giovedì 26 novembre 2015

La favole del non dire dicendo

Leggo  e sghignazzo. Se è vero che il segreto bancario non c'è più non è detto che sia obbligatoria la verità bancaria.

Leggiamo il comma 2  dell'art. 7 (retrocessione ma non abrogazione del famigerato art. 10 della vecchia legge bancaria) del novello Testo Unico del 1993.

Prima però leggiamo l'esordio dell'art.7: " tutte le notizie, le informazioni e i dati in possesso  della Banca d'Italia in ragione della sua attività di vigilanza sono  coperti dal segreto d'ufficio anche nei confronti delle pubbliche amminisazioni...." (le banche possono evadere cioè. La BI non collabora, n. d.a.)

 
Dovrei fare qui tutta una dissertazione da tesi universitaria. Ve la risparmio e me la risparmio.
Passo a quel che mi preme dire in rapporto a Trani:
"2. i dipendenti della Banca d'Italia, nell'esercizio delle funzioni di Vigilanza, sono pubblici ufficiali [ma neppure qui fanno alcun giuramento di fedeltà alla Costituzione. Per Ciampi, quando era Governatore, dovevano essere solo FEDELISSIMI al signor Goveratore pena l'esodo forzato come nel mio caso] e hanno l'obbligo di riferire ESCLUSIVAMENTE al Governatore tutte le irregolarità constatate, anche quando ASSUMANO LA VESTE di REATI".
 
E il Governatore? ne fa quel che vuole. Qualche strascico giudiziario da Bazan a Sindona a Calvi a Tanzi ecc., non ne ha scalfito la sostanza.
 
E se non parlano i tecnici, i politici possono giocarci sopra come meglio credono.
 
Caro giovane PM della periferica TRANI,  se continui a fare domande "suggestive" come ti ha censurato la Presidentessa, finisci male. Credevi di fare un grande scoop? Non sai che la legge di via nazionale è FUGE RUMORES. Il capitale è come il coniglio, se alzi la voce scappa.
 
Può darsi che riesci a far dare un paio di anni a Visco come il tuo collega milanese a Fazio. Se è nel gioco di Renzi di togliersi un rompicoglione ex comunista perché no? E cosa dimostreresti? Il CSM ti promuoverebbe ut regreatur. 

 

 

Anche Prodi in tribunale. Ne sapete niente? Chiedetevi perché.

Trani - Standard & Poor's - Tutti in tribunale
Fate la prova. Non fidatevi di me. Cercate “Prodi Trani” sui motori di ricerca. Cercate su Repubblica e Corriere. Provate a vedere se vi raccontano per filo e per segno quello che ha detto Prodi giovedì 19 novembre (quattro giorni fa) a Trani, chiamato a deporre dal PM Michele Ruggiero nel corso del processo a Standard & Poor’s.
Per carità, che Romano si sia molto arrabbiato perché aveva appuntamento davanti al giudice alle 11.15 ma ha dovuto aspettare fino alle 15.30 (porello), questo ve lo raccontano tutti. Che all’altro testimone, Giuseppe Vegas, presidente della Consob, hanno rubato la macchina mentre deponeva, è una notizia che troverete con facilità. Ma provate a capire cos’abbia detto Prodi non ai giornalisti, dopo e prima, ma sul banco dei testimoni.
Eppure, nei 15 minuti durante i quali ha parlato, rispondendo alle domande dell’accusa e della difesa, di cose deve averne dette un bel po’, non certo quelle due o tre righe riportate dalla stampa. E considerato che lo scherzetto del downgrade sul rating di Standard & Poor’s ci potrebbe essere costato ben 3.1 miliardi di euro, direi che la deposizione di Romano Prodi, così come tutte le altre, da Maria Cannata (direttore del dipartimento debito pubblico del Ministero del Tesoro) a Giulio Tremonti, ex ministro delle finanze, da Vegas della Consob a Elio Lannutti, da Mario Draghi (che, pur citato, non è venuto perché “teme clamori mediatici“), passando per Pier Carlo Padovan (che dovrebbe essere sentito a breve) fino ad arrivare a lui, Mario Monti, che “non poteva” e dunque ha rimandato la sua udienza al prossimo 27 gennaio, era uno di quei processi a cui la stampa avrebbe dovuto stare incollata come se non ci fosse un domani. Con tutto il rispetto per il giallo di Avetrana, per il processo sulle escort di Berlusconi, sugli scontrini di Marino e così via, si intende. Invece niente. C’erano quattro gatti a pedali. E pure omertosi!

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