lunedì 11 maggio 2015

La scuola non è una chiesa


Gentilissima signora Maria io ho per lei la massima: stima mi sento devotissimo a lei e giammai vorrei turbarla.

Ciò premesso, con questa storia dei crocifissi imposti nelle scuole pubbliche sento puzzo di clericalismo e di razzismo.

81 anni fa mi portarono alla matrice di Racalmuto e mi hanno chiesto se rinunciavo a satana e alle sue opere. Il mio padrino che poi risultò essere un socialista per nulla credente tanto che dopo la scomunica di Pio XII il mio caro amico padre Puma gli vietò di "battezzare" un suo nipote, rispose per me che rinunciavo al diavolo e alle sue pompe. Così il prete di allora (che prima o poi cercherò di scoprire chi è stato) mi versò un po' d'acqua gelida sulla fronte e mi "battezzò" in nomine patri et filii et spiritus sancti" (spero di non avere sbagliato qualche concordanza latina).

Mi dicono che per quell'acqua gelida cominciai a strillare che la non finivo più.  Da allora continuano a dire che sono entrato nel Corpo Mistico di Cristo e che la mia civiltà è quella là che reputo retriva, superstiziosa,  alquanto imbecille. Non ho figli quindi non li ho battezzati. Quando mi sono sposato ho deciso di sposarmi in chiesa ma stavo litigando di brutto col prete di Santa Maria in Trastevere che mi doveva dare il benestare per andarmi a sposare in quella bella ciesa di San Pietro in Montorio. Mi gridò che così lui ci rimetteva oboli pingui obbligatori.

 

Mi sposai in chiesa perché da buon racalmutese che già non si sposava con una del suo paese (sa si dice ancora mogli e buoi dei paesi tuoi) non volevo dispiacere mia madre. Tante mi giudicavano mammone ma non era vero. Sono andato a farmi persino la comunione. Ma col cavolo che  ero andato a confessarmi. Sacrilego dunque e me ne strafottevo come adesso me ne strafotto.

 

Ora perché volete che nelle scuole pubbliche ci debbono mettere quei due assicelli a croce? Non sapete che ormai le scuole pubbliche sono frequentate forse per un 30% da estracomunitari che noi indigeni stiamo sfruttando per tutti quei lavori servili che non riuscendo più a farci la quinta casa al mare non intendiamo più fare. E quegli extracomunitari non sono cattolici di solito. Sono islamici, non ammettono giustamente alcun culto delle immagini. Se poi si arrabbiano e reagiscono sa, diversamente da tanti fascistelli del mio paese, io sono dalla loro parte.

Dunque niente crocifissi nelle scuole pubbliche. In quelle cattoliche oltremodo e iniquamente finanziate da questo Stato che si definisce laico ci mettano tutti i crocifissi che vogliono, tutte le Madonne che preferiscono. E' affar loro. 

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