giovedì 12 dicembre 2013

Tre foto. tre infausti momenti della storia ecclesiale di Racalmuto


Abbiamo qui una foto emblema, la solida triade che ben tre lati diversi unisce: un vescovi che cerca di cancellare ogni traccia del suo predecessore, Peruzzo, ma vediamo che anche qui si ostentano i segni della opulenza per l'intima convinzione che omnis autoritas a Deo; se presule si è anche dominus, dominatore delle cose della terra. Giuseppe Petralia ha persino e supera forse l'imponenza fisica del Peruzzo: visti entrambi in foto sembrano persino identici tanto da confondersi. Petralia porge il suo anulare che crediamo opulento al bacio di un remissivo contadinotto, sì con mantella sopra una simbolica cotta, un misto di albore di celestiale spiritualità ma macchiato di un colore che crediamo violaceo allusiva di una supremazia su una terra su varie parrocchie su diversi preti: padre Puma flesso riceve il mandato arcipretile sotto l'occhio serio e dignitoso del terzo lato di questo strano triandolo: il neo spossessato arciprete Casuccio c
he in quel momento deve far ricorso a tutto il suo altero spirito per non disdegnare quelli che lo hanno aggirato ed umiliato e spogliato dell'arcipretura. Avremo credo modo di meglio illustrare questi aspetti della storia ecclesiale di questa strana terra di Racalmuto, piccolo lembo di paradiso nelle sue apriche campagne, landa infida di una umanità minore rissosa e dimessa, in cerca sempre di eroi quali mai riesce a trovare. Siccome profondamente veridico avversiamo per sopravvivenza Sciascia quando così vede Racalmuto: umano consorzio in cui molto "lontana è la vita dalla LIBERTA', dalla GUSTIZIA, cioè dalla RAGIONE. Sottomessi e pravi, quindi dementi, c'è poco da essere allegri.

 
 

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