venerdì 29 maggio 2015

Non cesserò di gridare!

Non demordo. Scrivevo un paio di anni fa contro questa ignavia nazionale di cancellare dalla memoria l'obbrobrio di suoi figli portati al macello nella guerra del '15-'18 da un Cadorna senza onore.
 
E la vicenda investiva anche Racalmuto, chiamato Regalpetra alla Sciascia o Paese della Ragione alla Cavallaro.
 
Né letterario fulgore né razionale splendore, solo deplorevole trascuratezza. Trentadue suoi figli, modesti contadini dell'epoca venivano sottratti alla terra e portati impreparati, mal equipaggiati, piccoli e militarmente risibili (leggete D'Annunzio) a far da scudo al fuoco inarrestabile degli austro-ungarici, ascosi in putride e miserevoli doline slovene. Vi avevano lasciato la vita retoricamente per la Patria. Non furono degnati di un ricordo, di una tomba, di una pietosa sepoltura. Disinvoltamente, nel burocratico  mettere agli atti una patica, apparvero solo come "dispersi in guerra" e per loro in un primo momento come "disertori" perché non avevan risposto all'appello dopo una vile ritirata da Hudi Log. 
 
Eugenio Napoleone Messana negli anni Cinquanta del Millennio scorso rovista tra gli archivi del Comune che era riuscito ad accaparrarsi e trova persino inesatto l'elenco di questi trentadue "proletari" trucidati dalla inane rabbia di un incapace Cadorna. Nella sua mania grafomane in esaltazione della sua rampante famiglia e della sua rivincita sull'ex suo particolarissimo amico Casuccio, il Messana dell'epoca  ne fa un sub elenco nelle  oltre seicento pagine di pretesa microstoria racalmutese.  E tutto finisce là.
 
Non voglio molto: solo una lapide in flex nell'ex chiesa di Santa Maria di Giesu, al cimitero.
 
Ne scrivo, ne grido da un paio di anni: silenzio, silenzio-dissenso. 
 
Agitai il caso con quei mercenari dell amministrazioni commissariate da una piangente ministra: non ci si poteva aspettare nulla e nulla avvenne.
 
Speravo che con questa celebrazione del centenario di quella infame guerra "vittoriosa" del 1915  se ne facesse qualcosa. Ho in un primo momento collaborato con documenti, libri e ricerche. Di tutto si è parlato in quel sedicente museo "CHIARAMONTANO" ma nessun accenno: obliati del tutto questi trentadue genuini figli del popolo di Racalmuto.
 
Un sindaco di ascendenza comunista ebbe a parteciparvi, pur avendo sviato abilmente militaristi e nostalgici del luogo, inni e gloria in favore di miliziani e repubblichini. Vi si adeguò questo 24 maggio 2015.
 
Ne invoco la gogna, ne grido allo scandalo, ne segnalo l'ignominia, il pavido popolo di Racalmuto finge di non vedere di non sentire di dormire. Peggio delle tre scimmiette.
 
Ma anche l'amico Emilio crede che potrà superare questo incidente nel suo cammino verso la gloria parlamentare col SILENZIO, il SILENZIO-DISSENSO.
 
Non cesserò di gridare!
    
Ecco le vere VITTIME che Racalmuto non onora: morti in guerra, burocraticamente dichiarati "dispersi", senza tomba, senza un fiore, senza una lapide commemorativa nel loro paese, a RACALMUTO. Morti per la Patria, si diceva: neppure ricordati dalla Patria, dai locali preti, dai Signori di tutte le epoche del COMUNE, dai vecchi sindaci, dai nuovi aspiranti sindaci; loquaci nell'inventare miti, silenti verso i loro piccoli grandi eroi di paese. COLPEVOLI.


  • Calogero Taverna Mostra tutti i post

    sabato 2 marzo 2013

    ONORIAMO I NOSTRI DISPERSI IN GUERRA SENZA AVELLO NATI A RACALMUTO
    Almeno Eugenio Napoleone Messana - che anche sindaco fu - un ricordo lo spese nel suo rigonfio volume sulla storia (rectius fantasie cronachistiche in elogia del suo allargato gruppo familiare) nell'elencare i DISPERSI del 1915-18. Però manco si curò di specificare chi era quel TIRONE reiterato ai nn. 32 e 33. Grazie al Messana comunque sappiamo chi furono questi MILITARI DISPERSI che dopo 40 anni tanto dispersi non potevano essere: Erano racalmutesi CADUTI nella criminale guerra del 1915-18. Se ben leggiamo furono trentadue giovani racalmutesi che partirono sani e salvi da Racalmuto. Presero il treno alla ancora fiammante stazione ferroviaria allo sbocco di quella che dopo trionfalmente si chiamerà Viale della Vittoria, alberato dal don Cesare, il benemerito fratello del fascistissimo don Enrico Macaluso, e non se ne seppe più nulla. Morirono, sì morirono tre nel 1916 fra cui il fratello di mia nonna FALCI CALOGERO NATO A RACALMUTO IL 12 GENNAIO 1895 ad appena 20 anni .... e undici mesi preciseranno i fastidiosi statistici, ma non vide l'anno del suo ventunesimo genetliaco. Era un gran bel giovane: bello come tutti i Falci di Racalmuto ed anche quelli che nacquero e prosperarono a Montedoro o magri dopo in Continente. Un bell'ingrandimento luccicava nell'anticamera vasta dell'alcova all'antica della casa di mio bisnonno Caliddru, casa sotto strada che quando pioveva dovevi immettere una lastra lignea per non fare trasiri l'acqua intra. Fin dai primi vagiti dovetti mirare quella bella foto, accanto ad un'altra.
    L'altra foto era quella di mio nonno Calogero nato a Racalmuto l'11 aprile 1880. Il Messana lo annota al n.° 28. Burocraticamente soggiunge: "disperso il 24 maggio 1917". No, signor Messana: morto in località mai comunicataci, solo un numero di quota. Ne abbiamo parlato altra volta. Certo, signor Messana, un disperso la sua gloriosa famiglia non ce l'ha e manco quella dei suoi parenti Savatteri e manco quella dei dominanti Matrona e manco quella dei signori Grillo o dei signori Tulumello o dei signori Vinci e manco quella di qualsiasi dei galantuomini che bivaccavano al Circolo dei Galantuomini. E sa perché? perché quelli alla visita di leva tutti riformati risultano. Non mi crede? Poteva consultare i begli archivi municipali, benissimo tenuti dalla famiglia Tulumello. Allora mica era come ora. Io li ho consultati e vidi e fremetti. Un'inchiesta farei. Lo sa perché il grande oculista Cucco finì in ultimo in disgrazia alla fine del fascismo? Perché cavava un occhio a pagamento per evitare la chiamata in guerra. Aveva cercato di perseguirlo il nostro tenentino dei carabinieri don Salvatore Burruano con il prefetto Mori. Traditore dei carabinieri lo considerarono e dovette subitre le umiliazioni le più avvilenti. Pare che nessuno a Racalmuto ne abbia mai saputo niente. Ad ogni modo tra i dispersi non trovo nessun Burruano. Anche i figli di don Ciccu erano "galantuomini". Eroi e fascisti post bellum.
    Nessun cippo, nessuna lapide per questi insignificanti figli del popolo, morti in guerra ma senza avello per strafottenza delle nostre superiori forze armate. Non posso dirlo a voi commissari o ai vostri caudatari che son capaci di magnificarvi per una lettera scritta a Crocetta, abilmente a scarico delle vostre responsabilità amministrative.
    Ma qui almeno grido:
    Famiglia Agrò - onoriamo il vostro LEONARDO - PRESENTE;
    Famiglia Arnone - onoriamo il vostro GAETANO - PRESENTE;
    Famiglia Avanzato- onoriamo il vostro SALVATORE - PRESENTE;
    Famiglia Campanella - onoriamo il vostro GIUSEPPE - PRESENTE;
    Famiglia Campanella - onoriamo il vostro EDUARDO - PRESENTE;
    Famiglia Casuccio - onoriamo il vostro FRANCESCO - PRESENTE;
    Famiglia Catalano - onoriamo il vostro MICHELANGELO - PRESENTE;
    Famiglia Ciminnisi - onoriamo il vostro BIAGIO - PRESENTE;
    Famiglia Cipolla - onoriamo ilvostro SALVATORE - PRESENTE;
    Famiglia Esposto Pettinato - onoriamo il vostro SALVATORE - PRESENTE;
    Famiglia Falci - onoriamo il vostro CALOGERO - PRESENTE;
    Famiglia Falco Abramo - onoriamo il vostro GIUSEPPE - PRESENTE;
    Famiglia Ferlisi - onoriamo il vostro MATTEO - PRESENTE;
    Famiglia Licata - onoriamo il vostro ANGELO - PRESENTE;
    Famiglia Lombardo - onoriamo il vostro DIEGO - PRESENTE;
    Famiglia Manta - onoriamo il vostro CALOGERO - PRESENTE,
    Famiglia Matteliano - onoriamo il vostro CALOGERO - PRESENTE;
    Famiglia Mendola - onoriamo il vostro GIUSEPPE - PRESENTE;
    Famiglia Miceli - onoriamo il vostro GIACOMO - PRESENTE;
    Famiglia Ricottone - onoriamo il vostro RAFFAELE - PRESENTE;
    Famiglia Salemi - onoriamo il vostro PIETRO GAETANO - PRESENTE;
    Famiglia Salvo - onoriamo il vostro SALVATORE - PRESENTE;
    Famiglia Sardo - onoriamo il vostro SALVATORE - PRESENTE;
    Famiglia Sciascia - onoriamo il vostro NICOLO' - PRESENTE;
    Famiglia Scibetta - onoriamo il vostro SALVATORE - PRESENTE;
    Famiglia Taibi - onoriamo il vostro CALOGERO - PRESENTE;
    Famiglia Taibi - onoriamo il vostro NICOLO' - PRESENTE;
    Famiglia Taverna - onoriamo il vostro CALOGERO - PRESENTE;
    Famiglia Taibi - onoriamo il vostro NICOLO' - PRESENTE;
    Famiglia Todaro - onoriamo il vostro GIOVANNI- PRESENTE;
    Famiglia Volpe - onoriamo il vostro ANGELO - PRESENTE;
    Famiglia Tirone, vi onoriamo; non sappiamo altro per ora; solo che per due volte siete citati con identici dati: Cor.le Garibaldi, disperso nella guerra 15-18
    Se qualche interessato dovesse leggermi e dovesse comunicarmi precisazioni e indicazioni sarei felice di farne tesoro.

  • Calogero Taverna POST SCRIPTUM: avete scorso i cognomi, ne avete riscontrato qualcuno in nero, in bianco in rosso tra quelli che vi organizzano fiaccolate commemorative, memorie dolenti, manifestazioni per la moralità del paese? Questi sono gli oscuri eroi del paese. trucidati a Caporetto e dintorni come carne da macello: non erano raccomandati, non erano figli di papà, non erano galantuomini. Quelli la facevano franca. Questi d'ora pensano ad arraffare il Comune, quel comune che non dedica manco una via, magari collettivamente, a queste vere umili eroiche VITTIME.

Nessun commento: