre e tua sorella e tuo cognato?>>, rispose Stefano. <<Non posso, non posso>>, disse Peppina. Il padre cominciò a picchiare maggiormente l’uscio. La gente corse abbondante per la strada come notte di Natale, si fermava, si accumulava e faceva ressa attorno a questo chiasso di nuovo conio. Perduta la pazienza Stefano, lasciando sul posto molti dei suoi, corse in casa paterna e ritornò con molti garzoni e con una scala. Si scalò la casa, si abbattè l’imposta, si entrò e si vide l’ingrata scena del drudo insieme alla Peppina, cioè di Salvatore Guarino, di quel Guarino figlio del cocchiere Tano che fu nei servigi del marchese Cafisi per molti anni. Questo Salvatore Guarino era un perfetto farabutto, una cattiva lana. A questa vista inaspettata Stefano Dulcetta con un bastone percosse Guarino e gli ammaccò malamente le ossa facendole a brandelli la giacca nuova e il volto. Stanco del percuotere, il Dulcetta si vide scappare il Guarino attraverso la folla. Stefano e i suoi lo raggiunsero, lo afferrarono in via Giarritella, vicino la casa Pecorazza e rinnovarono la solfa solenne delle legnate, cosicché Guarino fu ben conciato per le feste. È stata la favola del paese. Sciocca lei che sapeva di aspettare il padre che con facile ira si abbandonò ai passi sconsigliati e produsse un grande scandalo. Dulcetta, tutto al più avrebbe dovuto porsi in agguato, fino a che il drudo sarebbe sortito dalla porta, aspettandolo anche fino al far del giorno, conoscerlo e fingere di non conoscerlo, per poi far le giuste vendette circondate da quella prudenza e da quel velo richiesto dalla circostanza. Il fatto stava che, dopo l'accaduto, il vangelo della maldicenza favarese era tutto versato su questo caso. Anche la Peppina insaccò una buona dose di percosse e schiaffi, anche lei ha fatto il buon Natale. La tresca tra Peppina Pipituna e Turillo Guarino durava da mesi, si diceva gravida da un pezzo.
Domenica 20 gennaio 1901 finalmente si è sposato nello stato civile e nella chiesa Salvatore Guarino con la vedova di Gibbiino, cioè con la figlia bastarda di Stefano Dulcetta, in seguito allo scandalo succeduto la notte del 24 dicembre del 1900.
…. E come si dice: dalle spine nascon le rose: il 17 gennaio del 1902 nasceva Gaetano Guarino. L’atto di nascita n. 59/1902 recita: “L'anno 1902, addì 17 gennaio, ore 9 nella casa comunale avanti a me De Vecchi Vincenzo segretario delegato del Sindaco, con atto dell'11 6 1880 approvato ufficiale dello stato civile del Comune di Favara è comparso Guarino Salvatore di Gaetano di anni 25, industrioso, domiciliato in questo Comune, il quale mi ha dichiarato che alle ore 8 e minuti 35 del dì 16 del mese corrente nella casa posta in piazza Garibaldi, al n. 250, da Magro Lucia d'ignoti di anni 23, sua moglie, è nato un bambino di sesso maschile, che egli mi presenta e a cui dà il nome di Gaetano.
Commenti
Lillo Taverna Questo barone però non mi pare un gran gentiluomo.
Lillo Taverna
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