sabato 8 giugno 2013

Liddru Curtu, prete longilineo.




Ne avevo qualche dubbio prima, ora ho quai certezze. Qui un impettitto Liddru Curtu - amico mio d'infanzia, insieme nel seminario sempre a confabulare nella mezz'ora di ricreazione  nella parte maggiore del grande spiazzo interno di quel maniero chiaramontano. In fondo il porcile ove buttare i tanti residui dei pasti per duecento seminaristi e poi davvero grosso il verro veniva sacrificato nelle feste natalizie perché allora a Natale non si andava a casa.
Padre Calogero Curto, canonico oggi mi pare - non so se hanno fatto monsignore anche lui, pur sempre tardivamente - qui mette un tocco eretico: niente più stola, niente cotta. Solo berretta in testa e pastrano lungo  e nero. Longilineo come è (o come era) ci fa più bella figura, è più maschio. E a ben vedere è il solo maschio in quella procesioncella tutta al femminile. I maschi a Racalmuto desertano (o meglio disertavano ché oggi tantisi vanno redimendo e tornano a pregare persino in ginocchio sui freddi marmi delle algie chiese racalmutesi).

Una sola nota dissidente: ma padre Curto è di San Giuliano, che c'entra dunque il Carmine di padre Puma?



 

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