sabato 21 febbraio 2015

Non sono un delatore (ho letto Tacito)


Lillo Taverna Caro Piero noi sprechiamo tempo ed inchiostro. Strano che quell'anonimo (o anonima?) apoditticamente nello scomunicarci in quanto vacui punzecchiatori del grande operato altrui poi non obietta alcunché sulla opzione cavalleresca dell'ing. Cutaia, oddio persona degnissima ma di questi tempi autoappartatasi.

Lillo Taverna Ma l'Anonimo (o anonima)) nell'accoppiarci poi ci dissocia in mente sua. Ho la vaga impressione che di te teme la tua alacre inarrestabilità culturale già dispiegata quando per quasi un anno hai cercato in Viale della Vittoria di resuscitare i morti. Chi per due o tre sedute consiliari non è qui presente (a  Racalmuto non a Palermo o in coincidenza con gli adempimenti di altre fondazioni del tipo Mozia), giustamente decade - volevi. Ti hanno subito sbattuto fuori e addirittura da chi oggi vorrebbe vestire i panni del Savonarola versione monnezzara.  Patetico questo anonimo (o anonima?) prono dinanzi alla "generosità" del nostro affossatore politico al seguito della ingloriosa MINISTRA piangente.

CARBONENon la penso così: è una guerra immane, lo, ma c'è chi con le parole vorrebbe cassare o offuscare qualcun altro con tutti i suoi fatti, specialmente se positivi, anzi, proprio per questo.

i

Lillo Taverna L'anonimo (o anonima?) finge poi di non sapere che tra te e me c'è l'abisso umorale, caratteriale, professionale  e persino umanitario: s'intende doti in cui tu eccelli mentre io amo prendere  il largo nel gran mare dell'aridità progettuale, economicistica, tributaria, manageriale.: cose, credo. tu disdegni.

Lillo Taverna A me la FONDAZIONE interessa in quanto sana gestione: e in questi vent'anni è stata un disastro. Già il querulo giornalista allora in bicicletta ciò lo cantò e in un giornale persino parruccone.

Rimuovi

Lillo Taverna A me la Fondazione interessa in quanto centro propulsore della cultura attiva racalmutese, quella cultura che satura di iniziative sul piano della ricerca storica, archivistica, archeologica, politica e socio-politica sollevi l'economia locale con esaltazioni delle vocazioni turistiche, tutto l'opposto insomma di quanto predicava un tal Di Grado che disse che mai avrebbe consentito a quel sacrario della memoria di abbassarsi al livello delle vili iniziative turistico-culturali. E il sacrario della memoria divenne un avello mefitico anche per certi trafugamenti di carte, per l'affossamento di ogni spinta vitale, di ogni iniziativa effervescente. De mortuis nisi bonum e con quella terna oscena il de profundis lo si è cantato alla grande. Patetica la Minoranza che si mette a tripudiare per il valore umano, scientifico, mirabolante di una terna di cui due illustri signori sono assolutamente arabe fenicie, nomi messi lì a detta del tronfio Tano per far numero, secondo lui come d'uso nelle migliori famiglie.

Lillo Taverna A me la Fondazione interessa perché al centro di una potenziale progettualità di crescita dell'economia e quindi del lavoro dignitoso e adeguatamente retribuito dei giovani. Interessa in termini di razionalità aziendale come appreso in decenni di specialistica professionalità bancaria e tributaria. A me quindi la Fondazione interessa secondo quanto cercammo di concertare in una Pizza da Jeck a Castrofilippo "racalmutesi doc" e per giunta stanziali (Cazzo se esistono caro Tano!) come dire installarvi un antiquarium in cui collocare anche il celeberrimo tesoretto bizantino ed in relazione attivare tutta una scuola a rilevanza internazionale che partendo dalla presenza di Bisanzio nelle lande della nostra Montagna approfondisca il grande tema della civiltà bizantina pre-araba da noi. A noi quindi interessa la Fondazione per farne una dipendenza universitaria per l’approfondimento della storia siciliana nel periodo dell'immediato dopoguerra del 1940 sfruttando la tanta documentazione inedita sul caso Ettore Messana ma soprattutto alla luce dell'archivio Casarrubea e soprattuto dell'approccio a tutta la documentazione della NARA direttamente negli USA come sta facendo meritevolmente il candidato sindaco mancato del M5S Luigi Falletti. A noi la fondazione interessa in quanto ente culturale pubblico che possa far luce sulla civiltà pre-sicana di 7 mila anni fa che sappiamo albergare anche sotto la Grotta di Fra Diego in atto sito di eccellenza archeologica ma negletto, abbandonato alla famelicità di tombaroli stante l'accidia dei nostri comunali vigilanti mal pagati ma per nulla produttivi. E di questo e di altro è partita prima ancor che nascesse l'oscenità di una terna dichiaratamente fasulla per riempire un vuoto dovuto solo a decrepitezza senile, mentre altre decrepitezze senili permangono imperiture a vicepresenziare il nulla ma sovrabbondantemente finanziato dal Comune, non foss’altro che per il regalo di una bella sede per accogliervi solo le pubblicità librarie ed ora persino cinematografari del buon Enzo Sardo, noi facemmo dunque protocollare  una istanza equilibrata, propositiva al Sindaco che ovviamente manco se ne cura. Anzi se da un lato caccia via dalla porta Baiamonte dall'altra .. storia quale il Cannone, poi lo recupera come consulente accanto a Gaspare (?) Agnello. E così il mio amico Accursio tornerà a restare solo perché tanto Baiamonte tornerà alle sue eterne telefonate là a quel castello che da svevo ora non possono fare a meno di dire Chiramontano.

Mi fermo qua ma non la finirei mai. Comunque chi è che non vede che io non faccio microcritiche dispersive ma sardoniche stroncature. Solo che al contempo tendo ad una  progettualità che voli alto, altissimo. Non mi meraviglia che la notoria accidia racalmutese e la imbecillità dell'anonimo possano pensare ad una senile follia. mentre io penso che Giove rende folli quelli che vuol perdere e follia è stata quella della Minoranza che vota Cavallaro dopo averlo sconfessato come Amministratore tesoriere, follia quella della maggioranza che pur avendo un vice presidente del consiglio che stavolta ha dimostrato di avere le idee chiare poi si accovaccia umile e remissiva sotto la infame terna sfornata da Emilio e Totò. Dichiaro che non sono un delatore (ho letto Tacito), non sono né scrittore né poeta né storico ma sono vissuto facendo di mestiere l'ISPETTORE e tale mi sento e continuo. Signor Anomimo (o anonima?) vergognati.

Nessun commento: