venerdì 25 ottobre 2013

Satana secondo Garcia LORCA

Avevo scritto queste contumelie in luogo non correttamente deputato. Lo trascivo ora qui. Non è per signore per bene.
Calogero Taverna
 E inoltre, Satana mi ama tanto,
 è stato mio compagno
 in un esame
 di lussuria e il maligno
 adescherà Margherita
 - me lo ha già proposto –
la bruna Margherita
su uno sfondo di vecchi ulivi,
 con due trecce una notte
 d'estate,
 perché strazi
 le sue vergini cosce.
 E allora, Signore!
 sarò ricco
 come te o di più
 perché il vuoto
non può paragonarsi
 al vino
 con cui Satana festeggia
 i suoi buoni amici.
 Liquore fatto di pianto.
Che importa!
 vale quanto
 il tuo fatto
 di trilli.
 Dimmi Signore,
 mio Dio!
 non sprofondi nell'ombra
 dell'abisso?
 Siamo uccelli ciechi
 senza nido?
 La luce si spegne a poco a poco
 e l'olio divino?
 Agonizzano le onde.
 Hai voluto
 giocare come se fossimo
 soldatini?
 Dimmi, Signore,
 mio Dio!
 Il nostro dolore non arriva
 alle tue orecchie?
 Le bestemmie non hanno fatto
 Babeli senza mattoni
 per feristi, o ti piacciono
le grida?
 Sei sordo?  Sei cieco?
 O sei tarato
 nello spirito
 e vedi l'anima umana
 con toni invertiti?
O Signore sonnolento!
 Guarda il mio cuore
 Freddo
 come una cotogna
 troppo autunnale
 ormai marcia!
 Se la tua luce arriverà,
 apri gli occhi vivi,
 ma se resti
 addormentato,
vieni, Satana errante
 sanguinante pellegrino,
 portami la bruna
 Margherita tra gli ulivi
 con le trecce una notte
d'estate ed io saprò accenderle
 i suoi occhi pensierosi
 con i miei baci macchiati
 di gigli.
 [omissis]
 Signore, a questo punto ti lascio
il mio cuore antico,
 e vado a chiederne in prestito
 uno nuovo ad un amico.
 Cuore di ruscelli
 e pini,
 cuore senza serpi
e gigli.
 Robusto, con la grazia
 di un giovane contadino
 che salta il ruscello
 d'un balzo.

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