mercoledì 11 febbraio 2015

Ad Alfredo Sole


 
Carissimo Alfredo.
Rientro ieri da Racalmuto e trovo questa tua lettera che però mi è giunta solo nella giornata. Rispondo qui pubblicamente solo alla prima pagina. Alle seconda risponderò chissà quando, alla terza mai per tuo divieto (comprensibile).
Un rallegramento da padre selettivo per il tuo TRENTA in Storia GRECA: mi fa un po’ sorridere il tuo puntiglio alquanto fanciullesco sul voto alto che pretendi. Ma come bene dici è l tua ancora di salvezza, il riuscire a vivere (forse solo sopravvivere) in questo accanirsi contro di te di un’antimafia abbarbicata alla sua sopravvivenza, ragion per cui vorrebbe trasforomare un vecchietto ormai derelitto quale Riina in saccente letterato sciasciano e in ordinatore di crudeltà mafiose stando dentro un supercarcere come OPERA.
Passo quindi al tuo ordine di approfondimento mitologico come se a 81 anni io possa ancora avere idoneità ricercatrici da liceo classico. E’ convinzione generale che Crono o Cronos o Kronos siano una unica divinità greca. Non ho letto la Pironti (né penso che mai la leggerò) ma per giustificarla credo che abbia voluto distinguere due tempi dell’essere di codesto terribile dio del tempo- Forse ha voluto estremizzare ciò che in testo più terra terra è così esemplato: Cronos, che più tardi sarà assimilato con Chronos, il Tempo, era nato come mito per spiegare i cicli dell'anno agricolo e gli aspetti connessi alla fecondità e successione del regno; finirà poi, per assumere un nuovo significato: il tempo che divora tutte le cose che egli stesso ha creato. In sintonia cioè con questo spunto che traggo da Internet.

Il regno di Cronos
Cronos, che i latini identificarono con Saturno, era il più giovane dei Titani; prese per sposa Rhea, nota anche come Cibele, nome della dea frigia chiamata "Madre degli dèi" o la "Grande Madre". Ebbe molti figli: Hestia o Vesta, Demetra o Cerere, Hera o Giunone, Hades o Plutone, Poseidone o Nettuno, Zeus o Giove. Un oracolo aveva predetto a Cronos che uno dei suoi figli lo avrebbe spodestato e dopo quanto era capitato ad Urano, l'oracolo era ben credibile. Non potendo uccidere i suoi figli, in quanto come divinità immortali, appena nati li ingoiava. Cronos, che più tardi sarà assimilato con Chronos, il Tempo, era nato come mito per spiegare i cicli dell'anno agricolo e gli aspetti connessi alla fecondità e successione del regno; finirà poi, per assumere un nuovo significato: il tempo che divora tutte le cose che egli stesso ha creato. Rhea Cibele, non potendo sopportare la fine di ogni suo figlio, quando seppe di aspettare un altro figlio, discese dal cielo e si nascose in una profonda caverna, Ida, nell'isola di Creta. Qui diede alla luce Zeus, che affidò alle cure delle ninfe; poi risalì al cielo portando al marito, invece che un neonato, una pietra avvolta in fasce, che Cronos subito inghiottì. Una volta divenuto grande Zeus salì al cielo e costrinse il padre a bere un emetico, che gli fece rigettare i cinque figli che aveva inghiottito, poi lo detronizzò e prese il suo posto di re degli dèi.
Sembra che Cronos originariamente fosse un dio dell'agricoltura; questa la ragione per cui i romani lo identificarono con Saturno, il dio italico delle seminagioni. Secondo la mitologia romana, Saturno, quando fu cacciato da Zeus, si rifugiò in una contrada su cui regnava il dio Giano: questo dio divise generosamente il suo regno con Saturno, che in compenso insegnò alla popolazione del luogo, ancora selvaggia, l'arte di lavorare i campi e la civiltà, rendendola così felice e prospera che gli anni del suo regno vennero chiamarti "l'età dell'oro". Dell'età dell'oro si raccontano cose bellissime: gli uomini si consideravano tutti fratelli e avevano tutte le cose in comune, senza invidie e gelosie, vivendo in serena pace e liberi di ogni paura. Da Saturno l'Italia ebbe il nome di Saturnia; i romani, in riconoscenza dei tanti benefici ricevuti da questo dio, celebravano ogni anno, il 17 dicembre e per sette giorni consecutivi, le feste chiamate Saturnalia.

Il regno di Cronos
Cronos, che i latini identificarono con Saturno, era il più giovane dei Titani; prese per sposa Rhea, nota anche come Cibele, nome della dea frigia chiamata "Madre degli dèi" o la "Grande Madre". Ebbe molti figli: Hestia o Vesta, Demetra o Cerere, Hera o Giunone, Hades o Plutone, Poseidone o Nettuno, Zeus o Giove. Un oracolo aveva predetto a Cronos che uno dei suoi figli lo avrebbe spodestato e dopo quanto era capitato ad Urano, l'oracolo era ben credibile. Non potendo uccidere i suoi figli, in quanto come divinità immortali, appena nati li ingoiava. Cronos, che più tardi sarà assimilato con Chronos, il Tempo, era nato come mito per spiegare i cicli dell'anno agricolo e gli aspetti connessi alla fecondità e successione del regno; finirà poi, per assumere un nuovo significato: il tempo che divora tutte le cose che egli stesso ha creato. Rhea Cibele, non potendo sopportare la fine di ogni suo figlio, quando seppe di aspettare un altro figlio, discese dal cielo e si nascose in una profonda caverna, Ida, nell'isola di Creta. Qui diede alla luce Zeus, che affidò alle cure delle ninfe; poi risalì al cielo portando al marito, invece che un neonato, una pietra avvolta in fasce, che Cronos subito inghiottì. Una volta divenuto grande Zeus salì al cielo e costrinse il padre a bere un emetico, che gli fece rigettare i cinque figli che aveva inghiottito, poi lo detronizzò e prese il suo posto di re degli dèi.
Sembra che Cronos originariamente fosse un dio dell'agricoltura; questa la ragione per cui i romani lo identificarono con Saturno, il dio italico delle seminagioni. Secondo la mitologia romana, Saturno, quando fu cacciato da Zeus, si rifugiò in una contrada su cui regnava il dio Giano: questo dio divise generosamente il suo regno con Saturno, che in compenso insegnò alla popolazione del luogo, ancora selvaggia, l'arte di lavorare i campi e la civiltà, rendendola così felice e prospera che gli anni del suo regno vennero chiamarti "l'età dell'oro". Dell'età dell'oro si raccontano cose bellissime: gli uomini si consideravano tutti fratelli e avevano tutte le cose in comune, senza invidie e gelosie, vivendo in serena pace e liberi di ogni paura. Da Saturno l'Italia ebbe il nome di Saturnia; i romani, in riconoscenza dei tanti benefici ricevuti da questo dio, celebravano ogni anno, il 17 dicembre e per sette giorni consecutivi, le feste chiamate Saturnalia.

Uno nessuno centomila, storia vecchia dunque. Anche tu non dici che quello che eri a 20 anni è morto e sepolto, ucciso da te stesso, perché ora sei un ALTRO e credi persino nelle metamorfosi del cervello su cui discetta VERONESI?
Già, tu sei un ENIGMA e mi piace trascriverti una pagina di Roberto Calasso, Le Nozze di Cadmo e Armonia..


Vi aggiungo uno stralcio da libro di Maria Cristina Potenza-Silvano Scalabrella, LA MITOLOGIA CLASSICA che mi pare inquadri puntualmente codesto CRONO o CRONOS o KRONOS.


Affettuosamente tuo Lillo Taverna, giovanile ottuagenario, tuo padre selettivo







 

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