lunedì 30 marzo 2015

da rottamare

 
 
Tra tre giorni siamo ad un nuovo primo aprile, ma quest'anno non credo che si ripeta la beffa dell'anno scorso. Non credo che Tano Savatteri voglia scendere in campo per sostituire Emilio Messana. Io ci caddi come un pirla nella beffa taniana. Vi caddi in pieno e mi ero subito premurato a fare quello che so fare: l'opposizione.
 
Attenzione la mia è sempre una opposizione partecipata. Un cercare la coincidentia oppositorum che consenta la crescita civile culturale umana economica di una comunità. E Racalmuto è una comunità, una immarciscibile comunità che nessuno inciucio grottesco, che nessuna fuga dalla realtà, che nessuna bizzarria mediatica può offuscare.
 
Spero che anche quest'anno Tano Savatteri scenda in campo con una estrosa proposta  che sommuova questa nostra amministrazione comunale: finita nella mota dell'immobilismo, della paura dell'azione  temendo le sanzioni della corte dei conti palermitana (te la raccomando!). Con un sindaco il cui massimo limite è quello di essere una bravissima persona  ma tanto impacciata e timida da divenire testardo fino all'insipienza, braccato dai suoi stessi collaboratori, inidonei quanto petulanti.
 
Bello sarebbe un Tano Savatteri che dalle colonne del suo Malgrado Tutto  sempre più evanescente, vacuo, rivolto agli estranei paraggi già preda di altre più inserite testate giornalistiche o televisive che siano, un Tanto Savatteri che annunzi che Messana ha ceduto, avendolo prescelto come suo VICE SINDACO, deciso ormai a spazzar via la sua attuale infantile e opaca squadra per una nuova era racalmutese, che il primo aprile insomma incipt magari fascisticamente novus ordo.
 
E già! Ciò vorrebbe significare l'allontanamento di un nuovo spauracchio commissarile.
 
Messana non lo sa o finge di non saperlo: forze politiche aggressive debitamente sospinte da talpe  collaborative si stanno muovendo a Roma,  e di brutto,  per far convogliare fasci di luce investigativa su questa amministrazione comunale senza volto politico: subentrata a gestioni maffiosamente infiltrate sta finendo con l'immobilismo con lo stratificare ancor più quelle derive perniciose quali nessun racalmutese si è mai nascoste. 
 
Se questa attuale è amministrazione del risanare una realtà censurata con tre anni di commissariamento, siccome si è incagliata e nulla aggiusta, va rottamata. Che ben venga Tano Savatteri a rottamarla.  
 
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Macaluso contro Savatteri: “Tieni fuori il giornale”
di Giancarlo Macaluso | 1 aprile 2014


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PESCE D’APRILE – SECONDA PUNTATA
L’altro fondatore di Malgrado tutto contesta la candidatura a sindaco di Racalmuto del giornalista di Mediaset.
redazione_malgrado-tutto

A destra, nella foto, Giancarlo Macaluso in tipografia assieme agli amici di “Malgrado tutto” (Racalmuto, novembre 1999 – foto Shobha)
Mi dispiace, io non ci sto. Non si può trascinare l’onore e la storia di un giornale nel pantano delle beghe politiche. A tutti coloro che ruotano attorno al giornale ho detto chiaramente che questa strada che non mi convince. Non so cosa Savatteri possa dare a questo paese standosene a Roma. Bah, fatti suoi e dei racalmutesi.
Ma la storia di Malgrado tutto è anche la mia storia e non mi piace che venga utilizzata per un’avventura obliqua e dai contorni poco chiari.  Naturalmente resta la stima personale nei confronti delle persone che stanno sostenendo il progetto; l’affetto profondo e immutato per lo stesso Gaetano al quale mi lega una amicizia lunghissima e – sostanzialmente – divertente. Ma prendo atto, tuttavia, che lui non abbia voluto mettermi a parte di questa sua decisione, di questo suo nuovo impegno su cui comunque nutro molte perplessità.
Probabilmente stanno naugrafando tutte le certezze con cui in questi anni abbiamo svolto il nostro mestiere di giornalista: non avere un piede in due staffe, raccontare la politica ma non farla, evitare strane commistioni col potere. Certo, si può cambiare opinione; ma mi resta, al fondo, una specie di retrogusto amaro, una piega malinconica per come la cosa è stata ed è gestita. Sono deluso anche da tutto il contorno: Egidio Terrana, Salvatore Picone, Gigi Restivo, Felice Cavallaro e compagnia cantando. Il giornale da questa storia avrebbe dovuto rimanere fuori invece di ridursi a una sfiatata trombetta di potere, sia pure di uno che ama molto Racalmuto e di uno che quel giornale ha contribuito a nascere, crescere, rafforzarsi.
Evidentemente non c’è posto per me. Questo sicuramente è l’ultimo contributo che do al mio vecchio giornale, prendendone le distanze. Un amico poco fa mi ha telefonato dicendomi che è arrivato il momento di una nuova “voce” a Racalmuto, di un nuovo giornale. Arriverà, presto, si chiamerà: Malgrado tutti.
* * *
Riportiamo con dispiacere e amarezza la nota di Giancarlo, ma siamo sicuri che presto capirà e ritroveremo concordia.
E.T.
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ZOOM di GIANCARLO MACALUSO. Giornalista. Uomini e donne, visti da vicino, che hanno lasciato il segno nella loro manciata di mondo. Ma non solo
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ignazio Rispondi
1 aprile 2014 a 16:15
Non si scherza con le cose serie. Considerate le condizioni nelle quali è stato ridotto il paese, ognuno cerca di fare la propria parte magari sdrammatizzando un poco.
Ma a Racalmuto in questo momento non ci sono politici che hanno tempo e voglia di scherzare presi come sono non tanto a “fare la propria parte” quanto a “riprendersi la loro parte”. Qua c’è gente (di potere) che da tre anni trama strategie per poter riprendere le redini del potere, hanno ripreso rapporti di vecchia Comparanza, hanno risanato vecchi rancori personali e politici, hanno messo in campo finte liti e finti ruoli personali e politici. La vecchia strategia della politica del “tirare a campare” e stando così il 26.05.2014 diremo: “hanno tirato a campare e…. ci sono riusciti”. E che dire di certe candidature che continuano a rimanere annunciate, mai confermate e mai smentite, e cariche di speranza. A chi ha fede in queste candidature (definiamoli indecise) mi viene da ricordargli il detto “cu di Spiranza campa dispirato mori”. Non so se Gaetano sta scherzando a Distanza.
Di certo io preferirei un Sindaco come lui a Distanza e non morire di Spiranza e Comparanza.
Ignazio Scimè

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