sabato 14 febbraio 2015

Un grande intruglio: Messana Decima Mas e Giuliano


Tutti a dire: Ettore Messana da Racalmuto. Questo ci onora e mi onora. E Racalmuto ha il dovere di onorarlo. Ettore Messana in effetti diede lustro a Racalmuto. Fu apicale nei ranghi ministeriali del Viminale. Per oltre 40 fu al servizio dello Stato Italiano. Servì lo stato di diritto italiano sotto Vittorio Emmanuele Orlando, sotto Nitti, e NECESSARIAMNTE sotto Benito Mussolini; quindi sotto Parri, sotto Bonomi, sotto De Gasperi, sotto Scelba e penso infine sotto Fanfani. I cangianti colori politici dei capi di Stato qualche volta lo coinvolsero, spesso no, ma unicamente sotto il profilo personale: come funzionario di stato ebbe solo il culto dello Stato, il suo compito era il mantenimento dell'ordine pubblico, assicurare allo Stato di diritto la PUBBLICA SICUIREZZA e ciò fece encomiabilmente, sempre., su posizioni di vertice e dal '45 con la superna qualifica di ISPETTORE GENERALE, con tanti riconoscimenti, apprezzamenti, onorificenze: nessuna condanna penale ebbe mai a sfiorarlo. Eppure sotto processo ne mandò tanti Invero non nacque a Racalmuto, né la mamma era di Racalmuto, ma per via del padre fu racalmutese puro sangue, e cioè del ramo dei Messana al vertice, quindi, della crestomazia racalmutese- Il padre fu don Clemente Messana figlio di don Biagio Messana, patriota, letterato, poeta, commissario di PS a Bologna. avvocato liberale, destrorso, non proprio mazziniano. Il bisnonno di Ettore Messana fu quel Calogero Messana di cui parla il nostro estroso Eugenio Napoleone Messana a pag. 202 della sua appassionata cronaca di Racalmuto. Trattasi delle "speziale Calogero Messana, [quello] della giunta dei moti del 1820 " che aveva sposato "donna Lucia Nalbone". In quella Eldorado che era divenuta Racalmuto sotto i tanto dileggiati (a torto) Borboni i Messana e i Nalbone sono i nuovi, ma potenti, ricchi del paese; vale a dire emergere tra quei galantuomini che vanno pomposamente a sedersi al Circolo della Conversazione, divenuto poi paradigmatico per la penna del figlio di uno zolfataio quale fu il grande scrittore racalmutese Leonardo Sciascia. Il nonno del questore Ettore Messana sposa due volte, come sotto comproviamo, la prima volta con una illustre palermitana e poi con donna Alfonsa Grillo. I Grillo erano davvero baroni, nobiltà vera ed effettiva, non raffazzonata non si sa come fece un certo prete campiere di una famiglia rampante a nome Tulumello. Biagio Messana un po' avventuriero lo fu. Pare che amasse persino dilettarsi di pornografia. Il patrimonio cominciò ad illanguidirsi. Ma con il secondo matrimonio le sostanze di famiglia tornarono a ravvivarsi. Sennonché il figlio Clemente, il padre di Ettore, ci pensa lui a sperperare alla grande, persino - dicono - giocando a Palermo presso le bische nobili dell'Hotel delle Palme,quello di Dell'Utri per intenderci. Il figlio Ettore che era nato nell'88 a Gela deve rifarsi la sua vita: studia con impegno. Si laurea e quindi segue le vecchie orme del nonno: entra in PS. Raccomandazioni? non certo quelle che il Casarrubea e la Cernigoni s'inventano pur di coprirlo di ignominia. Un po' di massoneria era di casa tra i Messana e quella nell'era liberale era viatico indispensabile per far carriera. Peccato mortale? Casarrubea e Cernigoi non mi facciano ridere; pensino ai loro viatici ROSSI.

15 luglio 15.11.05

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interessantissimo,mai avrei potuto sapere tutto questo ,le mie origino mi piacciono.......molto

19 luglio 13.03.54

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19 luglio 20.30.06

Il prof. Casarrubea mi ha risposto molto urbanamente anche se non rinnega nulla circa i suoi aspri giudizi sul Messana. Io gli ho risposto già come segue e come potrai meglio vedere su FV

su FB...Pregiatissimo professore Giuseppe Casarrubea, solo che mi pare che a Riesi non è neppure certa la presenza fisica di Messana.Di certo. mi dispiace per il Li Causi, nessuno addebito gli poté venire fatto per l'eccidio di cui alla cronaca quasi coeva di quel quasi prete valdese. Il Nitti fece aprire una inchiesta ad un generale dei carabinieri, dice il Li Causi, ma non sortì alcun effetto almeno contro il Messana che anzi ebbe elogi e meriti tali da fare una fulminea brillante carriera. Quanto al processo per l'uccisione da parte dei rivoltosi del tenente dell'Esercito il Messana non venne per nulla coinvolto. Se no, il Li Causi non si fermava certo a quella sortita alquanto curiale. Ne morirono otto, quindici o venti? Non importa il numero, d'accordo, ma se manco questo dato è certo non è così che si può massacrare la memoria di un Grande Servitore dello Stato di diritto, tanto poi apprezzato da De Gasperi (e metto da parte Bonomi, Scelba ed altri). Ancor oggi la famiglia sta subendo danni feroci per certi processi "storici" diciamo avventati. Sulla Faccenda di fra Diavolo. mi basta la testimonianza dello stesso Messana in uno storico processo ove non venne neppure sfiorato da coinvolgimenti della magistratura penale. La vicenda di Lubiana l'ho smantellata con documenti e atti processuali. Ma Lei non vi si addentra. Lasciamo alla Cernigoi l’onere di provare le sue calunniose accuse credo in sede giudiziaria, dato che la signora Giovanna Messana, proprio stasera me ne accennava. Volere creare complementarità tra il Messana e il Verdiani per faccende dell'OVRA è molto pretestuoso. Tra i due grandi questori credo che vi erano differenze di età, grado e incombenze. Svolgerò meglio questo aspetto se occorrerà. Il Messana lascia la Sicilia nel maggio o giugno del 1947, quando stava addirittura mettendo le mai su Giuliano. I suoi successori, ben tre, non brillarono, almeno sino al 1950. Dopo il 1947 il Messana al Viminale è autorutà apicale. Mi si parla di uno scontro con Togliatti circa armi americane sbarcate a Napoli del tutto legalmente e per accordi internazionali, cui intendeva opporsi il nostro MIGLIORE. Io non sono né storico né giornalista né letterato: ma i miei 50 anni di attività ispettiva presso la Vigilanza sulle Aziende di Credito della Banca d'Italia e come superispettore di Reviglio molto mi sono serviti per non fidarmi mai dei sentito dire ma di rinvenire la verità (o briciole di verità) nell'obbiettivo esame di incontaminati documenti, carte di archivio, registri e registrazioni. L'incontro mi è gradito per esternarle la mia grande stima, al di là della contingente di opinioni). La ossequio.

20 luglio 9.26.28

Non c’è nulla da fare: tra le mezze calzette e i cavalli di razza ce ne corre. Anche nell’ambito della storiografia. Io non sono né ricercatore né storico né divulgatore giornalistico né tanto meno letterato. Ma col vizietto antico del fare ispezioni a banche e grandi evasori sulla base delle verifiche documentali, contabili e vecchie carte di archivio e lasciando da parte le dicerie dei soliti untori mi sono messo di buzzo buono per cercare di vederci chiaro nelle vicende del mio grande compaesano l’ispettore Messana. Come al solito, tutti ad appuntarsi su tre incidenti del Nostro, nessuno che andasse a scandagliare gli altri lunghi e prestigiosi squarci della vertiginosa carriere di siffatto singolare servitore dello Stato di Diritto. I tre incidenti possono così intitolarsi: Riesi 1919; Lubiana giugno ’41-maggio’42; ispettorato generale di Sicilia giugno 1945-maggio 1947. Scopro che nel 1919 il Messana non poteva essere l’autore di un eccidio alla Bava Beccaris, che a Lubiana fece bene il suo dovere di servitore dello Stato Italiano e non certo del Maresciallo Tito e la vicenda va vista alla luce di quanto uno storico serio quale il Sala ha inquadrato e come una più avveduta e informata storiografia super partes deve ancora appurare, che in Sicilia il Messana fu abile e positivo con indubitabili meriti e che con i bandito fra’ Diavolo ebbe solo abilità poliziesche quale suo prezioso confidente. Mi imbatto con la Cernigoi: apriti cielo! Scoprivo i suoi altarini e divenivo persinoa 80 anni un “ragazzaccio in vena di fare il bulletto”. Mi sono convinto che anche le mezze calzette in televisioni e nei vari pluriformi blog fanno carriera e finiscono col ritenersi autorità indiscutibili. Mi scontro, è vero, con uno storico vero e saggio, il professore Giuseppe Casarrubea, e potete vedere voi stessi qui sotto quanta urbanità, serietà, rigore scientifico e serietà professionale lo contraddistingue. Grazie professore. Si dice che la classe non è acqua.

21 luglio 22.45.24

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La signorina Cernigoi s‘improvvisa storica, giusperita, magistrato, commissaria di PS e scrive quanto sotto. Avesse frequentato L’Archivio Centrale di Stato, avesse almeno verificato quanto annota il prof. Casarrubea sub 170 (cfr. Acs, Sis, b. 40, f. Criminali di guerra) nel suo complesso studio STORIA SEGRETA DELLA SICILIA, pag. 198, si sarebbe evitate (forse) tante censurabili castronerie, purtroppo gravemente calunniose della titanica figura di alto servitore dello Stato di Diritto Italiano, l’ispettore generale di PS Ettore MESSANA. La signorina Cernigoi si accoda immediatamente alla pretesa dei Titini del maresciallo Tito di volere il Messana quale “CRIMINALE DI GUERRA”, risibile pretesa finita miseramente nel cestino di vari tribunali militari anche italiani, come doviziosamente appare nella ponderosa e polverosa Busta del SIS seconda Sezione n. 40 cui rinvia giudiziosamente il Casarrubea. Scrive a vanvera la Cernigoi: Criminali di guerra Il nome di Messana risulta nell’elenco dei criminali di guerra denunciati dalla Jugoslavia alla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra (United Nations War Crimes Commission). Il rapporto di denuncia, redatto in lingua inglese ed inviato dalla Commissione statale jugoslava in data 14/7/45 [7], lo accusa, sulla base di documentazione che era stata trovata in possesso della Divisione “Isonzo” dell’Esercito italiano di occupazione, di crimini vari: “assassinio e massacri; terrorismo sistematico; torture ai civili; violenza carnale; deportazioni di civili; detenzione di civili in condizioni disumane; tentativo di denazionalizzare gli abitanti dei territori occupati; violazione degli articoli 4, 5, 45 e 46 della Convenzione dell’Aja del 1907 e dell’articolo 13 del Codice militare jugoslavo del 1944”. Nello specifico viene addebitata a Messana (in concorso con il commissario di PS Pellegrino e col giudice del Tribunale militare di Lubiana dott. Macis) la costruzione di false prove che servirono a condannare diversi imputati (tra i quali Anton Tomsič alla pena capitale, eseguita in data 21/5/42) per dei reati che non avevano commesso. La responsabilità di Messana e Pellegrino in questo fatto è confermata da documenti dell’archivio della questura di Lubiana [8], che fanno riferimento ad una “operazione di polizia politica” condotte dal vicequestore Mario Ferrante e dal vicecommissario Antonio Pellegrina sotto la direzione personale di Messana, contro una “cellula sovversiva di Lubiana” della quale facevano parte, oltre al Tomsič prima citato, anche Michele Marinko (condannato a 30 anni di reclusione), Vida Bernot (a 25 anni), Giuseppina Maček (a 18 anni) ed altri tre a pene minori. Noi abbiamo oggi consultato quel vecchio faldone. E di materia che tutto smentisce quel che scrive la Cernigoi e che a dire il vero rettifica il Casarrubea ne abbiamo trovato a iosa. Abbiamo chiesto un centinaio di fotocpoie che costicchiano e abbiamo, previo pagamento di Euro 3, scattato un altro paio di centinaia di foto. La Cernigoi si è tanto irritata con me da insolentirmi oltre i limiti del lecito. Persiste nella sua uterina invenzione di inesistenti verità “storiche” lesive dell’onore del insignito dell’ordine di San Lazzaro Gr.Uff. Messana. Non so come potrà difendersi se la signora Giovanna Messana la persegue giudiziariamente. Il professore Casarrubea ci appare un gran gentiluomo oltre che storico insigne e riflessivo e spero voglia accedere ad un dibattito sereno per un riscontro del vero, res melius perpensa.

22 luglio 1.12.20

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23 luglio 17.58.36

Scrive il professor Giuseppe Casarrubea: "In un documento segreto del SIS riguardante le attività della commissione per il mantenimento in carica degli arrestati politici, figura, appunto l'ispettore Messana, abitante a Roma in viale Beato Angelico92". Insidioso quell'"appunto". E' evidente che va collegato a quanto affermato prima: "Storicamente risulta ancora inspiegabile il fatto che personaggi che godevano fama di essere stati criminali di guerra di paesi vicini all'Italia, già compromessi col fascismo e le sue più alte gerarchie, potessero essere stati lasciati al loro posto e anzi avessero fatto ulteriori carriere con i nuovi governi di unità antifascista". (Cfr. Storia Segreta della Sicilia, pag 96, note nn. 168 e 169). Il professore Casarrubea con l'onestà intellettuale che lo contraddistingue non potrà negare che ha messo qui qualche tocco malizioso che conferisce al testo una ambiguità perniciosa per il buon nome del Messana. Noi siamo andati alla caccia di quel documento che sarebbe dovuto essere esiziale per il prestigio del nostro insigne compaesano e siamo riusciti a trovarlo. Depuriamo subito dell'effetto alone quel "SIS" custode di segretissimi segreti. Il SIS (Servizio Informazioni Speciali o similari) fu una malconcia branca amministrativa del Ministero degli Interni e le carte della sua SECONDA SEZIONE sono ora all'Archivio Centrale di Stato, lise stropicciatissime, spesso deteriorate e quasi illeggibili, alla portata di ogni studioso. Il documento commentato dal Casarrubea che si trova in uno scarno fascicolo portante il numero MP21 di quella che è rimasta busta 54 non suffraga per nulla le tesi accusatorie dell'esimio professore di Palermo. Quasi in carta velina, essendo copia di documenti dattiloscritti, il foglio reca in fondo un paio di annotazioni molto importanti; porta una data che risalirebbe all'estate del '44 e, bene in chiaro, postumo, il riferimento ad una pratica a cui non è facile (almeno a me non è riuscito) risalire. Trattasi dell'elenco nominativo di una "commissione per il mantenimento in carica di arrestati civili". Segue una elencazione a scalare di altissime personalità da un generale (il primo dell'ordine) ad un colonnello) con indicazione soltanto del recapito e del numero telefonico. Il Messana occupa in quella commissione il secondo posto. Autorità quindi ragguardevole, insospettata e insospettabile. Abbiamo cercato di fotografare quel documento, ne è venuto per nostra imperizia uno sgorbio che ugualmente pubblichiamo: all'occorrenza ne faremo trarre una chiara fotocopia quale la struttura molto valida dell'Acs di Roma sa fornire agli studiosi. Siamo dunque nel 1944; gli americani erano entrati da qualche mese a Roma. E a Roma si trova il questore (allora) Messana. E abita appunto nei pressi del Vaticano proprio in viale Angelico 92. Quello che per la disattenta signorina Cernigoi sarebbe stato un demerito fu invece un atto di coraggio civico e politi da parte del Messana: dopo il famoso 8 settembre del 1943 il Messana disdegna di passare a Trieste, dove operava da questore e dove veniva remunerato con un buon stipendio, al servizio della Repubblica Sociale di Salò e se ne torna dai suoi a Roma appunto nelle abitazioni presso il vaticano. Altro che fascista, altro che fanatico razzista. Aveva sperimentato a Lubiana cosa davvero erano i tedeschi anche quelli che non ostentavano la doppia 'esse' (SS), A Roma c'era Kappler. Il Messana non si presenta al Viminale. Sarebbe stato bene accolto ma avrebbe dovuto sottostare all'infame comando tedesco. Chi conosce la storia di quel periodo capisce. Così il Messana, senza più stipendio, si eclissa oltre Tevere. La nipote, allora bambinella, ricorda quel periodo, gli americani che entravano, lo sbandieramento tripudiante dei romani. E ricorda che con lei c'era questo suo arcigno ma dignitosissimo nonno (che invero aveva particolare predilezione per questa sua piccola Giovanna). Mi dice Giovanna Messana che in effetti per un qualche periodo il Messana si nascose in una chiesetta presso Borgo San Pietro assieme ad ebrei, molti dei quali furono grandi amici di questo Ispettore Generale che la Ceernigoi vuol fare passare per un nazista antisemita. Noi pensiamo he il Messana in questo periodo di rifugiato non dovesse preoccuparsene più di tanto: cinquantacinquenne non poteva temere il pericolo di venire arruolato; e a Roma si era troppo indaffarati in quei criminali rastrellamenti dell'ultima ora per interessarsi ad un questore fuggitivo da Tieste. Importante per noi sapere che in questo periodo il Questore Messana né a Trieste nel clima criminale repubblichino né a Roma nell'altro nefasto delle Fosse Ardeatine si contaminò con il Nazifascismo. Era intemerato e così poté ritornare al Viminale: ecco perché gli affidarono la vice direzione di questa Commissione cui accenna il Casarrubea. Quel liso documento del '44 depone a tutto favore del Messana. Le insinuazione del professore palermitano sono destituite di ogni fondamento. L'onore di Messana non rifulge proprio in quel foglietto quasi illeggibile del Sis, seconda sezione.

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