domenica 6 ottobre 2013

Calogero Taverna Il dubbio! Il dubbio di che? Quale risposta dai, quale risposta dare. Una risposta io la darei ma sarei volgare e tu non me lo perdoneresti. Già non mi perdoni cose più veniali quali la mia ormai decadente vecchiaia.

Giacomo Balla, "Il dubbio", 1907
  • Calogero Taverna Calogero Taverna Il dubbio! Il dubbio di che? Quale risposta dai, quale risposta dare. Una risposta io la darei ma sarei volgare e tu non me lo perdoneresti. Già non mi perdoni cose più veniali quali la mia ormai decadente vecchiaia. Io sono uomo di mondo capisco e mi astengo da ogni moto giustizialista. Balla dipinge questo quadro quando ancora non era stato non folgorato da quell'imbecille - per dirla con D'Annunzio . con sprazzi di genialità il coreuta del futurismo. Aveva due figlie che sono rimaste virgines in capillis. Ancora negli anni settanta stavano in una casa romana super blindata; vi erano ancora quadri futuristi del padre

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    Calogero Taverna ma le figlie non amavano quei quadri, avevano e adoravano i quadri residui del realismo paterno come quello che ci proponi. Ma neppure questi volevano vendere. C'erano andati Mastroianni e ilsuo produttore. Il fu sgiaiato credendo che col denaro si potesse comprar tutto e le virago l'avrebbero buttato fuori di casa ma si trattennero ammaliati da Mastroianni. Mastroianni bellissinmo era anche di suadente parola, figurarsi le quelle tarde signorine: ammaliate. Dispos tre a vendere ma non i quadri del padre. Anche loro dipingevano. Ma oscnità cromatiche. Se bastasse esser figli di geni per essere geni Hitler avrebb vinto la guerra. Anch'io incappai in questo gioco mercantile. Amicissimo di un nipote di Balla con ikl dottor Grossi altissimo dirigente della Banca d'Italia ebbi accesso con mi<a miglie in quel sacrario: Balla, il vero Balla, l'immenso Balla ammucciato lì. in tante tele pregne della sua scoppiettante creatività movimentista cromatica modernissima. Le figlie non ce le avrebbero fatto vedere quei quadri del padre che consideravano arte degenerata, ma il nipote ,, grandissimo esperto, le tole di mezze e ci fece godere quello spettacolo sublime.

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    Oriana Cammilli sei stato fortunato e privilegiato Calogero!

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    Calogero Taverna Anche il dottor Grossi, da giovane frequentatore della sezione dei Castelli frequentata da Pasolini prima di essere cacciato via perché ritenuto sessualmente non "normale" ed una volta anche da un giovanissimo Berlinguer che redarguì il mio poi collega di Banca d'Italia, il dottor Grossi appunto, perché "portava la cravatta" e frequentatore anche, appena sposato, di certe strane gallerie in cui lo conduceva il cognato pittore e amico dei pittori del dopoguerra divenuti poi famosissimi, tutto ciò per dire che era ed è in arte pittorica ferratissimo (ed anche in scienza dei tre baluardi di Basilea).

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    Oriana Cammilli ci credo Calogero.

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    Calogero Taverna Ovvio che l'asino fra i suoni ero io. Un bagno di umiltà che non ha fatto male. Le signorine vi volevano so,lo affibbiare le loro brutte tele, ma non per soldi (credo ne avessero tanti) ma per vanità che ogni imbrattatele coltiva. Ma persero il loro sovercvhievole tempo. Come codicillo aggiungo che qualuno di quei quadri (del padre) avrebbe fatto comodo al mio amicissimo Balla. Niente. Tutta quella roba finì nel moderno museo romano di via Nazionale, più come peso che come ricchezza e patrimonio dell'umanità- Ogni tanto spunta qualcosa. Melanconicamente. Mi chiedo e chiedo

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    Oriana Cammilli hai ragione Calogero.. quante cose sono ammanticchiate negli scantinati!

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    Calogero Taverna ma non era meglio lasciar tutto in quel saporito appartamento del grande Balla trasferitosi a Roma? Un bel museo monopittorico non avrebbe attratto frotte di turisti COLTI? La città di Roma con tanti geni al comando non seppe, non volle sfruttare, non poté sfruttare quella ghiotta occasione?

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