domenica 6 dicembre 2015

Fine anni '50! Avevamo creato il circolo di cultura in antitesi ai parrucconi del Circolo Unione, avevamo spinto la molto periferica Racalmuto a leggere la Vallecchi; invero noi - questi di qui - ce ne fregavamo di un certo Nanà.


Fine anni '50! Avevamo creato il circolo di cultura in antitesi ai parrucconi del Circolo Unione, avevamo spinto la molto periferica Racalmuto a leggere la Vallecchi; invero noi - questi di qui - ce ne fregavamo di un certo Nanà.

Ad eccezione del truce (buonanima) Nicu Pitruottu un fanatico che cercò in Malgrado Tutto di folgorarmi perché avevo riportato in un numero unico dell’AC del novello arciprete Padre Puma  frasi del fascista della prima ora Sciascia costretto a mettersi il giummo anche se era nipote dell'onnipotetente gerarca locale  il prof. Farrauto.

 

A Malgrado Tutto mandai un indispettito sproloquio accusatorio. Non me lo pubblicarono con la scusa che era troppo lungo. Cercò di ovviare mio cugino Gigi Restivo (allora senza Pantalone).

 

Mi inviò una burocratica lettera che vorrò ripubblicare ora nei miei seguiti mezzi informatici.

 

Malgrado Tutto, invero, a riparazione mi pubblicò una decina di mezze paginette di storia locale. Dopo manco più quelle.

Il caro Lillo Liotta, di moderata irruenza ma mai bigotto, era persona affabile e ben voluta.

Pomodoro era troppo bello per essere cattivo.

Ma insieme facevamo la lotta a Dino Casuccio e soprattutto alla mamma la tremenda ’zzà Pippina, e di straforo persino all'arciprete Casuccio.

 

 Liddru Arrustuto assennato, insegnante e bravo dipintore era piuttosto propenso alla metempsicosi.

Peppi Cipuddra tra una coffa e l'altra parcheggiava alla nostra periferia di intellettuali in erba.

Ed io fui SESTO tra cotanto senno dissennatezza.

Non abbiamo fatto la storia ma ora io almeno la sto scrivendo. Anche se con non moto successo, in verità!

Calogero Taverna, detto Lillo.

 

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