giovedì 14 novembre 2013

Il Cicolano di un tempo, la Nerse della Val del Salto. VIRGILIO ci inganna

Il dottor Lugini, l'ineguagliabile Lugini, pubblica in Santa Lucia di Fiamignano nel 1907 questa testimonianza archeologica che qui io riproduco. Un patrimonio unico, una fonte preziosissima si trova qui nel Cicolano. Vi doveva essere una corsa da tutto il mondo per studiare capire correggere. La storia romana si ribaltava. Aveva un bel da dire un certo Virgilio - sì quello dell'Eneide - quello che disse e cioè: " Et te montosae misere in proelia NERSAE,/ Ufens, insignem fama et felicibus armis;/ Horrida praecipue cui gens adsuetaque multo/ Venatu nemorum, duris AEQUICULA glaebis: /Armati terram exercent semperque recentis/ convectare iuvat praedas e vivere rapto." Esametri sublimi certo, contenuto nefando, però. Tutto il contrario; erano allora i romani "aspro populo", i romani predoni, i romani protesi a "vivere rapto". Si erano incuneati nella Valle del Salto - allora fertilmente senza lago - e pretendevano che i colti OSCHI di NERSE vivessero ancora più su sui monti e solo di caccia. Virgilio, animo mite, raccontava -  lui mantovano buono, allora non leghista, non seguace delle durezze di Bossi quella che era la vulgata guerresca e mitomane. Loro, i romani, ora definitivamente vincitori avevano affidato agli annali, ripresi da Livio, una versione di comodo come gli americani vittoriosi della seconda guerra mondiale hanno fatto con fasti inventati coprendo le loro nefandezze. Si dava il caso che a Nerse, l'attuale Nesce vi era un popolo che già sapeva leggere e scrivere quando ancora gli incivili romani non avevano scoperto l'aratro a chiodo. Dovettero venire non si sa da dove Romolo e Remo  per apprendere come  rendere più fertile la terra arandola nel tempo giusto. Ma gli Equi, gli attuali Cicolani avevano inventato addirittura un alfabeto molto ingegnoso. Viene chiamato OSCO. Lugini divulga una residua lapide in OSCO. Ve la riproduco qui sotto. Queste sono parole, parole all'Alberto Lupo? Direi di no caro amico Cicolano. Dovresti essere fiero delle tue vere e non virgiliane origini. Il fascismo fu tutto preso dalla grandezza di Roma a tutti i costi e pur ravvivando gli studi storici lasciò che il Cicolano restasse nella memoria un popolo di barbari e truci ladroni che la Roma Antica si sarebbe degnata di civilizzare. Il documento di Lugini dissolveva quelle menzogne. Ma neppure i noti ed apprezzati eredi di quel grande medico archeologo osarono contestare: erano fascistissimi. Finita la guerra qui l'importante fu il contributo per meriti contadini, bastò essere della coltivatori diretti e votare DC. E i compagni, i miei cari sodali rossi? Avevano altro a cui pensare. Oggi forse è il momento non di voltare pagina ma di aprire quella pagina del Lugini: e dalle parole, dalla raffinata poesia latina di Virgilio potrà  venire benessere e ricchezza (non con furto e rapina ma per iniziative adeguatamente supportate). Gloria e denaro dalle parole o dai versi che ho propinato, che non ho volutamente tradotto, per non finire come il latino dei preti delle messe incautamente abbandonato. La cultura non dà pane ma companatico. provare per credere.  

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