martedì 19 maggio 2015

 
 
Veder riproporre per la milionesima volta la foto della Fontana dai nove cannoli messa in circolo tempo fa dal digitario del paese mi dà il voltastomaco: non tanto perché si mostra come non scorra acqua (l'unica potabile) dal nono "cannolo", quanto perché indecorasamente decapitata dai tre capitelli litei. Tanti soldi sprecati alla faccia della gestione dell'Economato racalmutesei, ma un doveroso impiego per il ripristino della nostra emblematica Fontana dall'acqua amara, che però se fresca ai tempi miei la si beveva. neppure un soldo.
 
Una giara di pietra  dicono che qualcuno del vecchio Quarterium Fontis la conserva ancora, ma a casa sua aspettando che forse potrà vantare una usucapione ad usum delphini come a Racalmuti  solo può avvenire pesino per un maniero trecentesco.  Non so perché le autorità comunali non la recuperino e non la ripomgono là dove'era cementandola stavolta come Dio comanda.
 
Scrissi unavolta su Malgrado Tutto - e quella volta vi fui persino ospitato - e fotografai come era davvero il corredo in bella pietra di San Benedetto della trabeazione  superna.
Quella Fontana la reputo BORBONICA. I fornelli della trabeazione ripropongono stemmi gigliati. Certo quella fontana nell'ex voto del Monte non c'è o meglio non era così. Là a fine Settecento figura ancora la vetusta fontana carrettesca che tanti dissapori tra la cittadinanza e le pubbliche autorità della Universitas Racalmuti aveva determinato nel Seicento come attestano tante carte Della Gancia Palermitana.
Certo la storia antica di Racalmuto è molto più bella di quella rabberciata dalle tante zie Ermenegilde  dalle cui labbra pensano i tanti storici paesani dell'epoca MESSANIANA.   



ECCO COM'ERA

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