lunedì 25 novembre 2013

Il 'desiderio sessuale' secondo Sartre, nella lettura di Marcuse.

Accordatemi il lusso di una pagina di filosofia, dell'esistenzialismo  o se volete dell'alienazione. Già Sarte e Sartre letto da Marcuse. Qui leggo solo alcune affermazioni tra un passaggio e l'altro di un complesso ragionamento. Capirci? non è facile. Ma sappiamo almeno essere umili, e  non presumere e non sputare sentenze. Guardo a quello che mi capita di questi tempi. Pur se vecchio mi erompono da dentro "desideri", sì li chiamerei "desideri sessuali". Cosa è un "desiderio sessuale" per una persona "colta"? Facile rispondere? Un villano, un vanesio, una maddalena ti darebbe subito la risposta. Io non so. Sintetizzo quello che ho letto. Non posso negare che qualcosa l'ho afferrata - ma molto, no. Eppure ho capito che vi è tanta profondità nella speculazione filosofica dell'esistenzialista Sartre. Alle  volte mi domando: cosa può insegnare un "precario" di storia e filosofia in un liceo italiano? Oggi ho sentito Berlusconi avventurarsi in diritto costituzionale. Patetico. Forse lui invece mi saprebbe spiegare tutto, data la sua sapienza in "desiderio sessuale".

"Secondo Sartre il 'desiderio' è essenzialmente 'desiderio sessuale'. La sessualità non è per lui 'un accidente contingente legato alla natura fisiologica' ma una struttura fondamentale del 'per sé' nel suo essere-per-altri. Se prima Sartre ha descritto i due modi principali delle relazioni umane, usando i concetti delle relazioni sessuale  (sadismo e masochismo), ora la sessualità diventa la forza che cancella l'intero meccanismo della libertà, dell'attività e della morale esistenzialista.
IL 'DESIDERIO' DIVENTA QUESTA FORZA IN PRIMO LUOGO GRAZIE AL FATTO CHE ESSO E' LA NEGAZIONE DI OGNI ATTIVITA', DI OGNI 'RAPPRESENTAZIONE': IL DESIDERIO NON E' DESIDERIO DEL 'FARE'. Qualsiasi attività possa mai essere suscitata dal desiderio, ogni tecnica amorosa si soggiunge a questo  dall'esterno. Il desiderio è 'puramente e semplicemente  desiderio di un oggetto trascendente', cioè 'desiderio di un corpo'. E questo oggetto viene chiaramente e semplicemente desiderato per ciò che esso è  e per come esso appare, nella sua cruda 'fatticità.
[.... ] Questa attività è la 'carezza': il desiderio si esprime con la carezza come il pensiero col linguaggio.  ... La carezza fa nascere l'altro come carne per me e per lui. .... Le relazioni fra gli uomini diventano relazioni fra cose. ... [..] Anche il desiderio sessuale è un tentativo  di appropriarsi della libertà dell'altro. Il fatto che tutti questi tentativi si rivelino  vani e autodistruttivi, non fa che rinnovare il tentativo di appropriazione.  ,,, L'abisso cartesiano tra le due sostanze è colmato, avendo entrambe cambiato sostanzialità. L'Ego ha perduto il suo carattere di 'per sé', di essere opposto ad ogni altro-dall'Ego, ed i suoi oggetti hanno ottenuto una soggettività propria.".
MARCUSE, Cultura e società.  Einaudi 1969 - passim ta pag. 209 e pag. 212.   
  

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