sabato 8 novembre 2014

Polemica con Gaspare Agnello, a proposito del premio RACALMARE a Malerba

Inizio conversazione in chat
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Caro Dr. Taverna,
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io ho sempre apprezzato la tua cultura, il tuo coraggio, il senso critico e ho letgto anche i tuoi scritti.
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Tu cerchi di sfottermi dicendomi che sono un povero postale che si atteggia a critico letterario. In effetti sono stato un postale per necessità ma prima sono stato insegnante elementare e ho vinto per ben tre vote il concorso magistrale, poi ho vinto il concorso di Segretario comunale e ho esercitato qualle professione per tre anni, quindi ho vinto un concorso molto selettivo alle poste . Ho ccetato questo lavoro per ragioni familiari e perchè mi consentiva di portare avanti la mia battaglia socialista che non ha nulla a che fare con le ruberie. Ora, dopo avvere frequentato Sciascia, Consolo e Bufalino mi diverto con i libri. Non mi sento un critico letterario ma uno che si diverte.Spero che questo tu lo possa aprrezzare. Ti abbracco con tanta stima.
pochi secondi fa
Mio caro io ti apprezzo tanto ed ho notato che scrivi divinamente. Però resta la tua genesi postale come per me resta la mia genesi bancaria. Veniamo da altro. Siamo deformati. Ho sottomano il libro: Manuel Vazquez Montalban, LO SCRIBA SEDUTO, Frassinelli. Leggo a pag. 176: "Arrivai a Palermo, prima di andare a Grotte per ricevere il premio Racalmare concessomi da una giuria presieduta da Sciascia ... " Bell'excursus poi per introdurre quel grande saggio sulla "distanza tra realtà e ragione" che l'insigne spagnolo sa cogliere in quel libro divino che s'intitola "Fuoco all'anima". Cazzo! mi son detto: ma come mai un premio così alato è scaduto sino a premiare un paraporno una vera istigazione alla delinquenza stiddara del Grassonelli, riveduto e scorretto da un fine dicitore berlusconiano di cui non voglio fare il nome?

Sciascia non è che non avrebbe letto il libro (Sciascia leggeva tutto anche Sorci Verdi di Ben Morreale ove viene scioccamente dileggiato), ma avrebbe ritirato la titolarità a quel grottesco premio.
Non mi sei piaciuto per questo tuo stop and go della farsa attinente al premio a Grassonelli. Coerenza ti avrebbe imposto di stoppare Tanu Savatteri & C.; quelle facezie che come mi dice Alfredo Sole stanno facendo sghignazzare tutti i sodali sopravvissuti di Grassonelli dimoranti nelle varie carceri d’Italia neppure si dovevano sbirciare da paludati LETTERATI quali siete tutti voi della postgiuria sciasciana di Racalmare.
Nessuno mi toglie dalla testa che sia stata tutta una combine! Pensavate ad un grande scoop! Anche ad un sostanzioso business. La Mondadori che fa tanto la schizzinosa aveva dovuto ingoiare il rospo della pubblicazione di un equivoco testo di uno sconosciuto autore che languiva nelle carceri di Sulmona. Avevate mandato il cognato di Grassonelli ad Opera per sondare Sole e invitarlo a desistere dall’intento di anticipare lui il suo libro. Avete inscenato questa sarabanda di un membro della giuria che prima non ha nulla in contrario a far pervenire in finale un siffatto parto letterario, tanto sornionamente sbeffeggiato dal mio amico, l’ergastolano ostativo ex 4bis Alfredo Sole, e poi si accolla la parte del pentito qualche ora prima dell’assegnazione del premio, con scioccanti dichiarazioni antimafiose.
Da ex bancario non posso non apprezzare le tue grandi doti anche come manager di premi letterari e dintorni. E fai bene. Io ti ricordo quando avesti a presentare insieme a un preside grottese che non ricordo come si chiama il libro di Tanu su una presunta congiura ciarlatana. Rammento che hai parlato molto bene. Ti eri ben liberato dai CC e dai libretti al portatore. Ma ricordo anche che cicchettavi Tano perché si era rivelato pudico. E dicesti: ma questo è vizio dei racalmutesi. Guardate Sciascia, chissà perché deve obliterare la sensualità nei suoi libri (parola più parola meno).
Ed invero sei coerente. Da che hai preso in mano questo premio Racalmari, se non si è femminuccia postmestruale e se non ti accorda una intervista diciamo con qualche ammiccamento, alla finale del premio Racalmare non ci va.
Mi dirai e la Strada Diritta? Appena ho temuto che You Tube ti censurasse, ho subito recepito il file e l’ho riportato maldestramente nei miei malconci mezzi informatici. Ma sai l’incazzatura quando ti ho sentito sproloquiare contro il mio glorioso partito, il vecchio PCI per intenderci, che chissà perché secondo te avviva SEMPRE tardi. A rubare mai, direi. E in latino si dice senatores boni viri senatus mala bestia. Nessuno osa pensare che tu o la tua rispettabilissima famiglia siete stati socialisti per rubare. Non lo penso lontanamente. Ma il tuo partito, cazzo! Ispezionavo a Milano la Banca Cesare Ponti. Sopra ci stava Craxi e la sua segreteria. Si usava il cunicolo della monnezza per buttare già il contenuto delle ventiquattrore. I biglietti di banca venivano ben contati registrati nelle sagrestie (si chimano così) e quindi dirottati con bonifici estero contro estero nell’altra parte del mondo.
Mio cugino Luigi Taverna, oggi defunto, ebbe l’ardire di farsi nominare assessore al Comune di Vercelli, gestione socialista. Non aveva voglia di rubare – per il partito gli imponevano. Sospeso a Vercelli, difeso da me a Roma presso i probiviri di via del Corso ove dominava persino un fratello dell’on. Bianco di Catania, finì espulso avendo io chiesto l’applicazione di un articolo dello statuto socialista ove si diceva che i gerenti dovevano essere sottoposti a controlli periodici della evoluzione della loro consistenza patrimoniale. Figurati, finiva sotto processo lo stesso Craxi.
Non so se la tua posizione è di dimissionario definitivo della giuria Racalmari o come l’on. La Malfa Padre ami dimetterti oggi per rientrare domani. Se non fai parte più della giuria di Racalmari non ho più nient’altro da dirti. Ma se hai influenze locali, allora ti prego, spingi il disorientato sindaco di Grotte a fare repulisti della giuria che ha esposto ad un certo ludibrio un premio che si rifà a Leonardo Sciascia. L’influsso della satrapia dell’antimafia racalmutese, dopo il flop anche economico di Malerba, va depurato.
E dico flop economico perché giro e rigiro per Roma, dalla Monddori, alla Rizzoli, dalla Feltrinelli ad altre rifornitissime librerie il vostro libro non lo trovo esposto. Il mio libraio mi ha assicurato che non figura in nessuna classifica. Quella fascetta “premio racalmare” nessuno mai l’ha vista. E allora perché avete fatto questo gran bordello?
Una persona seria di Racalmuto che si è però stanziato qui a Roma dardeggiava contro quella che secondo lui è stata tutta una tresca berlusconiana. Può darsi che tutto è funzionale alla recidiva del caso La Strada Diritta. Si stampa il libro, si mette in cassaforte. Fra qualche anno ecco spuntare una sceneggiatura per una miniserie televisiva della Rai. Ottantamila euro all’autore e 20 per il il disturbo alle tipografie di Mondadori. Io l’ho rimbeccato. Perché Berlusconi l’avrebbe fatto? Mistero, ma quello è un diavolo e se le inventa tutte. Del resto tutto l’artificio del premio Rcalmari per Malerba vede intruppati tanti servotti di Mediaset. Tu no, certo. Ma forse per questo, ti sei dimesso.
Oggi dici che hai avuto l’onore di intervistare la Maraini. Visto che ti reputi un figliolino di Sciascia, anche se non mi risulta che tu sia mai stato un Nocino, le hai chiesto perché mai ha condotto quella ignominiosa campagna femminista contro Sciascia, colpevole di avere detto la verità: in Sicilia esiste il MATRIARCATO. E che questo sia vero, se vuoi te lo dimostro ma non certo qui. Qui mi sono molto dilungato.
Cencio ti ha definito CRITICO LETTERARIO nella scheda di presentazione. Tu non hai obiettato nulla, come dire silenzio-assenso. E critico letterario davvero lo sei e bravo e mi complimento con te (meno che per le tue predilezioni per le autrici di libretti in rosa). Io resto invece bancario. Promosso ispettore, resto tale. Ecco perché come vedi mi sono qui dilungato. Non per fare alcuna critica letteraria ma solo per dimostrare a me stesso che resto sempre quel discreto ispettore che pure ha scombussolato con il caso Sindona l’assetto bancario nazionale. E questo l’ho potuto fare perché incautamente mi avevano concesso di redigere un rapporto ispettivo. E un micro rapporto ispettivo resta questo qui. A te il diritto-dovere delle controdeduzioni (se vuoi).
Fine della conversazione in chat
 
 

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