lunedì 16 giugno 2014

Il Caprone di Garcia Lorca



IL CAPRONE
iL GREGGE DI CAPRE è PASSATO
ACCANTO ALL'ACQUA DEL FIUME
NELLA SERA DI ZAFFIR E ROSA,
CHE E' PIENA DI ROMANTICa Pace,
guardo
il gran caprone.
Salve, muto demonio!
sei il più forte
degli animali
Eterno mistico
d'inferno
carnale ...
Quanto incanto
nella tua barba,
e nella fronte così spaziosa
e rude don Giovanni!
Che grande accento è nel tuo sguardo
mefistofelico
e passionale!
Vai per i campi
con il tuo gregge,
dove sei stato fatto eunuco,
tu che sei un vero sultano!
La tua sete di sesso
non si placa mai;
imparasti bene
dal padre Pan!
La caprati segue lentamente
innamorata ed umile;
ma son insaziabili le tue passioni;
la vecchia Grecia
ticomprenderà.
Oh esseredi profonde leggende sante
di deboli asceti e Stanassi
con mansuete fiere e profonde grotte,
alla cui ombra ti videro
soffiare la fiamma
del sesso.
Caproni cornuti
dalle brave barbe!
Nero concentrato di medieevo!
Voi siete naticon Filommeide
dalla pura schiuma di mare,
e le vostre bocche
l'adularono
sotto lo splendido ammasso di stelle.
Venite dai boschi ieni di rose
dove la luce è uragano;
venite dai prati di Anaccreonte,
pieni di sangue dell'immortale.
Caproni!
siete metamorfosi
di vecchi satir
ormai perduti.
Siete prodighi di lusuria vergine
come nessun altro animale.
Illuminati del mezzogiorno
Attenti,
ascoltate
là f
dal fondo delle campagne
il gallo che quando passate
vi dice: Salve!
Garcia Lorca

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