sabato 14 dicembre 2013

Affabulando con il colto sensbile e rafinato Piero Carbone

Sacrosanto quello che tu dici, il rammarico che esprimi il monito che lanci. Ma spero che tu convenga con me che c'è abbattimento e abbattimento. Vi sono in cima al picco di Sud Ovest del Serrone due vetuste "casine nobiliari": almeno una io l'abbatterei subito. La memoria storica della fremente e fascista prima metà del Novecento fu molto blanda. Una mulattiera partiva dalla edicola di San Gnisippuzzo snodantesi dalla carrozzabile oggi dedita ai miti dell'antimafia; si inerpicava tra arbusti canori di  "amaremi" , un romanticissimo tunnel profumato . arrivava su, planava tra incantevoli belvederi e quindi discendeva sino a questa tanto idolatrata chiesetta del Serrone. Potenti dei primi del Novecento pensarono bene di stendere i segni del loro mediceo arricchimento proprio sul cocuzzolo del Serrone e tagliarono la mulattiera. Abbattere quel casamento privo persino di gusto estetico dovrebbe essere un pungolo di una nuova libera e colta stampa. Aggiungerei che la vigilanza anche se ora affidata a precari della scurezza comunale che tutti quelle strozzature cementizie di quella che la strada dei fiori di ciliegio  dovrebbero essere abbattute. Si sa che quando si toccano interessi dei nuovi crestomantici  di paese ogni tipo di stampa volge lo sguardo altrove: meglio retrodatare una casupola ecclesiale degli anni ottanta del Novecento a vetusto intoccabile cimelio del Seicento e fingere proficue affabulazioni con sorridenti Commissari dalla imponente stazza poliziesca. Controcorrente invoco abbattimenti di oscene conservazioni. Debbo fare onore ad una fama che pare si va sempre consolidando in  paese. Quod est in votis.

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