venerdì 20 febbraio 2015

e ribadisco

Lillo Taverna
20 min · Roma ·

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Lillo Taverna
50 min · Roma ·

Confido che i miei post in CONTRA OMNIA RACALMUTO contro i signori della Fondazione passati presenti e futuri stanno volando proprio alto. Poveracci i miei avversari racalmutesi comunque travestiti. Mi dispiace per loro. Se mi domandano cosa ho contro Cavallaro, rispondo NIENTE, TROPPO, NULLA. Francamente non ho capito cosa volesse dire col fatto che io lo vorre "conte al Castello Chiramontano". Per essere giornalista, non mi pare che brilli troppo in perspicacia comunicativ...
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Spiaggia dei Conigli terza al mondo, prima in Europa
Italia torna sul podio mondiale #FOTO http://ow.ly/JjCI8
ansa.it
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La Paoletta
«Nella mia follia, mi disperavo del fatto che Dio mi avesse messo al mondo in un corpo di donna».
Christine de Pizan
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Notizie

Lillo Taverna ha condiviso il post di La Paoletta.
4 h ·


La Paoletta
Sti fimmini chianciunu ‘a cuppa.
‘A sti fimmini c’ammazzanu i figghi, n’gghionnu.
Mentri erunu vivi e puttaunu ciuri ‘...e morti.
Arristanu ddà. I cruvicanu senza sforzu.
Non ci fu bisognu di puttariccilli ‘o campusantu.
Ienu a moriri che so peri.
Altro...
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Lillo Taverna
Lillo Taverna
19 h · Roma ·

NON SCHERZO MICA. IL SINDACO EMILIO MESSANA NON PUO' ESIMERSI DAL DARE RISPOSTE E CHIARIMENTI MAGARI NON A ME MA ALLA CITTADINANZA SI?!!!!!!!

Salvatore Petrotto I Dioscuri del giornalismo nostrano, sono, come è risaputo, Gaetano Savateri e Felice Cavallaro che, dai tempi de 'Il Paese della Ragione', il memorabile convegno sulla giustizia tenutosi a Racalmuto nel luglio del 1991 ad oggi, sono sicuramente la coppia giornalistica più bella, ma un po' strana, che conosciamo.
Riteniamo che entrambi hanno forzato un po’ la mano, alla luce delle recenti inchieste giudiziarie, facendo intervenire assieme, seduti uno accanto all'altro, in quel famigerato convegno del 1991, il giudice Giovanni Falcone e l'ex ministro Calogero Mannino. Hanno unito, come si suole dire, in questi casi, il diavolo e l’acqua santa.
Sono riusciti entrambi, senza che nessuno se ne accorgesse, a mettere uno, accanto all’altro, Falcone e Mannino.
Uno che realmente ci credeva ed era degno di rappresentare lo Stato e l’altro che rappresentava, forse l’Antistato, la mafia, stando a quanto sostiene la Procura della Repubblica di Palermo.
Bravi no, quei due giornalisti.
Del resto, il Cavallaro ha scritto, anni dopo, anche un libro sul caso Contrada ritenendo che quel dirigente di polizia fosse innocente, tentando, inutilmente, di fare diventare il caso Contrada, una specie di caso Tortora. Il Cavallaro se ne è infischiato della sentenza definitiva e di centinaia di rivelazioni e riscontri a suo carico relative ad un uomo che ha scontato 10 anni di carcere perché più volte invischiato in trame oscure e perché ritenuto un appartenente ai poteri deviati dello Stato; Contrada era una vera e propria spia che informava le cosce mafiose siciliane riguardo a tutte le iniziative che avrebbero potuto danneggiare i loro interessi.
Cavallaro se ne è infischiato anche del fatto che Bruno Contrada, probabilmente, attraverso la sua attività di spionaggio e di favoreggiamento della mafia siciliana, ha causato, attraverso delle sue improvvide imbeccate, anche la morte di qualche servitore dello Stato.
Il giornalista del Corriere della Sera, Felice Cavallaro, con quel suo libro di difesa, di un personaggio che riteniamo era e resta equivoco ed indifendibile, attraverso numerosi incontri e convegni di presentazione di quel suo je accuse contro la Magistratura che aveva condannato Contrada, ha tentato di dimostrare, anche in questa occasione, l’indimostrabile.
Felice Cavallaro, assieme all’altro suo compagno di avventura, il già citato Savatteri, così come erano più che convinti che Mannino fosse un santo puro ed illibato della politica italiana, hanno sempre tirato dritto quando si è trattato di difendere i potenti di turno.
Non si smentiscono mai.
Recentemente, dopo le difese e/o le inopportune omissioni su Bruno Contrada e su Calogero Mannino, hanno incensato, a Racalmuto ed in giro per l’Italia, l’ex ministro degli Interni e della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, caduta rovinosamente in disgrazia, per gli arcinoti scandali FONSAI-Li Gresti e Telekom. All’altro loro pupillo, Antonello Montante, è andata peggio. Il presidente di Confindustria Sicilia, accompagnatore ufficiale della Cancellieri a Racalmuto, quando hanno sciolto il comune per delle inesistenti infiltrazioni mafiose, è addirittura indagato per mafia da più Procure.
Cari miei concittadini, giornalisti, scrittori ed intellettuali di Racalmuto, Felice Cavallaro e Gaetano Savatteri, non ve ne va bene una!
O piuttosto siete voi che portate sfiga, portate iella!
Dopo che avete fatto salire su quel disgraziato palco, in quel lontano luglio del 1991, per un talk show, il vostro potente antico amico politico di famiglia, assieme ai giudici Falcone e Borsellino, avete visto come è andata a finire?
I due giudici sono stati barbaramente trucidati, sono stati fatti saltare in aria assieme alle loro scorte, mentre Mannino è sotto processo quale indiziato proprio di quella trattativa stato-mafia che ha provocato la loro morte!
Tutto ciò è terribile, se ci fate caso.
Adesso, il vostro amico Mannino dopo avere scontato più di tre anni per mafia, aspetta un altro verdetto.
Poi difendete Contrada, condannato a dieci anni per mafia.
Poi, solo nel corso degli ultimi tre anni, difendete l’ex ministro degli Interni e della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, al centro di una serie di scandali milionari e costretta alle dimissioni da ministro, per sua e forse anche per nostra fortuna, totalmente scomparsa dalla scena politica, altrimenti a quest’ora sarebbe già alla sbarra.
Poi difendete Montante, il sedicente paladino per eccellenza dell’antimafia siciliana, paradossalmente sotto processo per mafia.
Il Montante è forse solo uno dei casi, la punta di un iceberg, sotto cui si cela ancora una montagna di menzogne ed imposture, anche da voi abilmente costruite ad arte e che forse, anche voi, con un po’ di sforzo, potreste considerare il non plus ultra di quell’ossimorica contraddizione che confonde le idee alla gente, piegando le leggi al servizio di chi da abile manipolatore di una distorta lotta contro la mafia , ha, come dire, pirandellianamente parlando, superato abbondantemente gli esami per ottenere la patente di professionista dell’antimafia.
Mentre voi, alla fine, avete soltanto conseguito, per fini che scopriremo solo vivendo, la patente di iettatori.
Ma poi non ci riuscite proprio difendere, non dico sempre, ma ogni tanto, qualche persona perbene?
E’ più forte di voi!
A Racalmuto si direbbe di voi, facendo tesoro di una esecrabile aneddotica che riguardava un prete imbroglione e truffaldino vissuto nella prima metà del Novecento, Padre Cipolla, che voi siete come lui :un c’è scuru un c’è fuddra can un c’è patri cipuddra.
Finitela di cercare scuru e fuddra ed illuminate le vostre menti ed i vostri cuori.
Sapete, per fortuna molti veli, da più parti, sono stati sollevati.
Non è stato facile, ed anche rischioso e pericoloso, svelare sistematicamente che sono proprio i cosiddetti professionisti dell’antimafia, di sciasciana memoria, coloro i quali nell’ultimo decennio hanno messo pesantemente le mani su tutte le città ed in tutti i paesi, impadronendosi, attraverso un più o meno larvato terrorismo pseudo giudiziario, di tutti quanti i servizi pubblici, a partire dai rifiuti. Ma non ci sono solo i servizi, o la formazione professionale in Sicilia, od ancora le aree di sviluppo industriale; ci sono anche, quale deliziosa ciliegina sulla torta, gli oltre 30 miliardi di euro di beni confiscati alle mafie che avrebbe dovuto gestire proprio chi è adesso indagato per mafia, il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. Finora il loro terrorismo giudiziario ha funzionato.
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Lillo Taverna L'avevo già letto, approvato, o quasi (non mi va che si parli del defunto Lillo Svatteri mio grande amico ma qui non se ne parla più; resto cauto quando si parla del milione o più del Peluso e non ad esmpio dei trentadue milioni di euro per un incarico durato appena nove mesi e ciò in forza di un colpo di penna su un a articolo del codice civile da parte di Berlusconi e un ministro della lega), ma quisquilie. Che altro debbo fare? dimmelo che mi ci precipito!
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Salvatore Petrotto Giustizia sociale, libertà, pari opportunità, dignità, Ti dicono niente queste parole? Se penso ai milioni di giovani senza speranza e senza futuro, mi viene una rabbia! Eppure bisogna evitare di parlare di Montante, Peluso, Cancellieri, i nostrani fra Galdini, ossia i Dioscuri, od ancora, non bisogna parlare di banche ed assicurazioni, di rifiuti o acqua e così via... Altrimenti che succede, qualcuno ci umilia, ci sputa in faccia che siamo mafiosi? Sveglia! Sveglia!
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Lillo Taverna
Ma voglio andare indietro. Leggo e rileggo il regolamento monnezzari del 1995. Leggo l'art. 11: ... sono esenti da tassa ... i locali e le aree adibiti a servizi per i quali il Comune sia tenuto a sostenere le spese di funzionamento". Mi sono letto e riletto lo statuto della Fondazione sciascia, non ho trovato nulla che possa inquadrarla in un siffato beneficio tributario. Quindi per la Fondazione per il 2008 avrebbe dovuto pagare (3,07 per 2.500 mq. di superficie euro 7675... euro; + 1.000 euro per addizionali varie) 8675 euro: E se dio non voglia non fecero entro il 20 gennaio del 2009 la famosa denuncia ex art. 13avremmo un raddopio della tassa oltre che lo slittamento di un anno del quinquennio di decadenza per l'accertamento. Mi pare che si potrebbe pensare ad una "furba evasione" di 15.350 euro che è da pensare valga per il 2009, il 2010 e il 2011 come dire 61.400 euro. Per il 2012 facciamo tariffa tonda 5%, quindi altiìri (2.500 per 5= 12.500 euro + 11% per addizionali varie = 1375 = 13875euro e aggiungendo la SANZIONE DI 12.500 EURO siamo a a 26.375 euro. Per il 2013 la tariffa asle a 7 e qualcosa ma riparmiatemi i calcoli, dico approssimativamente 36 mila euro circa. Insomma sono 125 mila euro circa di monnezza che la Fondazione ci dovrebbe corrispondere. Non ci giurerei sulla esattezza dei miei calcoli. Ma l'importo finale grosso modo è quello. Spropositato? Certo. Ma se così hanno operato per me al comune perché dovrebbero essere più blandi per la fondazione della famiglia Sciascia? Che sono figli della gaddrina pinta? C'è da divertirsi insomma.
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Alfonso Lo Sardo .... e già ! Figli e figliastri ! È l'imparzialità della pubblica amministrazione nei confronti di tutti gli amministrati va a farsi benedire

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