mercoledì 2 ottobre 2013

Toh! chi si rivede! Il parco letterario di Leonardo Sciascia

Mi sorprende alquanto questa sortita della signora Salemi (che riscuote la mia massima stima). Proprio l'altro giorno parlavo con un ex sindaco che a fronte delle mie non nuove accuse contro lo sperpero dei tanti soldi piovuti in nome di Sciascia (già morto però) mi forniva ragguagli e precisazioni che francamente ignoravo. Cercai all'epoca di contrastare quella che ritenevo una triade blasfema con un contro parco letterario ispirato al mio Leonardo Sciascia. Sconfitto su tutta la linea. Non fa niente. A me sembra solo che a parte qualche birreria finita male a Racalmuto di quel parco residua un paio di labari nella sala sorda ed assordante del c.d. museo chiaramontano. Ma forse ha ragione l'ex sindaco. Comunque visto che certamente il nuovo sindaco sarò io contro tutte le camarille, gli accordi incestuosi, le manovre truffaldine, le aspirazioni economiche di sollievo dei disastri del proprio patrimonio, è certo che saprò fare affiorare la verità (da CGA) della fine dei fondi del Parco Letterario vincente.


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  • Calogero Taverna giovedì 3 ottobre 2013

    Che fine ha fatto il Parco Letterario Regalpetra?

    di Iolanda Salemi

    Non molti sanno cosa siano i Parchi Letterari, e pochissimi sanno che ne esiste uno a Racalmuto, intitolato a Leonardo sciascia, “ Il Parco letterario Regalpetra”.

    Ma di cosa stiamo parlando? che cos'è questo parco letterario? Ve lo dico io: Il Parco letterario nasce da un'idea di Stanislao Nievo ( nipote di Ippolito Nievo) il quale è convinto che l'opera di ogni autore non può essere considerata al di fuori del suo contesto ambientale, ma è profondamente radicata nel territorio. Sia perchè l'autore nasce e si forma in un dato ambiente, sia perchè ambienta le sue opere in un dato luogo. In alcuni autori, più che in altri, questi luoghi sono reali e riconoscibili, pertanto possono essere valorizzati medianti itinerari e sfruttati turisticamente. In Sicilia ci sono sette Parchi intitolati a : Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Quasimodo, Verga, D'Arrigo, Vittorini e Sciascia.

    Le opere di Sciascia sono colme di riferimenti a luoghi reali, la Regalpetra di cui ci parla è un luogo geografico esistente, che non è solo Racalmuto ma un territorio ben più vasto che arriva fino alla provincia di Caltanissetta, che ha le stesse caratteristiche di vari paesi dell'entroterra siciliano, accomunati dal silenzio del paesaggio e dall'arsura. E' il mondo arido delle campagne, il mondo delle miniere, anche questo caldo e soffocante, dove si muovono minatori, con occhi asciutti che vedono nel buio, ed estraggono la vita dalle vene della terra, vita e morte, ricchezza e sofferenza. Lo zolfo è la rinascita per il paese ma anche la morte di tanti minatori.
    Il Parco Regalpetra si estende tra Racalmuto e Caltanissetta, la sede doveva essere la Fondazione e il Castello Chiaramontano, con i fondi di una sovvenzione globale era stato acquistato un elegante e studiato arredamento, funzionali espositori dovevano contenere elementi del mondo minerario, che fine hanno fatto? Al castello si doveva collocare una Biblioteca Tematica, incentrata sul territorio, sul mondo minerario e contadino, sull'antropologia culturale e le tradizioni popolari, sulle feste religiose... Alcuni libri erano già arrivati, io stessa li avevo registrati e catalogati. Scopo principale del Parco era quello di ricreare attraverso degli itinerari turistici, quelle atmosfere che hanno impregnato il testo letterario di Scascia. L'itinerario doveva essere una sorta di viaggio sentimentale, attraverso le pagine della letteratura e attraverso quei luoghi che diventano preziosi, perchè patrimonio culturale da valorizzare e proteggere. Il viaggio sentimentale è una rappresentazione fatta da attori o cantastorie, che recitano o narrano quei brani ambientati negli stessi luoghi descritti dall'autore. Ad esempio: riprodurre al Circolo Unione quell'atmosfera degli anni '50, come è descritta tra le pagine delle “Parrocchie”, e recitarvi brani attinenti, o recitare pezzi di “Morte dell'Inquisittore”, nelle Grotte di Frà Diego ecc...

    Infine il Parco doveva essere uno strumento capace di mettere in moto un percorso di crescita culturale, ed anche economica, perchè avrebbe sviluppato una serie di attività collaterali. Avrebbe portato alla conoscenza dei luoghi peculiari estranei ai circuiti turistici di massa. L'itinerario turistico doveva snodarsi tra la casa natale dello scrittore, il teatro, che tanto amava, il circolo, le chiese, le grotte di Frà Diego, il viaggio in treno per Caltanissetta, dove Sciascia trascorse la sua giovinezza e compì gli studi, il mondo delle zolfare e delle saline, delle campagne, delle masserie, dei borghi delle robbe, le feste religiose, da cui traggono spunto le sue riflessioni antropologiche; insomma un percorso attraverso Regalpetra. I prodotti del Parco dovevano essere quelli tipici della natura, i manufatti della cucina tradizionale, i prodotti artigianali, ciò avrebbe dato modo a molti operatori del settore di lavorare. Perhè è tutto svanito nel nulla? Anche se l'attività di questo Parco non si è mai sviluppata, per ragioni che non sto qui ad indagare, ciò non toglie che i concetti, le idee, gli obiettivi, siano ancora validi e realizzabili. I luoghi di Regalpetra meritano di essere conservati attrezzati e resi fruibili, è un modo per dimostrare che la cultura non è una roba sterile, fatta di letture solitarie, ma è una cosa che può contribuire allo sviluppo economico di questo paese. Una serie di progetti che ho proposto ad illumunati e lungimiranti amministratori, ammuffiscono nei miei cassetti.

    Spero che queste mie parole non cadano nel vuoto dell'oblio, e non vengano considerate una mera esercitazione, ma siano lo spunto per riflettere, progettare, proporre, e realizzare.

    Iolanda Salemi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmente un discorso serio e operativo che sicuramente "da lo spunto per riflettere, progettare, proporre e realizzare.

Lillo Taverna ha detto...

Grazie, ma perché anonimo vivaddio! A meno che non mi si voglia rimproverare che i miei passati spunti non fanno riflettere, non sono progettuali non sono propositivi e non sono realizzabili. Farò l'esame di coscienza e se del caso l'autocritica da vecchio ed incorreggibile VERO comunista quale sono e di cui sono fiero. Di solito mi pare che se celio (e lo faccio spesso)cerco di rispettare il monito latino castigat ridendo mores e sia chiaro i mores perseguito mai gli immorali. Non sono un delatore, caro mio vecchio indimenticato asino ragliante.