giovedì 10 dicembre 2015

Pietro d'Asaro e Santa Elisabetta a Mussomeli

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9 dicembre 2013 ·

Pietro D'Asaro (monocolo di Racalmuto)
 (Racalmuto 1579 - 1647)
 "SACRA CONVERSAZIONE", olio su tela
 cm 62x88
 Chiesa di San Giovanni Battista, Mussomeli
Lillo Taverna

Lillo Taverna Dobbiamo propalare fole per l'intero mondo? Mi colpisce questa mutazione denominativa. Ciò che nell'inconfutabile catalogo di sciasciama memoria era "LA VERGINE CON S. ELISABRETTA" vedo che ora qui ha i connotati cambiati in "SACRA COVERSAZIONE".
Per l'ignoto pretenzioso critico con tanto di avallo di Leonardo Sciascia  era "dipinto mai ricordato dalla bibliografia storico-artistica". ora qui invece nessun dubbio: tratterebbesi di " Pietro D'Asaro (monocolo di racalmuto) (Racalmuto 1579-1647).
Restaurato nel 1975 (vedo male) l'ignoto restauratorre annota: "è secondo me attribuibile senza dubbio a Pietro D'Asaro, e ascrivibile al periodo-1609-1613".
Ma è un "me" inattendibile non tanto per il fatto che si tratta di "opera attribuita" su basi meramente cervellotiche ma perché la si data nel periodo 1609-1613.
In quel periodo l'ORBO di Racalmuto sì e no riusciva a tratteggiare un improbabile san Giuliano. Il tratto caravaggesco e le "nature morte" di realistica vivacità, se mai riuscì a conseguirlo, fu dopo la Peste del 1625 a Palermo dove era stato abile  a piazzarlo il compagno di seminario, il medico dei gesuiti Marco Antonio Alaimo per via di una santa Rosalia imbrattata su una lisa facciata della chiesetta omonima che si ergeva di fronte al palazzetto della famiglia di origine del racalmutese Alaimo (sotto quello di Catalano che poi acquistò il farmacista Cinquemani).
Certo a Palermo il D'Asaro divenne "commodo per dirla alla padre Fedele che però ne scrisse sì elogiativamente ma un secolo dopo.
I quadri certi di Pietro D'Asaro si contano sulla punta delle dita. Molti quadri che gli si attribuiscono - orrendi, sgrammaticati, naif - appartengono alla sua bottega frequentata da figli e generi. Lui, il Pietro D'Asaro fu solo un abile impresario secentesco. La data precisa della nascita non la sappiamo perché quell'atto di nascita o quel foglio in cui vi era quell'atto di nascita fu asportato da uno studioso che io penso sia l'abate Acquista operante nel '700.
La data di morte è certa peché sta nel Liber in quo adnotantur etc. che il novello arciprete (solo pro forma) dice di non ritrovare più.
Ma io per fortuna ne ho una copia che posso rendere disponibile quando e se richiesto. Purtroppo anche l'originale dell'atto di morte non è più reperibile. Sparito con tutto il volume del liber mortuorum. Nessuno indaga.

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