domenica 22 marzo 2015

A chi dedicare una strada a Racalmuto facendosi beffe dei divieti di Gigi, Casarrubea e Malgrado Tutto!

 
Se mi si ripetesse la richiesta fattami un decennio fa, di indicare a chi intestare qualche strada a Racalmuto, oggi direi subito: "all'arciprete Giovanni Casuccio", proprio per le considerazioni che facevo rimembrando i tempi di "Ho Ucciso Mio Figlio".
 
Ovvio, corroborando l'istanza con altre e più serie ragioni magari a tacitazione della mia cattiva coscienza per le risse e le cattiverie avute con l'arcigno arciprete longilineo e piuttosto truce.
 
Aggiungerei poi una delle due sorelle Macaluso; la maestra tanto affettuosa con una orfanella molto intelligente e sapida nello scrivere, mia madre.
 
Ci metterei il maestro elementare (anche se dicono neppure diplomato) Restivo Pantalone, dedito all'insegnamento elementare,  anche a casa gratis, come mi dice mio fratello Angelo e come dovrebbe pur testimoniare qualche mancato consigliere comunale per un voto.
 
Quando mi aggiro per il quartiere nuovo della Montagna e vedo nomi di insipienti maestri elementari racalmutesi fare mostra di sé  in quel dedalo di strade mi girano le scatole. Io so. Così se vedo personaggi indegni, addirittura schedati in quel di Roma anche se nel periodo fascista.
 
Il fatto vero è che io pensandola come la penso nel mio volumetto su RACALMUTO NEI MILLENNI, di strade ai racalmutesi non ne intesterei nessuna. Figurarsi al generale Macaluso,  o a schedati dalla questura, o ad amanti della maestra Taibi.
 
E manco al Villa, se dovesse essere vera la versione che mi hanno data per quel suo buttarsi in miniera quando vi esplodeva il grisù.
 
E di cattiveria in cattiveria, toglierei quella lapide commemorativa dinanzi alla falsa chiesa che per motivi immobiliari si dice del '600, tendente a dichiarare eroina intrepida la scialba monachella a nome Basaruocco. Non sapere che tutta questa enfasi plaudente  si deve alla meschina invidia di Santi Correnti: ce l'aveva nientemeno che con il nostro sommo Sciascia, che non l'aveva preferito, e aveva dichiarato Denis Max Smith massimo storico della Sicilia.
 
Ma manco a Falcone e Borsellino dedicherei quel vialone, non tanto per andar dietro alle mie riserve bancarie, ma per rispetto a Sciascia. Chi sa perché Sciascia esplose con quell'articolo "I Professonisti dell'Antmafia".
La storia vera o la so, e quel che rattoppano giornalisti di paese, lascia il tempo che trova e una foto con Borsellino che vuota una caraffa di vino dinanzi a Sciascia, dice tanto ma in senso diametralmente opposto agli insipienti giustificazionisti racalmutesi.
 
Se tanto mi dà tanto, arrivo a dire che le strade a Racalmuto si dedicano - e così ha fatto anche l'ex sindaco baby, mio cugino Gigi, non per meriti o per comprovata eroicità commendevole, ma  così per ricordare personaggi TIPICI che hanno contraddistinto la piccola minuscola evoluzione di questo spesso equivoco "spazio vitale" a nome Racalmuto.
 
E allora che cosa osta ad intrupparvi anche Ettore Messana, ben ricordato a Racalmuto non fosse altro per il lavoro fatto avere nella Benemerita o tra i Questurini a racalmutesi bisognosi.
 
Perché lo proibisce Malgrado Tutto? (ma a quale titolo)? O perché fanno scendere da Partinico il Casarrubea sul quale Gerbino sbaglia (ma del tutto?)!
 
Sì, l'ammetto: mi era sfuggito il fatto che Casarrubea, mentre flirtava con me in messaggi riservati, poi - non so per quale pressione - si mette a scrivere su Malgrado Tutto che la mia richiesta ad intestare una strada a Ettore Messana era disdicevole (sol perché faceva piazza pulita della sua malevola lettura di documenti sul Messana?).
 
 

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