lunedì 11 marzo 2013

Una visita pastorale del 1574 a Santa Lucia di Fiamignano (Cicolano(


 

 

 

Santa Lucia di Fiamignano

Lo stesso giorno 5 marzo 1574

Chiesa parrocchiale di Santa Lucia: rettore D, Cesareo Antonini

Fu visitata la chiesa parrocchiale di Santa Lucia del villaggio omonimo sotto la giurisdizione di D. Pompeo Colonna: la fabbrica della chiesa è disadorna e non finita (incomposita). E così parte  del tetto mancava di tegole  e per tanto vi piove dentro. Le pareti vanno intonacate a base di calce e quindi imbiancate e vanno aperte due finestre da ogni lato dell'altare ed un'altra a sinistra del tempio, tutte da aprire nel  muro della fabbrica; il pavimento va lastricato in pietra e sotto vanno edificate delle tombe per la sepoltura dei cadaveri: quanto sopra va realizzato entro il prossimo raccolto delle messi, spirato negativamente tale termine, deve essere inibita la sepoltura, sotto pena di scomunica.

 

Non furono rinvenute custodie sacramentali eccetto un vasetto di olio santo per l'estrema unzione degli infermi per giunta di piombo: questo quanto prima va cambiato con uno di stagno e si deve provvedere alla costruzione di un tabernacolo con pisside in argento in form <comune>. Si dovrà usare l'acqua santa battesimale del villaggio del Santo Pastore, non molto distante.

La chiesa manca di molti altri paramenti e sacre suppellettili. Tuttavia, per la grande povertà del villaggio, non fu ordinato nient'altro se non di confezionare una casula o pianeta di color bianco in tessuto di Fiandra o di fustagno come si dice e ciò entro il prossimo raccolto delle messi, sotto pena di quattro scudi come vorrà il locale vescovo: si dovrà provvedere altresì ad una stola con manipolo e pallio di cuoio dorato, a due corporali ed a quattro purificatori. Il calice che è rotto va riparato e frattanto non lo si può usare. L'altare maggiore va provvisto di tutti i requisiti, La statua della gloriosa Vergine unitamente alla tribuna deve essere ripitturata e ciò va fatto anche in altri due altari che sono disadorni; il resto deve essere demolito.

Il rettore è don Cesareo Antonini de villaggio di Sant'Agapito, autorizzato dall'Ordinario del luogo il 18 settembre del 1568 [giudicato dal Visitatore ineptus (jnidoneo) e ignarus (culturalmente  insufficiente) ndt.]. Percepisce di rendita 15 scudi annuali. Le famiglie sono 28 [120 abitanti circa, ndt] a spese delle quali saranno  da ripartire in due rate nel complesso e singolarmente quanto specificato, salvi fatti i diritti che i medesimi parrocchiani vantano con don Cesareo per l'obbligo e per l'accordo circa la restauranda chiesa.  Gli stessi parrocchiani sono però tenuti a corrispondere 6 giulii annui per la pensione e l'abitazione di don Cesare in attesa che venga fabbricata dai predetti parrocchiani la canonica che si ordina loro di costruire quanto prima, ma tenuto conto della loro povertà si accorda un termine di quattro anni, trascorsi i quali inutilmente dovrà essere loro interdetto l'accesso in chiesa.

E' presente la confraternita di S. Agata che non ha redditi fissi se non quanto in denaro viene versato dagli stessi confrati per le varie occorrenze: a loro fu ingiunto di astenersi in futuro etc. e di approntare i capitoli statutari e di fornirsi dei sai a sacco.

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