martedì 23 settembre 2014

Lezione d'arte Seconda (riveduta ma ancora scorretta).


Secondo una prima non raffinata approssimazione ci sia permesso di affermare che pittura è attività dello spirito creativa di IMMAGINI raffigurative.

E ciòpuò dirsi  anche dopo le rivoluzioni dell’arte moderna e postmoderna che ambiscono persino di aver bandito dall’arte pittorica ogni concretezza raffigurativa per ascendere nei cieli della più pura astrattezza.
 


Per puntualizzare il senso del termine IMMAGINE ci avvaliamo delle definizioni correnti nelle enciclopedie informatiche e abbiamo così che l’IMMAGINE è una "metodica di rappresentazione secondo coordinate spaziali indipendenti di un oggetto o di una scena. Contiene informazioni descrittive riferite all’oggetto, alla scena che rappresenta".

Si aggiunge che il linguaggio delle immagini è intrinsecamente indeterminato, evocativo, dotato di segni colori linee che assumono valore simbolico in relazione al significato che attribuiamo a ciò che osserviamo o ricordiamo o evochiamo o al messaggio che mandiamo.

Da condividere anche l’osservazione - più riveniente dal buon senso che da vera elaborazione dello spirito - secondo la quale "da sempre le immagini hanno costituito una sorta di linguaggio dotato di segni che assumono significati particolari".

Resta assodato che " il linguaggio delle immagini è altamente evocativo e, in ambito pittorico, queste e la comunicazione visiva rivestono un ruolo fondamentale": in essa attività pittorica costituiscono un linguaggio visuale che trascende e prescinde da quello testuale; in ogni caso sono allegorie visive, poetiche (nel senso greco di creatività) tutte insite nel modo umano, spirituale, di fare "pittura".



Ma appena si riguarda la questione da un’angolazione più impegnata, l’esilità dell’elaborazione scolastica emerge e disorienta.

In Italia, ad esempio, l’imperante filosofia idealistica del Croce della prima metà del XX secolo imponeva il concetto della purezza dell’arte, la sua scissione dalla morale, dalla praxis e dovendo essere assoluta creatività poetica, l’immagine andava depurata dalle pastoie dello "stimolo fisico", si doveva librare nella vera esteticità.

Quanto tale visione filosofica influisse sulla pittura del tempo, pone non poche perplessità. L’estetica di Croce non ebbe certo molto peso sul movimento futurista che fu peculiare alla cultura italiana dell’epoca.

Per Croce tutte le precedenti teorie estetiche (edonistica, moralistica, intellettualistica) permettono una trattazione empirica e non filosofica del problema, perché concepiscono l’arte come un mero particolare, senza vederne l’intima legge. Così, ad esempio, l’educazione estetica può essere negata come fa il rigorismo. Riecheggia l’assioma dell’arte per l’arte. Questa, pertanto, sarebbe un tutt’uno con la fantasia come forma teorica del sentimento e va concepita come momento necessario dello spirito, come alcunché di ineliminabile perché indispensabile.

Ben si sa che le teoriche estetiche crociane ebbero presto ripensamenti anche all’interno dello stesso pensiero di Croce. Si può accennare a Gentile, volto alla teorizzazione dell’unità dello spirito, per arrivare a qualche pensatore minore (F. Albeggiani, arte e vita , Firenze 1921) e apprezzarne assunti come questo: "l’arte non è sogno, bensì realtà profondamente umana con la biografia dell’artista. La vita di ciascun essere umano è una unità nella quale il momento dell’arte non è distaccata dagli altri, se non per noi che per il fatto trascuriamo il farsi, e, innanzi a un prodotto dello spirito, lo tagliamo arbitrariamente fuori da tutta la realtà alla quale è legato, e senza la quale ci è impossibile intenderlo."




[A questo punto bisognerebbe svolgere il tema della rivoluzione culturale marxista del dopoguerra imperniata su Gramsci.]



Un incontro scontro letteratura filosofia dell'estetica ha addirittura un esordio in Leonardo Sciascia. Operiamo uno spunto tutto nostro:


Leonardo Sciascia in una sua opera giovanile abbozza una sua filosofia dell'estestica: essa si coglie nel disegno del profilo di un pittore del tempo: Santo Marino. Sono poche ma efficaci note in uno dei quaderni di Galleria pubblicati da Salvatore Sciascia (il n. 60 e il n. 20 del 1963).


Eccone alcuni brani: "Il libro illustrato può anche essere bellissimo oggetto, spesso lo è …  Dicendo questo non intendo dare giudizio di merito". Ma occorre "…. Oltre che buon talento, una certa finezza di soluzioni, come ad esempio nel figurare [talune] similitudini".
 

"In ogni opera opera d'arte di ogni artista vero, vi è un segreto che tanto più anzi è segreta, esclusiva, come nell’intimità e continuità di un colloquio, quanto più appare aperta ed immediata."

Antico, non chiaro, ondivago è il discorso sull'arte, sul segno, sull'immagine, sul suo valore, sulla sua trascendenza nella creatività estetica, sulla latitudine del "bello" in pittura.



[Qui si potrebbe fare qualche osservazione per vedere se l'immagine di un perseguitato politico come Carlo Levi ebbe a mutare; e come Guttuso visse il passaggio di regime e se ciò ebbe influenze su Cagli (che è pittore che io prediligo). Non mi sembra che tante ricerche a tal fine siano state fatte sull'evoluzione pittorica di un Fontana, su un Burri ed altri in aperta rivolta contro l'imperante realismo teorizzato in Italia da un Lukàcs. Invero qui occorrerebbe fare una tesi nella tesi. Ne accenno solo ovviamente. Ma torniamo al mio filo conduttore.]







                 BAIAMONTE Viso di Donna

Momento topico nel mondo antico è quello vissuto in Grecia. Traiamone qualche spunto da un filosofo sommo del tempo: Platone.



[acquisire spunti estetici dal testo su Platone che si allegò.]
 

[Resta allora centrale la panoramica sulla storia e sui riferimenti filosofici e speculativi dell'Estetica in cui si inquadrano le modedrne visioni dell'incidenza dell'immagine in pittura]


[Tanto per inquadrare la svolta delle teoriche estetiche di Nietzsche con la sua sapiente dicotomia tra il 'APOLLINEO e IL DIONISIACO' quale si può scorrere nell'opera della tragedia - ad ogni modo ne fornivo allegato uno studio esaustivo - e come la grande letteratura borghese ebbe a recepirla - si consulti il DOCTOR FAUST di Thomas MANN

Osceno o arte, oppure entrambi?


 
[per finire - da maschilista consunto quale sono - sono da prendere in considerazioni domande come queste:

- e' davvero "maschile" la pittura? E quella di inarrivabile sublimità (Leonardo, Michelangelo) rimane tanto sconcertante nell'immagine sol perchè la vita dell'artista sarebbe "deviata"?; Quale perversione sessuale nel vecchio sporcaccione TIZIANO nel dipingere, nel darci l'IMMAGINE del languido autoerotismo della VENERE DI URBINO?

- la pittura "femminile" è davvero pittura DIVERSA? E' la poetica dell'altra metà del cielo? Il femminismo ha, può, potrà elaborare un approccio culturale per un mondo pittorico così peculiare come quello di ARTEMISIA GENTILESCHI
 

o NOVELLA PARIGINI oppure delle tante contemporanee artiste siciliane come ROBERTA SERENARI (languida in un'atmosfera di onirica sensualità evanescente - nel catalogo Identità a Confronto -Racalmuto Castello Chiaramontano)LILIANA CANO (pressoché di identica ispirazione ma con deflussi domestici - vedi ibidem) oppure della romana PATRIZIA DEL POCE, il cui sognante e decadente rifiuto del figurativismo per la scelta di un folleggiante cromatismo viene scandagliato dal critico di REGALPETRA LIBERA Calogero Taverna?



 

 

 

 

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Appunti e stralci vari.




 
 
 
 
 
 
 
 
 

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