sabato 25 ottobre 2014

Io e il signor Licata: diverbio su Racalmare, Grassonelli, malerba e premi vari



Calogero Taverna Rispondi
21 ottobre 2014 a 20:35

Questa è una storiellina, comica comica comica. Certo se sono le casse del comune che vengono gravate direttamente quanto improvvidamente, apriti cielo!
 Ma si tratta di una iniziativa che non rende soldi anzi davvero propaga il gusto della poesia dialettale!
 A Spillo questo è indifferente. Non gli è simpatico il simpaticissimo (almeno a me) Aristotile Cuffaro.
Invece se è l’Italkali che sborsa soldi non pagando magari le tasse comunali a Racalmuto, come peraltro pare che faccia una sgangherata cantina vinaria, beh! i grottesi non sarebbero incisi; senonché noi sospiriamo: ma siamo noi racalmutesi che paghiamo.
E c’è di più, l’Italkali cosa è? E’ davvero privata? E allora quel contributo là, ove lo scarica? Sul bilancio, cioè lo fa apparire come “costo deducibile”. E cioè gira e rigira paghiamo tutti noi anche quelli che stiam lontano le mille miglia, a cui non ce ne cale nulla di Tanu Presidente, di Asparinu prima approva e poi contesta etc. etc. Anche perché nella voglia di impreziosirsi dicono che quel romanzetto ove si parla dei coiti grassonelliani un grande affare sarebbe. E cioè dicono che la Mondadori prima di farne un film che la Rai come per Pinto strapagherà avrebbe pubblicato ben 50.000 copie con la fascetta PREMIO RACALMARE. Il calcolo è presto fatto. 50.000 per 18 (tanto è il prezzo di copertina di Malerba) fa 900.000 euro come dire un miliardo e ottocento mila di vecchie lire. Purtroppo per lor signori, io mi sono qui informato, a Roma. Il libro non sta in nessuna vetrina di libreria importante figuriamoci in quelle meno importanti. Io per averne due copie, una per me e l’altra da mandare ad Alfredo Sole (gratis signora moglie dell’avvocato) ho dovuto aspettare che la distribuzione Mondadori le prendesse dal suo neghittoso magazzino e senza fascetta alcuna le mandasse nel Viale dei Colli Portuensi.
 Con il libraio che ben conosco abbiamo cercato di chiarire. “Ma quali 50 mila copie? Sì e no 5 mila. Quel libro non lo conosce nessuno. Non figura tra i piazzati del mese da sempre.”
Bufale insomma. A che fine? E a me questo dispiace perché sono intenzionato, dopo le gravissime accuse di Alfredo Sole, di chiedere al Ministro Alfano se è lecito a un comune della Repubblica quale ancora è l’eretico Grotte permettersi di dare un premio che si abbina a Sciascia ad un testo di istigazione a delinquere, che fa apparire che essere mafioso, è bello: si fotte, si fuma e si finisce tutto sommato in villeggiatura in carceri ariosi da dove si può uscire anche fuori per farsi riprendere dalla televisione nazionale, vestiti da Armani. E nello stesso tempo dichiararsi “non pentito”. Già perché chi nasce “malerba” è bene che muoia Malerba.
 E io allora direi sì, ma sotto il più rigido 4bis come ostativo alla stregua di Alfredo Sole che peraltro è evidentissimamente PENTITO.
Discorso analogo per MCM; solo che lì è anche certo che MCM significa Anas e quindi significa STATO. Oddio che MCM non
 paghi né tasse locali a Racalmuto essendo, ovvio, una stabile organizzazione sul territorio racalmutese e che per giunta si metta a favorire questo e quello, questa madonna e quel grassonelli e quindi finisca con lo scaricarsi sul suo bilancio come COSTI DEDUCIBILI siffatti evidentissimi costi NON INERENTI è un’altra faccenda ancor più grossa che pare sfugga al noto moralismo della già Spillo divenuta ora signor SPILLO!!

 



Licata Rispondi
22 ottobre 2014 a 11:27

Leggendo l’articolo mi da l’impressione di campanilismo ferito.Se il comune di Grotte senza gravare le sue casse riesce a portare avanti il prestigioso Premio Racalmare, credo che bisogna riconoscerlo come un punto a suo favore. Se anche riesce a trovare i soldi per sostenere un altro premio non vedo cosa faccia di male. Se vi sentite feriti che pagate Voi perchè qualcuno o qualche Ente non vi paga le tasse, prendetevela con loro non c’è bisogno di quei dispregiativi ” Grotte eretico” O “Gasparino prima approva e poi contesta.

 



calogero taverna1 Rispondi
23 ottobre 2014 a 14:56

Grotte eretico e’ un mio osanna allo Scisma di Grotte. Se il mio critico non sa ha solo la mia compassione. Gasparino prima propone poi indispone se la deve vedere con SPILLO di Malgrado tutto (che stavolta ha il mio pieno plauso). Se il signor Licata non capisce di costi deducibili e di oneri non inerenti e se non sa che i costi non inerenti di enti pubblici quali anas e italakali e mi pare che pure ignori la faccenda delle stabili organizzazioni, mi trovo dinanzi al buio oscuro, faccio un sogghigno e passo oltre. Se Racalmare premia la malerba (come ben dice Alfredo Sole.) quasi una istigazione a delinquere questo a me non garba e se questo e’ campanilismo mi sento il piu’ campanilista del mondo. I soldi pubblici non si possono erogare (qualunque sia la forma) per istigare ad associarsi agli stiddrara non pentiti-.Altro che campanilismo signor Licata. QUESTIONE ALTAMENTE ETICA SIGNOR LICATA, VERA LOTTA ALLA MAFIA

 



Licata Rispondi
23 ottobre 2014 a 21:10

Sono io il primo a dirle che non conosco di costi deducibili e di oneri inerenti; ma posso garantirle che so dello Scisma di Grotte dello Sciarratta e del Turano:Si quello che faceva la voce grossa, perchè non è che ognuno che fa la voce grossa ha sempre ragione. A suo tempo con un messaggio privato avevo comunicato al Signor Gaspare Agnello che condividevo la sua condotta,
 non credeva che quel libro dovesse partecipare al Premio Racalmare ed era stato coerente dimettendosi.A questo punto abbiamo espresso la nostra opinione lei si mantiene la sua ed io la mia.

 



calogero taverna1 Rispondi
24 ottobre 2014 a 2:46

Basta che si ammetta che la mia non e’ stata una sparata campanilistica. Mi pare che si ammetta anche che dire Grotte eretico non e’ lesivo dell’onore di Grotte. Anzi! Non sapere di costi non inerenti vanifica la critica nei miei confronti quanto all’indifferenza del fatto che i soldi del premio e chi se ne fregherebbe! L’amico Gaspare ha poi cambiato tre o quattro volte versione delle ragioni delle sue dimissioni fino a farsene un merito per il premio Carnevale. Per me, dopo quelo che mi ha scritto Alfredo Sole, malerba divien un libro indecente non degno di Racalmare se Sciascia ha li’ ancora un senso. SIndaco e Comune quindi debbono prendere provvedimenti. Mandare tuti i responsabili a casa. E spero che Spillo non accusi anche me di pandimissionarismo. Io non chiedo dimissioni ma destituzioni. Le mie quindi sono accuse non opinioni. Le accuse si possono accettare o respingere. QUELLE del signor Licata, per sue stesse ammissioni, sono opinioni. Quindi affari suoi personali, non mi riguardano, se le puo’ tenere

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