lunedì 28 ottobre 2013

Fascisti (di Racalmuto): A NOI!


Se il circolo Unione non fu "fascistissimo" sino al midollo della prima ora, è certo che ci guadò subito con simpatia prima e con deferenza poi. Qualche mugugno dopo la presa del Potere dal Fascio per l'abbandono forzato di nome e riti di vago sapore massonico. Ma già il 16 gennaio 1921 il Circolo - di solito molto parsimonioso - si abbona al "Popolo d'Italia” dell'allora manco cavaliere Benito Mussolini.

L'avvocato Carmelo Burruano, fiancheggiatore scopertissimo del movimento fascista, può passare all'unanimità socio provvisorio. Allora mica era come adesso, che non fai in tempo ad entrare  e ti consegnano il sodalizio. Una stoccata la potremmo dare quanto al verbale n° 5, ma siamo troppo legati a parenti di personaggi poi molto decaduti. Era il trenta di gennaio dell'anno del Signore 1921: era passato l'8 gennaio e la grande imperitura gloria del paese era in fasce; era già nato Leonardo Sciascia. Noi non crediamo che davvero Sciascia amasse il Circolo sino allo spasimo. Ironico persino nella celebrazione. Non c'è da gridare alleluia per un sodalizio la cui memoria si rattrappisce nell'ILLUSTRAZIONE ITALIANA. In un'aria depressa .... pirandelliana poteva un circolo di galantuomini per censo e di minores (per ammissione statutaria), poteva salvarti "dalla solitudine, dai neri pensieri e divenire il porto dell'amicizia, della comprensione umana, dell'incontro civile"? Se lama tagliente vi onora delle sue confidenze sapreste che opposto era il clima. Era dopotutto un luogo ove lasciare una affossatura in una poltrona di cuoio e dove si stagliava disgustosamente un personaggio da Galleria, "imbecille detestabile .. con voce dall'eco molteplice, tanto era violenta e maleducata". Toni attenuati dopo con le Parrocchie , il disagio umano e culturale resta tutto. Sciascia negli anni antecedenti il suicidio del fratello. non era quello che dopo abbiamo conosciuto: sommesso, educatino, affabile con sorriso mai beffardo ma giammai amichevole. Rare le sue uscite eppure distruttrici, pessimisticamente scoranti. Ecco un nostro ricordo personale: dove ora c’è la sua statua, deambulavamo con lui in tanti. Il Giovanni evangelista però era Peppi Delfino. Sta pe sorgere l'astro Craxi. Chi ti nni pari, Na' di stu Craxi?. Lunga pausa dell'interrogato. Pe', iu nenti sacciu, sacciu sulu ca haiu cinquant'anno e haiu a mmuriri ... e nun mi piaci. E questo era uno Sciascia umanissimo, rispettoso, che abbiamo ammirato e come conterraneo ci ha dato lustro, a tutti noi racalmutesi.

 

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