giovedì 7 novembre 2013

Tre preti della Racalmuto del Novecento

Interessantissima segnalazione e valida sintesi. Entriamo qui in quel grande  sconcerto della Chiesa sotto papa Pio X, santo sì ma inflessibile. Il modernismo davvero fu fenomeno di deriva dommatica teologica morale da smantellare con tutte le forze. Anche qui nell'agrigentino si ebbero riflessi sconcertanti. Una visita apostolica al seminario di Agrigento, ove serpeggiava questa che in un primo tempo si considerava  una palingenesi cuturale della Chiesa si concluse con la chiusura del seminario. I nostri seminaristi,dal Casuccio al Farrauto al Picone e ad altri di minore rilievo, dovettero trasmigrare per qualche anno in altri seminari. Il futuro arciprete Casuccio era quello di maggior intelletto e s'intrise di "modernismo" che nella forma più lieve e  meno audace, inseguì quest'uomo alto asciutto, riflessivo,  fino alla morte. Gli si contrapponeva padre Farrauto forse più concreto, meno portato alla speculazione pura, ma certo di più robusta preparazione.  In competizione per l'arcipretura di Racalmuto la spuntò il Casuccio, ma vi furono contrasti e si dovette ricorrere ad accomodamenti anche di natura economica come l'assegnazione indebita al padre Farrauto del beneficio secentesco del Crocifisso. Tuttavia poi tra i due vi fu rispetto e persino solidarietà. Padre Picone invece non mostrò personalità all'altezza dei due ai quali però fu sempre molto legato tanto da urtare la suscettibilità di un altro sacerdote di altra generazione il famoso e focoso padre Arrigo (Giovanni) che se ne fa beffe nel suo libro SVOLTA PERICOLOSA.

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