martedì 29 dicembre 2015

la signora M.P. Calapà  messinese di Milazzo ci invita tutti alla trasparenza alla purezza alla coscienza pulita, ad essere tersi come l'acqua la più linda e non come ad esempio l'acqua sporca che scorre nelle strade, di cui non si può dare la formula chimica secondo l'Onida come non si può fornire la verità assoluta del bilancio societario. E come si fa a rintuzzare! Mi son fatto l'esame di coscienza come quando ero fanciullo e me l'ordinava la brutta maestra di catechismo alla Matrice di Racalmuto. O per essere in linea con il mio  attuale credo comunista, mi sono indotto a fare l'autocritica. Sono io trasparente? No!, per niente (altra deprecabile allitterazione). Diciamo sono trasparente come una monaca col soggolo (che per ordine pontificio dobbiamo tutti riverire) o come il burka della fanciulla ritornata musulmana come lo eravamo  per due secoli e mezzo a Racalmuto (ma questo maledetto Burka lo dobbiamo criminalizzare se no si incazzano i fascisti). Insomma non sono trasparente perché non è estetico sfottere le maggiukoreane di Racalmuto e di Favara che da un lato vedono madonne caste e pure e dall'altro, corrose dall'astinenza sessuale, coitano fregando pensioni allo stato come accompagnatrici celle proprie mamme o ricattando le infedeltà di qualche ex marito delle proprie nipoti. In nome di Dio e della Madonna-
 

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