sabato 31 ottobre 2015

Una mia vecchia clerical-polemica

Una mia vecchia clerical-polemica

Due mondi contrapposti eppure identici nel loro opposto: quello tuo, Vittorio e
e quello di Zarathustra: due super-uomini con voglia di redimerci. Noi umani già
vissuti, o loro vergini fanciulle ancora catecumeni dell’amore. Perché ci volete
dannare o salvare? Zarathustra che dalla sua “bellezza” vuol far male a coloro
cui fa bene; e tu che dal tuo vortice inquieto  vuoi far bene a coloro che ti
sono estranei.
E create un linguaggio esoterico, irreale, poetico l’uno; stridulo l’altro. Le
parole sono pietre – sia pure di diversa levigatura. Al mio cuore ormai arido
per ottant’anni di perenne incessante dover battere poco entrambi potete dire;
al mio intelletto, il luccichio del vostro acuto e folle ingegno diverte, desta
ironica curiosità. Deja vu. 


IL CANTO NOTTURNO
ALSO SPEACH ZARATHUSTRA

E’ notte e tutte le fontane che zampillano parlano più forte. Anche la mia anima
è ora una zampillante fontana.
E’ notte: soltanto ora si risvegliano le canzoni degli innamorati. Anche la mia
anima è il canto di uno che ama.
C’è in me qualcosa di inappagato, di inappagabile; esso vuole aver voce. C’è in
me un desiderio d’amore che parla il linguaggio stesso dell’amore.
Io sono luce : ahimé, vorrei esser notte! Ma questa è la mia solitudine: che io
son circondato dalla notte come una cintura.
Ah, se potessi essere oscuro e notturno! Come vorrei succhiare alle mammelle
della luce!
Eppoi vorrei benedire anche voi, piccole stelle scintillanti, voi lucciole
lassù! Sentirmi beato per i vostri doni-di-luce.
Ma io vivo nella stessa mia luce, io ribevo entro me stesso le fiamme che da me
erompono.
Io non conosco la felicità di colui che prende: e spesso faccio un sogno , che
cioè il rubare debba dare anche maggiore felicità che il ricevere.
Questa è la mia povertà. Che la mia mano non si riposa mai nel donare, questa è
la mia invidia, che io vedo occhi che aspettano  e notti illuminate dalla
nostalgia.
Oh, infelicità di tutti coloro che donano! Oscuramento del mio sole! Desiderio
di brama! Fame ardente della sazietà!
Essi prendono da me: ma tocco io ancora la loro anima? Fra il donare e il
pretendere c’è un fosso e il fosso più piccolo è quello che bisogna varcare per
ultimo.
Dalla mia bellezza nasce una fame: vorrei far male a coloro cui faccio bene,
derubare coloro cui ho  donato : tanto ho fame di malvagità.
 

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