mercoledì 3 luglio 2013

I miei contropenseri su Accursio Vinti, pittore astratto.

Carissimo Accursio, ti prego di apporre i tuoi titoli sintetici alle condivisioni che sto facendo dei tuoi quadri. In modo particolare mi servirebbero i tuoi due dipinti su Racalmuto e su Avignone. Mi occorrono per i miei riferimenti storici. Da Avignone veniva l'arcidiacono per tosarci a noi racalmutesi fiscalmente nel 14° secolo d'accordo con il domicellus Chiaramonte. L'uno per toglierci la scomunica per il gravissimo peccato dei Vespri siciliani di cui i nostri antenati nulla avevano saputo: l'altro perché convinti che la mala epitimia che falciava le vite dei suoi coloni fosse dovuta alla vendetta divina per quel lontano esproprio ai francesi del feudo siciliano. Il Du Mazel aveva contato tutte le case di Racalmuto, le aveva trovate malconce (copertae palearum) non aveva trovato nessun CASTRUM. Ma non aveva avuto pietà. Tutti dovevano corrispondere l'obolo salvifico: tre tarì gli abbienti, due tarì la classe media; un tarì i poveri. Esenti e...brei, puttane de preti.
Ma ni si fece un censimento e non si applico l'imposta clericale secondo la vera rispondenza economica< racalmutese. Si andò a muzzu (come adesso, perché così apita quando a reggerci o a tassarci sono estranei vuoi avignonesi allora, vuoi rom ani, adesso). Un terzo per definizione erano ricchi, un terzo, mediani e un terzo poveri. Ad anticipare il tutto i sindaci e gli amministratori di allora. Bravi se poi riuscivano e recuperare. Non ho elementi per precisarlo. Ma pare che ora ci siano microstorici locali molto più talentuosi di me e quindi avremo da loro tra breve svelato l'arcano.
E l'artista, che astrato o iperrealista che sia, sempre ispirato dagli dei è magari in empiti di follia, cosa dice? Ecco il perché della mia strana postulazione. Grazie Accursio.,
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