martedì 8 dicembre 2015

Lillo Mendola da Racalmuto ci erudisce

martedì 19 febbraio 2013

Giocati dalle innovazioni legislative e finanziarie

Il presente articolo di Lillo Mendola, da me passato per e-mail ad un ispettore superiore della Banca d'Italia ora in pensione ma consulente apprezzatissimo di grandi banche nazionali, è stato particolarmente apprezzato. Mi ha telefonato appositamente per congratularsi per la lucidità, la compostezza, la competenza e la chiarezza esplicativa dell'articolo. Rigiro i rallegramenti con vera gioia all'Autore, a Lillo Mendola.


Grazie alla facilità di contatto offerti dal World Wide Web, è possibile, per chi è lontano dalla propria terra di origine, conoscere e partecipare agli eventi che attanagliano o fanno gioire una comunità a cui ti senti profondamente legato.
Grazie alla Rete si ha  la possibilità di rivedere  ed interagire con  vecchi amici dimenticati, conoscerne di nuovi ed apprezzare come le  generazioni precedenti alla tua continuano ad amare, in maniera disinteressata ,le vicende del paese e come le nuove generazioni interagiscono con il resto del mondo.
Inevitabilmente ,nel quotidiano “collegarsi “ ,si  resta coinvolti dalle problematiche che vi si sviluppano ed il dibattito conseguente alla loro risoluzione.

Racalmuto ,per certi versi è legato indissolubilmente con il paese limitrofo Grotte ed al di là dei reciproci sfottò calcistici e di confronto amministrativo entrambi sono oggetto di monitoraggio dal giornale locale Malgrado Tutto il cui Direttore editoriale è originario di Grotte  e dai Blog locali che ne alimentano il dibattito culturale e politico amministrativo. Si è sempre parlato di riunire i due paesi per l’estrema vicinanza dei territori ma vuoi per motivi campanilistici vuoi per la contrastante valutazione  di costi/ benefici  rimangono realtà amministrative a sé  stanti anche se v’è una continua osmosi con una forte compenetrazione di idee, atteggiamenti, esperienze fra gli abitanti.
Nel blog che mi ospita, Contra Omnia Racalmuto , sono stati sviscerati i problemi che dal 2010 hanno contraddistinto la vita politica e amministrativa del paese. Il fatto più eclatante,che ha  avuto una certa rilevanza nazionale ,per essere  il paese di origine dello scrittore  Leonardo Sciascia ed  anche per gli effetti che ha prodotto successivamente, è stato il poco soppesato  scioglimento del consiglio comunale per  infiltrazioni mafiose.
Non che Racalmuto  sia stato esente degli effetti perversi della violenza mafiosa, negli anni  90 ,come tanti paesi dell’agrigentino,  è stato coinvolto nella guerra di mafia con  una sanguinosa faida tra i cosiddetti “stiddari” ed i  “pungiuti” da Cosa Nostra ed a  farne le spese sono state anche delle vittime  innocenti.
Forse in quel periodo sarebbe stato più giustificata una più determinata azione  per far “sentire” la presenza dello Stato .
Il commissariamento del Comune di Racalmuto,alla luce delle risultanze successive, sembrerebbe fatto più per motivi  di  buona condotta  amministrativa ,con l’equilibrio dei conti , che  per “ripulirlo” da elementi mafiosi. Il risultato è stato un continuo inasprimento di tasse e tributi locali e  con esso gli animi dei suoi abitanti già stressati e stremati dalla crisi in generale e proseguiti con gli interventi riparatori di bilancio .
L’aumento dell’ICI /IMU al massimo della tariffa consentita, è stato  giustificato dai commissari  con la necessità di mantenere i posti di lavoro,a tempo determinato ma nei fatti rinnovato alla scadenza, nell’esuberante organico comunale formatosi ,come spesso accade in Italia ,più dal ricorso a  logiche clientelari che da necessità di pianta organica del personale.
Giocoforza, per non far restare senza mezzi di sostentamento svariate famiglie, lu’ racarmutisi   ha acconsentito,suo malgrado, all’aumento.
Successivamente,si è scelto di fare cassa, con l’innalzamento della tassa sull’immondizia (Tarsu) “esternalizzata” come servizio di raccolta e riscossione della stessa ad una società mista formata da un consorzio di comuni della provincia .
Tutto ciò è stato sviscerato nel dibattito della classe politica locale e l’opinione pubblica sempre più presente attraverso gli svariati strumenti di comunicazione tecnologica  quali i vari blog e social media  cittadini e giornale on line.
Quello che più preme far notare è come  le novità o meglio “l’innovazione”  possa creare  problemi non di poco conto nel quieto vivere dei cittadini.
Mentre a Racalmuto la fonte di tante preoccupazioni proviene , per  così dire ,da  una innovazione di tipo legislativo, quale l’esternalizzazione di un servizio, gestito in economia fino ad un certo momento con relativa soddisfazione e costi contenuti  al subentro della  novità invece ,si verifica l’aggravio sproporzionato di costi cui  non corrisponde un servizio adeguato.
A Grotte parimenti, la fonte di preoccupazione dei suoi abitanti , sembrerebbe provenire da un’innovazione di tipo finanziario,ovvero da un “contratto di finanza derivata “ ed è su questa che vorrei porre l’attenzione.
Nel giornale on line delle due comunità, Malgrado Tutto, mi colpisce un titolo :
Essendo per esperienza personale e professionale non proprio a digiuno di cose finanziarie, il primo pensiero che mi sovviene è : – guarda un po’ che differenza mentre il Comune di Racalmuto è in sofferenza, il cugino Comune di Grotte “gioca”.
Immagino i suoi  impiegati comunali concentrati sui “monitor” ad aprire e chiudere posizioni in azioni, obbligazioni ,valute ed a fine giornata tirare le somme della forsennata movimentazione finanziaria.
E’ solo un momento, la lettura dell’articolo vanifica l’immagine, Grotte “precipita nel buco dei derivati” ..nel 2005 il Comune si impegnò ad acquistare dalla Banca Nazionale del Lavoro derivati per due milioni di euro. Ma quello che allora sembrava un “investimento”(il virgolettato è mio ) redditizio - anche se vietato dal regolamento del ministero dell’Economia – si è rivelato un disastro. Caspita vuoi vedere che se Racalmuto piange, Grotte non ride.
Ironia a parte dopo tutta una serie di luoghi comuni sui derivati, per la verità amplificate dai media per i vari  scandali internazionali di banche e finanziarie che stanno caratterizzando i nostri giorni,anche un piccolo paese come Grotte incappa nella sottoscrizione di un  prodotto strutturato di finanza derivata.
In una recente intervista televisiva Alessandro Profumo ,Presidente del Monte dei Paschi di Siena,alla domanda della conduttrice cosa ne pensasse dei derivati li ha paragonati ad un medicinale: può far bene e può far male , quindi da prendere sotto prescrizione  medica .
Il famoso “manager”  già amministratore delegato di Unicredit credo abbia ripreso la definizione dalla prof.ssa Nicole El karoui  matematico famosa per aver ideato un master dove si formano gli analisti quantitativi cosiddetti “Quants” che gestiscono a Londra e New York tali prodotti :-  sono come un farmaco, a piccole dosi è efficace, un uso eccessivo può essere catastrofico – ebbe a dire in una recente intervista.
I derivati ultimamente sono diventati il capro espiatorio della crisi finanziaria ,mentre sono solo dei prodotti capaci di assicurare una copertura contro i rischi di un investimento  finanziario, i problemi sorgono nel momento in cui si utilizzano  quale strumento di speculazione.
Ma chi è stato il medico che l’ha prescritto? E per combattere quale malattia?

Fuor di metafora, l’utilizzo degli strumenti derivati da parte degli enti territoriali trae origine dal decentramento amministrativo e dalla riforma del titolo V della Costituzione nonché dall’eliminazione del regime di monopolio della  Cassa Depositi e Prestiti  nell’erogazione del credito.
Tutto ciò ha spinto verso un aumento dell’autonomia finanziaria delle amministrazioni territoriali  anche in considerazione della politica di contenimento della spesa a livello centrale ,che  ha comportato la necessità per questi enti di reperire nuove risorse esterne per il finanziamento delle proprie spese.
Questo mutamento di scenario,caratterizzato dal sempre maggior utilizzo di strumenti di raccolta del denaro quali mutui passivi e prestiti obbligazionari, ha fatto sì che subentrasse  una logica di gestione attiva del debito, da qui l’utilizzazione di strumenti di finanza c.d. innovativa, quali appunto i contratti derivati.
Il ricorso all’indebitamento da parte degli enti locali trova regolamentazione nell’art. 202 del TestoUnico sugli Enti Locali, D. Lgs. n. 267 del 2000 (c.d. T.U.E.L.), il quale  prevede che “il ricorso all’indebitamento da parte degli enti locali è ammesso esclusivamente nelle forme previste dalle leggi vigenti in materia e per la realizzazione degli investimenti”, fissando  il principio generale in base al quale l’indebitamento di tali enti può essere destinato a finanziare solo spese in conto capitale e non spese correnti, possono cioè ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese d’investimento.
Il quadro di riferimento normativo che regolamenta l’accesso ai mercati ed alle operazioni in derivati è il D.M. 1 dicembre 2003, n. 389, attuativo dell’art. 41, comma 1 della leggen. 448 del 2001 (finanziaria per il 2002) dove si  a stabilisce che gli enti locali  “possono emettere titoli obbligazionari e  in via del tutto innovativa ,   prevede  l’utilizzo di strumenti finanziari derivati .
Nello specifico, il derivato stipulato dal Comune di Grotte, come si evince dalla delibera n.119 del 2010 è del tipo I.R.S. “Interest Rate Swap”con Purple Collar  prodotto confezionato dall’intermediario che ne ha proposto la sottoscrizione,in questo caso,  la BNL spa Gruppo BNP Paribas , che ha avuto il duplice ruolo di controparte e consulente quindi con un  possibile conflitto d’interesse.
La motivazione della sottoscrizione era quella di avvalersi dello strumento derivato “per approfittare della possibilità di revisione dell’onere complessivo del debito”  attraverso “la ristrutturazione dell’indebitamento” e con “le finalità di contenimento degli oneri finanziari sull’indebitamento a medio termine dell’Ente calcolando un nozionale che alla data originaria (11.07.2005) ammontava a euro 2.153.138,82.
Nulla si dice delle condizioni, tassi e durata, del mutuo che ha originato l’indebitamento , per cui si è deciso di ricorrere allo strumento derivato per centrare l’obiettivo di ristrutturazione del debito e la riduzione degli oneri finanziari ,necessario per poter fare un confronto sulla “convenienza economica” della sottoscrizione .
La delibera c’informa che lo swap ha previsto un “Up Front” di 21.500 euro ed è “decrescente secondo un piano di ammortamento, fino alla scadenza che è fissata per il 31.12.2023 “ . Inoltre alla data del 30.06.2010  ha prodotto differenziali  positivi "per euro 48.477,64 (comprensivo di up front )  e "differenziali negativi" per euro 76.691,82,la  somma algebrica è  un risultato negativo per euro 28.214,18.
Infine il contratto prevede l’estinzione anticipata,la Banca, per un valore residuo del debito al 06.09.2010, pari ad euro 1.411.572,92, la quantifica in 21.100 euro negativa per l’Ente che sommati al risultato algebrico dei differenziali precedenti porterebbero per così dire, il “danno derivato” dalla sottoscrizione dell’IRS, a 49.314,18 euro.
Nella stessa delibera si precisa che la Giunta Municipale, prende atto che “da una analisi dei principali indicatori di mercato e dall’andamento del mark to market relativo al contratto di finanza derivata in essere,si evince che le condizioni di mercato sono estremamente favorevoli all’estinzione anticipata del contratto I.R.S. fermo restando che le condizioni potrebbero subire delle rapide modifiche sui mercati dei capitali.” Non viene specificato se la disamina delle condizioni e  analisi del mercato viene prospettata dalla Banca o dai Revisori dei Conti che pure risultano presenti alla seduta,a noi l’estinzione del contratto sembrerebbe suggerita dalle più stringenti norme  in tema di redazione dei bilanci pubblici e limitazione dei rischi degli strumenti finanziari regolamentati successivamente con la leggefinanziaria 2008 legge n.244 del 24 dicembre 2oo7 prima e leggefinanziaria 2009,con la legge n.203 art.3  poi.  
Cerchiamo di capire,nonostante le scarne notizie, in che cosa consiste il derivato in questione , che tipo di operazione ha effettuato il Comune di Grotte e se ha centrato gli obbiettivi che si proponeva.
Il contratto stipulato dal Comune è del tipo Interest Rate Swap ed è detto “derivato” in quanto deriva da variabili esterne il cui andamento non è prevedibile al momento della sottoscrizione.
Si tratta ,come si evince dalla traduzione letterale, di scambio dei flussi di tassi d’interesse, più specificatamente è un “contratto derivato mediante il quale le parti si impegnano a versare e a riscuotere a date prestabilite degli importi determinati in base al differenziale di tassi d’interesse diversi.”
Lo swap, in sostanza, è un contratto in base al quale le parti si scambiano, a scadenze prestabilite,somme di denaro calcolate applicando ad un medesimo importo di riferimento ( il nozionale) due diversi parametri che possono riguardare tassi d’interesse, tassi di cambio, indice di mercati .
Il nozionale ,nello swap  è ,quindi, un  certo ammontare di capitale fittizio su  cui le parti si impegnano a pagare o riscuotere il differenziale di tassi d’interesse.
Quando il nozionale non rimane costante nel tempo ma si ammortizza,seguendo per esempio  l’ammortamento del mutuo in riferimento al quale  lo strumento finanziario svolge funzione di copertura, viene detto di tipo  amortizing  e si contrappone al tipo bullet  che si ha quando l’importo nozionale di riferimento rimane costante nel tempo,cioè sempre uguale fino alla scadenza.
L’up front è un anticipo su una parte dei pagamenti che l’intermediario dovrà effettuare al cliente ,in cambio di basi di partenza a lui più favorevoli rispetto alle normali condizioni di mercato ed  in forza del contratto derivato concluso.
Con l’I.R.S.( interest rate swap) quindi  due parti si scambiano flussi di interessi collegati ai principali parametri del mercato finanziario e calcolati su un importo sottostante (nozionale).


Un soggetto indebitato ad un tasso d’interesse fisso può sostituire lo stesso con un tasso variabile ,la stessa operazione può essere effettuata all’inverso,nel senso che un soggetto indebitato con un tasso variabile può,in virtù del contratto,sostituirlo con uno a tasso fisso.

Per ridurre  la rischiosità di tale operazione, le parti possono accordarsi e  stabilire dei limiti massimi e minimi, al di sopra (cap)  od al di sotto (floor) dei quali il tasso variabile non potrà andare.
Il cap rappresenta una garanzia per il soggetto che si obbliga a corrispondere il  tasso variabile, in quanto può stabilire che se il tasso di riferimento per esempio l‘Euribor supererà un determinato tetto comunque non pagherà più del cap.
Specularmente il floor rappresenta una garanzia per il soggetto che percepisce il tasso variabile, in quanto può stabilire che se il tasso di riferimento (Euribor)scende al di sotto del tasso soglia,comunque percepirà almeno il floor.
L’opzione collar è una combinazione delle due opzioni e prevede che il tasso variabile  pagato dal soggetto obbligato non possa superare un tetto massimo o scendere al di sotto di una soglia minima, più precisamente un interest rate collar implica l’acquisto di un cap e la contestuale vendita del floor con differenti tassi fissati dal contratto (c.d. strike rate).
L’effetto finale è quindi quello di limitare i tassi entro una banda di oscillazione determinata dai tassi  fissati dal contratto.
Ma qual è  lo spirito e l’utilità di questa operazione.
Queste operazioni finanziarie sono state sviluppate per offrire la possibilità, a chi le sottoscrive, di tutelarsi da eventuali rischi di variazione dei tassi, oppure per speculare sulla riduzione o sull’incremento di un certo tasso nel tempo.
Nel caso del Comune di Grotte lo spirito era quello di tutelarsi da eventuali incrementi dei tassi, al fine di contenere gli oneri finanziari, come  dichiarato nella Delibera della Giunta Municipale  n. 52 del 23/06/2005 , con la quale è stato dato incarico al Responsabile Finanziario dell’Ente di sottoscrivere il contratto.
Quindi, l’Ente , che aveva nel 2005 circa 2.100.000 euro di mutui da rimborsare, voleva tutelarsi affinché un incremento dei tassi non comportasse un costo maggiore.
Nel mese di giugno del 2005 ha  stipulato un contratto che prevedeva  di pagare alla Banca BNL  un tasso variabile contro il riconoscimento (incasso) da parte di questa di un tasso fisso.
In poche parole avrebbe trasformato il tasso da fisso a variabile, esponendo l’Ente al rischio di incremento dei tassi. E’ proprio l’esatto contrario di quanto aveva intenzione di fare, o almeno di quanto aveva scritto di voler fare.
Non credo che il Comune abbia voluto “scommettere” sulla riduzione dei tassi o speculare sui  differenziali tra gli interessi da pagare e quelli da riscuotere.
E’ verosimile che i responsabili dei servizi finanziari del Comune  si siano fatti attrarre dall’anticipazione della Banca ( 21.500 euro) non avendo ben compreso che la stessa  è stata data per il maggior rischio che il Comune si accollava. Certo l’eventuale  danno economico sopportato dal Comune dovrebbe  essere confrontato con l’esborso in conto interessi che l’Ente era tenuto a pagare con il mutuo non sottoposto a swap, per poter dire che il Comune abbia perso. 
Non voglio pensare che gli amministratori,per quanto possano essere bravi o fortunati,sarebbero stati  in grado di speculare sulle previsioni dei tassi per i successivi 18 anni, tanti erano gli anni della  durata del contratto (scadenza 31/12/2023). 
Può andar bene, ma può anche andar male, e molto. 
Anche perché tali attività speculative non rientrano assolutamente negli scopi istituzionali dei Comuni.
Le domande finali formulate dall’autore  dell’articolo di Malgrado Tutto , Paolo Terrana , sono molto pertinenti e dovrebbero ricevere delle chiare e circostanziate risposte.  

Lillo Mendola                                                             

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