sabato 15 agosto 2015

il "risorgimento di Baccarecce"


Già tra un bicchiere di vino (buono) e tanto pesce ben cucinato da Carlo, Livio, Antonio e Antonino ed anche Giacomo è  nata ieri nella villa Benedetti l'ARBche tanto filo da torcere darà al quieto Sindaco di Pescorocchiano e al suo irrequieto figlio di Minerva Buonventre.

 

Si vuole il "RISOEGIMENTO" di Baccarecce, borgo vetusto con un castello strategico  che acutamente Lugini fa risalire all'anno Mille.

 

Si pensi che Baccarecce in una recente pretenziosa pubblicazione a carico del Comune di Pescorocchiano non viene manco citato o forse lambito di striscio per certa prosa anticlericale contro i Benedetti del prete onnipresente Maceroni.

 

Tanto ne ha scritto un tal Taverna su Baccarecce e Buonventre pur sapendo lo oblitera persino nella bibliografia con pretese esaustive.

 

Ma al di là delle polemiche. l'ARB vorrà giustizia e pretenderà che si dia a Baccarecce quel che è di Baccarecce: due rotabili che portano una  al castrum dell'anno Mille di Macchiatimone, in  atto irraggiungibile per cui la settimana scorsa hanno dovuto rinunciare a fotografarlo nell'ambito di studi importanti e pregiudiziali al debito recupero: e l'altra che partendo dai periferici villini porti giù lambendo l'Amico sino al fosso acquitrinoso ove mio suocro un tempo cercò  di lanciare una figlina come dire una fornace per mattoni e tegole.

 

A MACCHIATIMONE una bella municipalizzata che metta sù un posto di ristoro e ricostruisca l'approdo dopo il fiume Salto in piena di quella che fu davvero la strada parafranchigena che partendo dall'Umbria francescana raggiungeva il castello di Petrella (anno mille anche esso) e quindi Poggiopoponesco (sì, quel castello ai cui piedi si distendeva il villaggio medievale che l'attuale sindaco di Fiamignano si ostina a coprire con plastico preservativo nonostante sotto vi siano i resti cospicui di un villaggio medievale tutto da studiare, preservare e valorizzare anche al fine di ravvivare le smunte vocazioni turistiche, Da Poggiopoponesco una biforcazione; una via civica che passando per Rascino raggiungeva la capitale dell'Aquila dello Stopor Mundi e scendendo a valle i pii pellegrini potevano traghettare l'arduo fiume Salto qui alle sue foci e ristorandosi a Macchiatimone proseguire per Roma alla ricerca dell'assoluzione papale (a pagamento) di tutti i loro peccati mortali o ancor più gravi.

 

Certo queste nostre logiche avvertenze stracciano le locupletanti fandonie care a Silvi, Corvaro, e agghindatissimi escursionisti che si sono inventati una franchigena lunga migliaia di chilometri che dai paesi nordici sarebbe arrivata sino al nostro Capo Pachino in Sicilia. Pensate: nell'anno mille pii pellegrini passando per le creste di impervi monti per centinaia di chilometri, tra lupi e freddi esiziali, né ristoro né punti di accoglienza sarebbero andati alla cieca dalle cascate della Marmora sino ad  Alba Fucens. E pensare: cazzabubbole del genere sono state lautamente finanziate (senza obbligo di rendiconto) dalla sparagnina Comunità Europea.

 

Comunque il pacifico sindaco sarà di manica larga (si fa per dire) da finanziare la figlina al caolino laggiù nel fosso di Baccarecce?

 

Vi terrò informati. Calogero Taverna


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