domenica 11 ottobre 2015

Quel che serve a Racalmuto

Altro che taglio delle spese, Racalmuto necessita di forti iniezioni di liquidità. V'è un gap tra entrate e uscite delle "famiglie" racalmutesi di oltre una diecina di milioni annui. Tagliare le spese significa rastremare ulteriormente il PIL racalmutese. A me vien fatto di pensare: ma vi sono quarant'anni di mala gestio finiti al vaglio di ispezioni di varia natura le quali riempiono mi dicono diecine di faldoni. E non resteranno lettera morta. Tardi ma la Corte dei Conti, i tribunali, i PM arrivano. Un consiglio darei a chi dimentico del suo passato vuol portarsi. Scatterebbe il conflitto d'interesse. A dir poco dovrebbe dimostrare che i tanti parenti annidati al comune per certi ammortizzatori sociali ci sono entrati alla luce del sole. Ma si sa, Giove rende folli quelli che vuol perdere. Se per dannata ipotesi io dovessi venire accolto come tecnico in qualche squadra politica nelle prossime competizioni elettorali, due cose imporrei: a) seppellire il passato; che ci pensino i giudici. Perché di passato si muore, B) farei emergere le sopravvenienze attive che per ora non trovo nei bilanci comunali. Calcolo in oltre 15 milioni di euro cotali sopravvenienze che sono costituite da crediti liquidi ed esigibili. A me verrebbe facilissimo monetizzare questi crediti, scontarli presso banche estere . Sarebbero disponibili almeno al 65% per dare impulso all'economia locale, lavoro ai giovani, respiro nell'asfissiante imposizione tributaria per quella mala gestio che si è detta. Onestà? Ma quella la dovevano avere, almeno ai miei tempi, le fanciulle che si volevano sposare bene. La politica è solo politica economica: non ha etica.

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