sabato 2 novembre 2013

Permettimi una battutaccia:se scrivere un bel libro significa scrivere un ibro per ebeti e da ebeti, io quel lbron on lo scriverò mai. Dico e ripeto: a me di farmi capire dagli imbecilli non va proprio. Ovviamente dico questo ad uno che considero uomo e medico di altissimo ingegno. Ma poi mi dovrei un po' offendere perché di libri su Racalmuto ne ho già scritto due e dicono che suvvia! non sono malaccio, anche sotto il profilo della eleganza espositiva. C'è molto latino, questo è vero, ma come si fa a parlare della storia della chiesa racalmutese senza parlare talora latino. Oltretutto il canonico Mantione fu un latinista coi fiocchi. L'arciprete Tirone non scherzava e gli teneva testa il notaio Savatteri. Perché oltretutto la grandissima intelighentia di Racalmuto si è formata nel seminario vescovile di Agrigento ove ad esempio ai miei tempi insegnava il canonico Vaianella, un gigante in latino e greco pur basso di statura E ciò con buona pace per Sciascia che ci attaccò a noi tutti ex seminaristi ma lui il latino non lo sapeva, in questo era mogliedipendente e la signora di latino ne sapeva e tanto. Mi dispiace, ma la storia della matrice di Racalmuto è per spiriti eletti. Vi ho passato ex professo 30 anni a studiarla e alla fine mi ritrovo al punto di prima perché tutta la storia mondiale, nazionale e siciliana vi passa e c'è proprio da perdersi. Post scriptum: non ho mancato di fornire a padre Puma, mio fraterno e affettuosissimo amico dal 10 ottobre del 1045 sino alla sua morte, ben 300 cartelle dattiloscritte sulla storia della Ecclesia terrae Raclmuti. Glielo ho date naturalmente come appunti e naturalmente ne ho copia e molta roba l'ho pubblicata almeno una ventina di anni fa. Padre Puma non ne fece nulla per ragioni sue. Restò l'incartamento tra le sue cose lasciate senza testamento. Qualche ragazzuolo se ne impossessò; ne pubblica stralci a nome suo e talune pagine - peraltro scritte divinamente - me le trovo in libri firmati e registrati addirittura come se fossero ispirate dal defunto Nalbone, che non posso ovviamente chiamare in un processo di plagio che prima o poi intenterò

Permettimi una battutaccia:se scrivere un bel libro significa scrivere un ibro per ebeti e da ebeti, io quel lbron on lo scriverò mai. Dico e ripeto: a me di farmi capire dagli imbecilli non va proprio. Ovviamente dico questo ad uno che considero uomo e medico di altissimo ingegno. Ma poi mi dovrei un po' offendere perché di libri su Racalmuto ne ho già scritto due e dicono che suvvia! non sono malaccio, anche sotto il profilo della eleganza espositiva. C'è molto latino, questo è vero, ma come si fa a parlare della storia della chiesa racalmutese senza parlare talora latino. Oltretutto il canonico Mantione fu un latinista coi fiocchi. L'arciprete Tirone non scherzava e gli teneva testa il notaio Savatteri. Perché oltretutto la grandissima intelighentia di Racalmuto si è formata nel seminario vescovile di Agrigento ove ad esempio ai miei tempi insegnava il canonico Vaianella, un gigante in latino e greco pur basso di statura E ciò con buona pace per Sciascia che ci attaccò a noi tutti ex seminaristi ma lui il latino non lo sapeva, in questo era mogliedipendente e la signora di latino ne sapeva e tanto. Mi dispiace, ma la storia della matrice di Racalmuto è per spiriti eletti. Vi ho passato ex professo 30 anni a studiarla e alla fine mi ritrovo al punto di prima perché tutta la storia mondiale, nazionale e siciliana vi passa e c'è proprio da perdersi. Post scriptum: non ho mancato di fornire a padre Puma, mio fraterno e affettuosissimo amico dal 10 ottobre del 1045 sino alla sua morte, ben 300 cartelle dattiloscritte sulla storia della Ecclesia terrae Raclmuti. Glielo ho date naturalmente come appunti e naturalmente ne ho copia e molta roba l'ho pubblicata almeno una ventina di anni fa. Padre Puma non ne fece nulla per ragioni sue. Restò l'incartamento tra le sue cose lasciate  senza testamento. Qualche ragazzuolo  se ne impossessò; ne pubblica stralci a nome suo e talune pagine - peraltro scritte divinamente - me le trovo in libri firmati  e registrati addirittura come se fossero ispirate dal defunto Nalbone, che non posso ovviamente chiamare in un processo di plagio che prima o poi intenterò

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