venerdì 2 ottobre 2015

In bella copia per la cugina pedante

Historia magistra vitae. avrebbe etto qualcuno. Chi guarda al futuro e non è frattaglia del millennio scorso sa bene che la moderna tecnologia dà finalmente soluzioni a problemi vecchi quanto il mondo. Non sa che farsene dei rimpianti, dei rinunciatorismi, del voler tornare all'antico perché forse si progredisce. Lo stretto di Messina è una calamità naturale, una frattura che isola la Sicilia specie nella avveniristica nuova realtà dell'unità europea. Oggi dall'estremo Nord deve potersi raggiungere con i mezzi personali agevolmente l'estrema punta della Sicilia come avvenne con la francigena strada medievale che si è fatta rivivere con la E1 finanziata con fondi europei. Stampar soldi costa nulla, investire è indispensabile, la legge dei costi/benefici è esiziale se diventa becera, oscurantista, ostativa. Si chiude dissennatamente la gloriosa e insopprimibile sede BI di Messina. Non fare il ponte è negatività. Non è questione di tempi di percorso. Non mi si dica che tanto c'è la Caronte che ha fatto arricchire certi politici messinesi. E' una strozzatura che impedisce il collegamento celere e non fastidioso della Sicilia con il resto del mondo mitteleuropeo, è un intralcio alle correnti turistiche che dovranno segnare la palingenesi economica dell'Italia intera e della ancora arretrata isola a tre punte. Trattasi di strategie di inarrestabile sviluppo economico e sociale, impensabili nel millennio scorso e incomprensibili per le frattaglie culturali retrive e magari abili nel coltivar fiori o nel distruggere fontane apriche. Le difficoltà tecniche che hanno bloccato nel passato la necessitante realizzazione dell'opera paiono oggi superate o superabili; la ponderosità economica va vista ed affrontata con la indispensabilità di grandi immani opere pubbliche che diano indotto, rilanci produttivi, agilità di traffico. economicità nei movimenti di uomini e merci. Il mondo moderno non ha tempo da perdere e doversi fermare all'imbocco di quel fiume marino che è lo stretto, andarsi a munire di costosi biglietti, stazionare nelle distese asfaltate della punta estrema della Calabria o dopo avere attraversato una caotica Messina per "imbarcarsi". è stupidità inconcepibile nel nuovo millennio anche se tanto era romantico e distensivo (e fruttuoso per i messinesi) nel millennio scorso. I nostalgici non capiranno mai. Rimpiangano pure ma non tediino chi vive entusiasta nel nuovo ciclo del miglioramento della vita sociale capace di abolire ogni intralcio strettaiolo.

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